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TikToK? Ecco come proteggere i figli

7 Dic

TikTok è una piattaforma di condivisione video in cui gli utenti possono guardare, creare e condividere video girati sui telefoni cellulari.
Il requisito di età ufficiale di TikTok è di 13 anni. Gli utenti di età compresa tra 13 e 15 anni hanno come impostazione predefinita un account ‘privato’, che blocca la messaggistica privata e consente solo agli amici di commentare i propri video. Solo gli utenti di età superiore ai 16 anni possono registrare video in diretta o utilizzare la funzione di messaggistica privata.

Vediamo in sintesi come gestire questa App al meglio, seguendo le indicazioni di Panda Security, un’azienda fondata nel 1990 da Mikel Urizarbarrena, nella città di Bilbao, in Spagna, si occupa di sicurezza cibernetica producendo, tra l’altro, l’omonimo software antivirus ed ha una apposita pagina (link) riguardo l’uso sicuro di TikTok da parte dei minori.

Rischi

  • Esposizione a contenuti inappropriati nei feed “Per te”
    Le linee guida di TikTok impediscano agli utenti di condividere contenuti illegali o inappropriati all’interno dell’app, ma i video non vengono monitorati e controllati manualmente. Vengono utilizzati algoritmi digitali per filtrare i contenuti che violano le linee guida di TikTok, ma questo non da la certezza che nessun contenuto inappropriato possa filtrare e farsi strada sugli schermi degli utenti.
  • Contatto con sconosciuti
    Con oltre 1,1 miliardi di persone che utilizzano TikTok, il potenziale per comunicare con estranei è alto. Gli utenti di età superiore ai 16 anni hanno come impostazione predefinita un account ‘pubblico’ visibile a chiunque e possono comunicare liberamente. Queste impostazioni possano essere regolate per consentire una maggiore privacy, ma esisterà sempre la possibilità di contatto con estranei.
  • Cyberbullismo
    Social media e cyberbullismo vanno di pari passo e TikTok non fa eccezione. Una delle principali forme di cyberbullismo che si verifica sempre più all’interno di TikTok è il body shaming.
    Utenti famosi hanno raccontato di vergognarsi del corpo nella sezione commenti dei loro video e di aver a che fare con una serie infinita di commenti dannosi sulla forma e le dimensioni del loro corpo. Ciò può avere effetti di vasta portata sugli utenti più giovani che si stanno ancora sviluppando mentalmente e fisicamente.
  • Privacy dei dati
    Le piattaforme di social media sono gratuite per gli utenti e si finanziano con gli inserzionisti che mostrano i loro annunci agli utenti sull’App.Affinché quegli annunci abbiano successo e raggiungano il loro pubblico di destinazione ideale, hanno bisogno di dati su quelle persone.
    Oltre alla tua età e numero di telefono, TikTok ha anche accesso a tutti i messaggi privati ​​inviati all’interno dell’app e raccoglie la posizione del tuo paese, l’indirizzo Internet e il tipo di dispositivo che stai utilizzando. I genitori dovrebbero essere attenti se i figli danno l’autorizzazione anche per la posizione esatta, i contatti telefonici e l’attività su altri canali di social media.

Misure di sicurezza utili

Se vuoi assicurarti che tuo figlio utilizzi TikTok in modo sicuro, ci sono diversi passaggi che puoi eseguire. TikTok ha una varietà di impostazioni di controllo della privacy che puoi configurare dall’account di tuo figlio che possono fornire un’esperienza più sicura sull’app.

  • Modalità base
    Diverse modalità consentono ai genitori di collegare il proprio account a quello del figlio e di:
    – attivare l’account ‘privato’ per il proprio figlio (mod: Rilevabilità)
    – evitare che l’account di tuo figlio venga suggerito ad altri utenti (mod: Suggerisci il tuo account)
    – limitare la quantità di dati che TikTok raccoglie dall’account di tuo figlio (mod: Annunci personalizzati, Consenti il download, Messaggi diretti, Chi può reagire, Chi può visualizzare, Chi può commentare).
  • Associazione Famiglia
    La modalità consente ai genitori di collegare il proprio account a quello del figlio e avere il controllo di importanti impostazioni sulla privacy dal proprio dispositivo.

    Family Pairing
  • La modalità consente ai genitori di collegare il proprio account a quello del figlio e di gestire il tempo davanti allo schermo, di limitare le impostazioni di messaggistica diretta, di filtrare il tipo di contenuto che i loro figli possono vedere sull’app, impostare chi può visualizzare i video e controllare chi può commentarli.
  • Controlla il tempo dello schermo
    La modalità consente ai genitori di collegare il proprio account a quello del figlio e di impostare limiti su quanto tempo trascorre su TikTok.
  • Messaggi diretti
    La modalità consente ai genitori di collegare il proprio account a quello del figlio e di limitare chi può inviare messaggi diretti oppure disattivare completamente la messaggistica diretta.
  • Modalità con restrizioniLa modalità consente ai genitori di collegare il proprio account a quello del figlio e di vietare la visualizzazione di specifici contenuti inappropriati sul feed TikTok di tuo figlio.
  • Gestisci interazioni
    La modalità consente ai genitori di collegare il proprio account a quello del figlio e di regolare impostazioni sulla privacy aggiuntive per aumentare la sicurezza di tuo figlio durante l’utilizzo dell’app.

Panda raccomanda anche che “dedicare del tempo per insegnare ai tuoi figli la sicurezza online potrebbe essere una delle misure di sicurezza più efficaci che puoi adottare come genitore”.
Con una quantità enorme di informazioni disponibili e la natura in continua evoluzione della tecnologia, può essere difficile per i genitori tenere il passo con le informazioni più importanti sulle piattaforme utilizzate dai loro figli.

Conoscere quali impostazioni sulla privacy controllare per stabilire dei limiti con i tuoi figli è un ottimo modo per proteggere loro e tutta la famiglia dalle minacce online.

Panda segnala anche alcune App dedicate ai bambini, nel caso un genitore preferisca un’alternativa a TikTok:


Dubsmash (link) è una delle più antiche app di video musicali, ma è stata messa in ombra dall’ascesa di TikTok. Tuttavia, con oltre cento milioni di download in tutto il mondo, la sua popolarità è innegabile. Dubsmash consente agli utenti di creare divertenti video con sincronizzazione labiale utilizzando migliaia di brani e suoni diversi. Ti consente anche di sincronizzare le labbra su citazioni di film e TV. La comunità online è di natura simile a TikTok perché gli utenti pubblicano i propri video musicali sul proprio profilo e possono anche visualizzare i video dei propri amici.

Funimate (link) consente agli utenti di creare una varietà di video: slow motion, compilation, video in loop e molto altro. L’ampia libreria musicale dell’app ti consente di includere innumerevoli canzoni popolari ed effetti sonori nei tuoi video e puoi anche aggiungere testo e adesivi ai tuoi video. Funimate presenta oltre venti effetti video per far risaltare le creazioni e consentire agli utenti di mostrare la propria creatività.

Triller (link) consente di registrare video e condividerli su altri account di social media come Twitter, Instagram o Facebook. La semplicità dell’app è ciò che attrae la maggior parte degli utenti. Tutto quello che devi fare è registrare il tuo filmato e lo strumento di editing automatico di Triller fa il resto del lavoro. Gli utenti possono modificare ulteriormente i propri video con gli strumenti di modifica forniti nell’app e possono utilizzare una varietà di filtri o persino attingere ai video per un altro livello di creatività e personalizzazione.

A.G.

Scuola Primaria: didattica con Smartphone

6 Mar

apprendimento-online-di-distanza-57819373Nei contesti sociali dove c’è una generale diffusione dei personal computer e di connessioni internet veloci, la didattica a distanza può fruire su due applicativi generali ben collaudati.

Microsoft Teams è da attivare all’interno di Office 365 for Education: può essere facilmente utilizzato per Webinar, videoconferenze, condivisione materiali, chat, per distribuire quiz, video o documenti. E’ anche un’occasione per far acquisire agli studenti una serie di competenze e per insegnare loro a usare le applicazioni più diffuse: Outlook, Word, PowerPoint, Teams o OneNote.
Office 365 non va confuso con Microsoft Office Online che è la modalità gratuita di Microsoft per utilizzare i programmi Office mediante uno smartphone.
Office 365 non funziona su dispositivi iOS e Android.

Google Classroom è un servizio web gratuito sviluppato da Google per le scuole e le università che mira a semplificare la creazione e la distribuzione di materiale didattico, l’assegnazione e la valutazione di compiti on line. Le app per dispositivi mobili di Google Classroom sono disponibili per dispositivi iOS e Android, gli insegnanti possono creare aule, annunci, comunicare con gli studenti e visualizzare le loro note, memorizzare nella cache offline.
Google Classroom richiede un minimo di formazione, anche tramite gli strumenti appositi che Google offre.

Nota bene: le seguenti app potrebbero contenere annunci o chiedere acquisti di ulteriori moduli.

Vista la diffusione dei dispositivi Android e tenuto conto che non tutti hanno una connessione abbastanza veloce, nella scuola di base può essere interessante anche l’utilizzo di applicazioni più somiglianti ai giochi ed agli educational comuni su questi dispositivi, in modo da suscitare anche l’interesse spontaneo per gli apprendimenti e per il mezzo innovativo. (cliccare sul nome per aprire la pagina GooglePlay e scaricare)

Ad esempio:

Spazio Bimbi è una app creata per i genitori che desiderano monitorare le attività dei loro figli su telefoni e tablet, personalizzando le opzioni di controllo e utilizzo dei dispositivi.

Kidsshell consente di eseguire le applicazioni solo consentite e giochi sul tuo telefono o tablet. L’applicazione permette ai genitori di creare una zona sicura sul dispositivo.

Facilità di scrittura  aiuta i bambini a imparare e scrivere alfabeti in modo interattivo.

I bambini imparano a scrivere è  un sistema di apprendimento per i bambini che aiutano a insegnare loro a disegnare le lettere dell`alfabeto e i numeri.

APP logopedia 1 contiene esercizi e giochi per l’articolazione e la pronuncia dei suoni più frequenti della lingua italiana. In tre livelli: 2 e 3 .

Remembery è un gioco divertente ed educativo per persone di tutte le generazioni. Favorisce lo sviluppo della memoria visiva.

SimpleMind Lite è una app per creare mappe logiche per organizzare i pensieri, ricordare cose e generare nuove idee. Utile anche fuori dal contesto scolastico.

Verbi italiani è un coniugatore dei verbi italiani; occorre il collegamento ad internet, ma l’applicazione è gratuita.

Analisi grammaticale  fa prima l’analisi logica della frase e poi sceglie il significato da assegnare all’analisi grammaticale. Non è perfetta, nel senso che compie degli errori; per l’analisi grammaticale l’errore è sul 5%.

Fun English è una delle molte app che aiutano il  bambino ad iniziare a imparare l’inglese .

Giochi di matematica  aiuta ad allenare la capacità di computo.

Divisioni in colonna supporta operazioni matematiche elementari, la divisione in colonna, la moltiplicazione in colonna, l’addizione e la sottrazione. 

Mathematical Run è adatto a tutte le età – specialmente ai bambini della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria – e contiene più argomenti e livelli di difficoltà.

Moltiplicatore in colonna esegue la moltiplicazione come si usava un tempo, quando non esisteva la calcolatrice, cioè come se fosse con la penna su di un foglio a quadretti.

Risolve geometria sviluppa la soluzione di un problema di geometria per scuola media ed elementare con le formule usate e  passaggi e calcoli intermedi. 

Quiz delle Regioni e Province dell’Italia raccoglie quiz geografici per imparare regioni e province d’Italia.

Le regioni d’Italia raccoglie quiz geografici per imparare regioni e capoluoghi d’Italia.

Riguardo le Scienze la quantità di applicazioni scaricabili è enorme ed abbina il vantaggio dell’apprendimento simultaneo dell’inglese.

Scienziati Famosi raccoglie più di 60 scienziati dagli antichi filosofi greci ai moderni cosmologi e ai biologi molecolari: da Aristotele a Galileo Galilei e Alessandro Volta.

Per le Scienze esiste una discreta quantità di app settoriali molto utili a migliorare non solo la conoscenza dei fenomeni e degli ambienti, ma anche la capacità di osservazione e lessicale, ade sempio come Fiori con quiz su 110 piante e Cani con quiz su 207 razze.

Per rispondere ai tanti quesiti dei bambini due app con grafiche 3D possono aiutare i genitori:

Corpo umano (maschile) presenta i sistemi più importanti dell’organismo umano.

Corpo umano (femminile) presenta i sistemi più importanti dell’organismo umano.

Buon lavoro / divertimento.

Demata

Il segreto confessionale diventa illegale?

4 Lug

Da ottobre l’Australia iniziarà ad abolire l’esenzione dall’obbligo di denuncia finora accordata al segreto del confessionale, se i sacerdoti se non riferiranno informazioni su casi di abusi apprese in confessione.

Secondo il Diritto Canonico, come conferma ( Ary Waldir Ramos Díaz/Aleteia – Nov 14, 2014) ed il cardinale Mauro Piacenza, penitenziere maggiore del Vaticano, la legge di un Paese non può costringere un sacerdote a violare il segreto della confessione. Se la legge dice che il confessore deve denunciare una persona che è andata a confessare un delitto, è evidente che il sacerdote non lo può fare.”

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Il punto è che l’Australia pone la questione anche in termini di “intenzione a commettere un delitto” e non solo di delitto irrimediabilmente già avvenuto e segretamente confessato.

Così, con 600 sacerdoti in sommossa per la libertà di culto, padre Scott Armstrong, presidente dell’Australian Confraternity of Catholic Clergy, tiene a precisare che: “Ogni sacerdote degno del suo nome farebbe tutto il necessario per proteggere i bambini, un simile obbligo non sarebbe comunque di alcun aiuto per loro”

In effetti,  … se parliamo di quelli già violentati, denunciare equivale a riconoscere le loro sofferenze, tacere significa condannarli a vita. Se, poi, i bambini fossero quelli ‘adocchiati’ dal pedofilo, è evidente che l’unica salvezza per loro è nel segnalare il ‘peccatore’ alla polizia.

La legge degli Stati condanna anche la sola ‘intenzione peccaminosa’ quando si parla di pedofilia, ma la questione potrebbe essere estesa anche a peccati/crimini come l’omicidio, l’appropriazione di cose, lo stupro, la schiavitù.

Tutte le religioni mettono gli uomini nelle mani di un dio, ma sappiamo, però, che – a differenza di tutte le altre religioni –  la ‘intenzione peccaminosa’ e/o la sua abitualità sono un un concetto lontano alla Chiesa Cattolica, in termini di sacerdote che ha il dovere di prevenire/contrastare il ‘male’. 
Al Clero – secondo la Chiesa Cattolica – è sostanzialmente assegnato il compito di farsi intermediario tra gli Uomini e la divinità ed erogatore del perdono e della benevolenza.

Sappiamo che è esattamente quello che – all’incontrario – fu rivendicato da eresie, scismi e riforme varie, come sappiamo anche che la fine di Roma derivò dal Diritto Romano troppo permissivo per oziosi, avidi, perversi e corrotti.

Oggi il Mondo è severo con chi viene colto e non è “in bona fidae”,  ben più di quanto lo consenta la morale cattolica o il diritto di Roma.
Era molto tempo che se ne parlava.

Demata

Italia alcolica. Etilismo e salute vs. industria del vino /aiuti pubblici: i dati

1 Giu

I dati dell’Organizzazione Mondiale per la Salute per il 2012 segnalano che a livello globale si consumano 6,2 litri annui di alcol puro a persona.
Considerato che il 38,3 per cento della popolazione mondiale non consuma alcolici e aggiungendo un altro 40% che beve poco o pochissimo, arriviamo a non meno di 15-20 litri annui di alcool puro a testa di media per i così detti bevitori abituali, moderati o esagerati che siano.
La media italiana (6,7 lt) e bielorussa (17,5 lt) sono una conferma esemplare del dato, anche se, forse, c’è qualcosa che non torna nei dati italiani: se un comune vino italiano, in bottiglia da 0,75 litri, contiene l’11 %Vol di alcool, mezza bottiglia  (o quattro bicchieri colmi) al giorno e siamo già arrivati a 15 litri annui di alcool consumato … 

A dispetto di un consume medio di alcol in Italia relativamente rassicurante, l’8% dei maschi italiani si è ubriacato pesantemente (consumando oltre 30 grammi di alcol puro) almeno una volta nell’ultimo mese. I dati dell’ISTAT indicano che il 75% degli italiani consuma alcool (l’87% degli uomini e il 63% delle donne). Il primo bicchiere viene consumato a 11-12 anni; l’età più bassa dell’intera Unione Europea (media UE 14,5 anni).

Esempio di pubblicità di alcolici con bambini testimonial

In condizioni simili, i dati spagnoli fissano l’inizio del consumo di alcol tra i minorenni a soli 13,9 anni di media, il che significa che molti iniziano ben prima, e, infatti, l’82% degli adolescenti ha bevuto alcol nell’ultimo anno e il 74% nell’ultimo mese. Sei su 10 ragazzi tra i 14 e 18 anni si sono ubriacati più di una volta, e di questi uno su cinque afferma di averlo fatto negli ultimi trenta giorni.

I bevitori a rischio in Italia sono oltre 3 milioni (> 5% popolazione, almeno il 10% dei maschi adulti), che vanno ad aggiungersi ad un milione di alcolisti classificati.

Nel 2000 817.000 giovani di età inferiore ai 17 anni hanno consumato bevande alcoliche e circa 400.000 bevono in modo problematico. Nel 2012, il 7% dei giovani dichiara di ubriacarsi almeno tre volte alla settimana ed è in costante crescita il numero di adolescenti che consuma alcool fuori dai pasti (+ 103% nel periodo 1995-200 tra le 14-17enni).

Anche i dati sul Binge Drinking sono in crescita come nel resto dei Paesi europei e, presumibilmente, sottostimati, specialmente per  gli adolescenti, dato che consiste nel restare alticci per ore e ore, bevendo almeno 5 drinks per i maschi e 4 per le femmine in un breve lasso di tempo.

Danni dell’alcol

Un ‘bravo’ binge drinker evita di passare da brillo a ubriaco, ma il binge drinking – nonostante quanto credano i bevitori che lo praticano – è comunque associato a tutti i problemi cognitivi e comportamentali, anche a lungo termine, di tutti gli etilisti, oltre a quelli connessi con la gravidanza.

L’etilismo durante la gravidanza è associato alla sindrome alcolica fetale, complicazioni alla nascita e disturbi di tipo neurologico del nascituro. Scompensi nella memoria e nei modelli cognitivi possono riscontrarsi in tutti gli etilisti critici, così come l’incapacità a controllare gli impulsi, specialmente nelle ragazze. In aggiunta, la percezione delle informazioni per via orale o visuale risulta ritardata. Gli studi compiuti sugli adolescenti dimostrano che il consumo etilico critico continuato può causare scompensi cognitivi a lungo termine.

In Italia, il 10% dei ricoveri totali è attribuibile all’alcool. Nel 2000 si stimava fossero  326.000, di cui 100.000 con diagnosi totalmente attribuibile all’alcool (relazione al Parlamento del Ministro della Salute) e, ogni anno, sono circa 40.000 le persone muoiono a causa dell’alcool per cirrosi epatica, tumori, infarto del miocardio, suicidi, omicidi, incidenti stradali e domestici e per incidenti in ambienti lavorativi. Nel mondo la stima è di un morto ogni dieci secondi per cause derivanti o correlate all’alcol, praticamente un decesso ogni 20 è dovuto a consumo di alcol: più vittime di Aids, tubercolosi e omicidi messi insieme.

In Inghilterra, l’etilismo costa al Welfare circa 20 miliardi di sterline l’anno, pari a 17 milioni di giorni di lavoro perduti dovuti alle patologie alcol-correlate, con un costo annuale sul sistema sanitario nazionale di circa 3 miliardi di sterline l’anno.
Nel 2013, uno studio pubblicato dal British Medical Journal, The Lancet, e finanziato dal Centre for Crime and Justice Studies (UK) ha certificato l’alcol come la droga più dannosa di una lista di 20 sostanze diverse. Contrariamente alla percezione popolare, l’alcol è stato posizionato come più distruttivo rispetto sostanze di “classe A” come l’eroina e crack. Lo studio, condotto da un gruppo di esperti del Comitato scientifico indipendente sulle droghe, considera gli effetti nocivi di ciascuna sostanza in base ad una serie di criteri per ricaduta fisica, impatto psicologico e sociale.

Lancet Drugs Risks Ranking Chart The Lancet, Volume 376, Issue 9752, Pages 1558-1565, 2010/11/05

L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda la totale astensione dal consumo di alcol fino ai 15 anni. Per questo motivo, per i minori di 11-15 anni viene considerato come comportamento a rischio già il consumo di una sola  bevanda alcolica durante l’anno.
La stessa OMS stima che i costi annuali sociali e sanitari, sostenuti a causa di problemi collegati all’alcool sono pari al 2-5% del Prodotto Interno Lordo (PIL), il che significa che in Italia staremmo parlando di 30-100 miliardi di euro annui per i costi sociali e sanitari, derivanti dal consumo critico di alcol.

BERTOLDO BERTOLDINO CACASENNOAndando all’industria del vino, La Repubblica racconta come “l’Italia si conferma anche nel 2013 il principale produttore di vino al mondo con 44,9 milioni di ettolitri contro i 44,1 milioni della Francia e i 40 della Spagna”.
Il valore della produzione italiana di vini nel 2012 “è stimabile in 9,1 miliardi di euro e quello del consumo apparente in 4,7 miliardi, assorbiti principalmente da alberghi e ristoranti con oltre sei decimi del totale”. CANTINE RIUNITE & CIV (Campegine – Re) sono il primo produttore di vini con 204,3 milioni di bottiglie. (fonte Mediobanca del 2014)

Un’industria del vino ‘primaria’, che tiene nonostante gli italiani negli  ultimi 10 anni abbiano quasi dimezzato il consumo di vino e che da lavvoro ad oltre 200.000 addetti, ma che ci costa anche molto se Agrinotizie ci spiega anche che, oltre alle normali misure di ‘aiuto’ all’agricoltura, per l’industria del vino italiano è previsto un Programma Nazionale di Sostegno (PNS) abbastanza provvido ed esteso:

  • Ristrutturazione e riconversione dei vigneti – 110 milioni di euro
  • Promozione dei vini sui mercati extra-Ue – 82,4 milioni di euro per il 2011-2012 e di 102 milioni per il 2012-2013
  • Investimenti – fondo di 15 milioni di euro per il 2010-2011 e di 40 milioni per il 2011-2012
  • Vendemmia verde – 30 milioni di euro all’anno
  • Assicurazione del raccolto – fondo di 20 milioni di euro
  • Distillazione dei sottoprodotti – 1,1 euro/grado/hL per le vinacce e in 0,5 euro/grado/hL per le fecce, senza dover pagare un prezzo minimo di acquisto a favore dei produttori, come invece era in passato
  • Distillazione di vino per la produzione di alcol alimentare – 400 euro/ha per il 2010/2011 e a 350 euro/ha per il 2011/2012, per un volume minimo di vino di 25 hL e massimo di 30 per ogni ettaro richiesto
  • Aiuto all’utilizzo di mosti – 1699 euro/grado ettolitro per l’uso di mosto concentrato, e a 2206 euro/grado ettolitro per il mosto rettificato ai produttori della zona mediterranea
  • Consulenza aziendale – rimborso dell’80% delle spese sostenute per i servizi di consulenza aziendale atti a migliorare il rendimento dell’impresa agricola (con un limite massimo di 1500 euro)
  • Politiche per il ricambio generazionale – contributi massimi di 70 mila euro per gli imprenditori new entry con età minore di 40 anni
  • Politiche strutturali – contributo dal 40 al 60% agli investimenti che migliorano il rendimento globale dell’azienda agricola in conformità con le norme comunitarie in materia, tra cui l’acquisto di terreni per un costo non superiore al 10% del totale delle spese ammissibili
  • Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli – 40 al 50% sugli investimenti atti a migliorare il rendimento globale dell’impresa agricola
  • Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie – contributi, che possono toccare il 100% dei costi ammissibili
  • Politiche per la qualità – contributo annuale per cinque anni di 10,000 euro all’anno per azienda
  • Sostegno alla partecipazione a sistemi di qualità – contributo massimo di 3000 euro per azienda agricola
  • Sostegno all’attività di informazione dei consumatori e di promozione dei prodotti alimentari di qualità- cofinanziamento al 70% le attività di informazione dei consumatori e quelle di promozione dei prodotti agroalimentari di qualità che si tengono sul mercato interno europeo (eventi fieristici inclusi)
  • Politiche agroambientali – indennità a favore degli agricoltori che producono nelle zone montane, nelle aree svantaggiate o in altre aree con vincoli ambientali e naturalistici, con un limite massimo di 250 euro/ha
  • Contratti di filiera e di distretto – investimenti (dai 5 ai 50 milioni di euro, senza alcuna percentuale massima per regione) senza parametri minimi per gli investimenti di filiera e del rapporto minimo tra investimenti e produzione agricola
  • Contratti di sviluppo – finanziamento dai 7,5 milioni di euro (per programmi riguardanti solo le attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli) ai 30 (per programmi di sviluppo industriale o commerciale)
  • Agevolazioni Invitalia (in qualsiasi settore) – lavoro autonomo (fino a 25.823 euro iva esclusa per chi vuole avviare una ditta individuale, microimpresa (fino a 129.114 euro per chi vuole avviare una piccola attività imprenditoriale in forma di società di persone
  • Agevolazioni Ismea – fino a un milione di euro per progetto ai giovani imprenditori agricoli che vogliono subentrare nella conduzione di un’azienda
  • Promozione dei prodotti agricoli – finanziamento fino al 90% dellle spese ammissibili di chi promuove e valorizza le caratteristiche qualitative dei prodotti agroalimentari italiani

Ecco perchè un litro di vino qualunque in tetrapack, al supermercato, costa meno  di 2 euro e vini decenti si trovano anche a meno di cinque euro: praticamente li paghiamo noi con le nostre tasse.

Ed, a fronte degli oltre 200.000 addetti e un valore 4,7 miliardi di euro in consumi interni, c’è da considerare – quando si esulta per la crescita dell’industria del vino – che gli alcolisti sono un milione, gli etilisti critici arrivano a tre e che i costi sociali e sanitari dell’alcol in Italia sarebbero di diverse decine di miliardi di euro, mentre gli under40 alticci (e i ragazzini ubriachi) aumentano.

Qualcosa su cui dovremmo seriamente riflettere.

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Influenza A, emergenza a Roma?

14 Gen

Arriva l’influenza A (ceppo H3N2 come raccontato in un altro post link) e se altrove, in Italia ed all’estero, ci si prepara ad un paio di settimane di emergenza influenzale, a Roma i cittadini e le infrastrutture sanitarie non possono altro che preoccuparsi, dopo che addirittura si sono bloccate le ambulanze, giorni fa, perchè mancavano lettighe e letti nei pronti soccorsi.

Ovviamente, non ci si pone – in termini generali – il problema di ampliare e rinnovare i pronti soccorsi, magari a carico di qualche reparto poco blasonato o frequentato, come non ci pone l’evidenza che un’epidemia influenzale, se non si vuole l’assalto agli ospedali, va gestita a livello di ASL e di medici di base.
In tutto ciò, Gianni Alemanno annuncia che “il sistema sanitario romano rischia di saltare”, come se non fosse evidente, al confronto con Milano od una città europea, che è ‘già saltato’.

Un equivoco che persiste nelle dichiarazioni del senatore Domenico Gramazio, vicepresidente della Commissione Sanità, secondo il quale “il rischio è che se nelle strutture private non si pagano gli stipendi, si arriva a febbraio con un sistema fortemente compromesso e un sistema pubblico sottomesso ai tagli. Le due cose insieme fanno saltare il sistema”.

Il punto, però, è che i tagli sono di mesi ed anni fa, che le strutture private convenzionate sottraggono utenza a quelle pubbliche, portandole alla chiusura, e che finora nessuno a fatto nulla, se non attendere ulteriori contributi statali, e la riprova è nel fatto che – pochi o solo mal dislocati che siano posti letto e reparti – non esiste neanche quel livello minino di organizzazione necessaria per gestire una seria influenza, ovvero garantire che ambulanze e pronti soccorsi fungano da HUB di accesso alla rete ospedaliera romana e che i medici di base visitino a domicilio i pazienti che ne necessitano.

Due cose, queste, che potrebbero essere garantite subito, visto che sono ‘già pagate’, già rientrano nelle funzioni istituzionali per le quali paghiamo tasse e ticket e, dunque, non richiedono ulteriori finanziamenti.
Due disastri che nulla hanno a che vedere con epidemie e pandemie.

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Influenza, cosa c’è da sapere

14 Gen

L’influenza che arriverà quest’anno sembra particolarmente virulenta: negli Stati Uniti gli ospedali sono sotto assedio e tra i morti si contano già molti bambini. Secondo Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, “il ceppo prevalente quest’anno è l’H3N2, quello più virulento, e anche se il picco non è ancora stato raggiunto abbiamo già migliaia di malati nel Paese”.

Il bollettino del CDC (Centers for Disease Control and Prevention) precisa, anch’esso, che “un fattore che delinea la gravità di questa influenza stagionale è che il ceppo predominante è quello dell’influenza A (H3N2) (76%) e che, di solito, questo comporta un più alto numero di ospitalizzazioni e morti.”

Parliano di un sottotipo del virus dell’influenza A, codificato  subtype H3N2, un ceppo che, secondo le stime, uccide circa 36.000 persone l’anno solo negli Stati Uniti, che può infettare anche uccelli e mammiferi. In particolare, la maggior parte dei virus isolati nei maiali contengono geni umani (HA, NA, and PB1), suini (NS, NP, and M), and aviari (PB2 and PA).

Nulla di nuovo per il genere umano, visto che, secondo la scienza, sono  gli uccelli il crogiolo evolutivo da cui arrivano i virus influenzali da milioni di anni: sono i “bacini di coltura” di tutti i sottotipi dell’Orthomyxovirus di tipo A. Utile precisare che l’H3N2 in questione non ha nulla a che vedere con i ceppi della cosiddetta ‘peste aviaria’, che sono codificati H5 ed H7,  tra cui l’H5N1 che si è trasmesso dagli uccelli agli uomini e che, dal 1997 al 2007, ha colpito diverse centinaia di persone con un tasso di mortalità superiore al 50%.

Venendo all’influenza in corso, ricordiamo che il sottotipo H3N2 ( meglio i suoi ceppi, visto che continua a mutare nel tempo) è stato il virus che ha ucciso un milione di persone al suo esordio ufficiale, nel 1968, con la cosidetta influenza di Hong Kong. Il suo progenitore, il virus H2N2 (influenza di tipo A), negli anni 1957-60 fece circa due milioni di morti, scatenando una pandemia influenzale di origine aviaria, rimasta famosa come l’influenza asiatica.

Non sarà un inverno facile, dunque, ma non è arrivato ancora il momento che la nostra civilizzazione venga messa a rischio da una pandemia letale.

Intanto, si iniziano a contare i casi anche in diverse zone d’Italia, soprattutto Lombardia e Sardegna, ma al momento senza particolari allarmi, anche perchè – come informa il Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute – durante la stagione influenzale 2010-2011 in Italia si sono registrati  ‘solo’ 5.331.295 casi su circa 60 milioni di abitanti.
In particolare, lo scorso anno, secondo quanto riportato da InfluNews, abbiamo sostenuto senza particolari allarmi e disagi, lo scorso anno, una morbilità influenzale che ha visto picchi anche di 70 persone, tra cui circa 50 minori di 14 anni, contempraneamente affette da un’influenza.

Influenza dati italia ISS
Numeri che prevedibilmente potrebbero raddoppiarsi o triplicarsi a causa del ceppo H3N2, che va ad aggiungersi a quelli influenzali di novembre scorso, e che comporterà un numero maggiore di casi di ILI (influenza patologica), visto che a Boston si è dichiarata addirittura la Public Health Emergency, per sostenere il carico di ricoveri.

Una situazione per la quale – in un sistema di sanità pubblica diffusa come quello italiano ed europeo – saranno determinanti non tanto la capacità di ricettività ospedaliera, quanto l’efficienza e la dedizione del sistema dei medici di base o la qualità del coordinamento regionale a livello di pronti soccorsi ed ospedali.

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Coesione sociale agli sgoccioli

19 Dic

Il rapporto sulla coesione sociale Istat, Inps e Ministero del Lavoro racconta, anticipandone il futuro, la triste storia del declino italiano. Ormai, è il 13,6% degli italiani a vivere in povertà, oltre otto milioni di italiani e, tra loro, anziani, invalidi e bambini.

Come una carovana che, trovatasi impreparata in territori impervi, lascia dietro di se una scia di corpi ed anime, abbandonando a se stessi i più deboli e, aggiungendo il diabolico all’orrido, si lascia andare a vistose iniquità a carico di chi è più esposto alle bizzarrie di una Casta.

Ad esempio, prendiamo atto che il 10% dei nostri minorenni vive in povertà, un pensionato su due ha un reddito inferiore ai mille euro, nei primi sei mesi del 2012 le cessazioni di rapporti di lavoro sono state 4,49 milioni, mentre il numero dei lavoratori sotto i 30 anni è calato dell’8%, sono stabili solo il 19% dei contratti, di cui solo il 7% riguarda donne.
In poche parole, siamo fermi da 20 anni, in attesa che una ben precisa generazione decida di pensionarsi, non accrescendo i danni profondi già causati alla società italiana.

Oppure, riguardo i pensionati – di cui un terzo è rappresentato da ultraottantenni – che il 47,5 % ha un reddito inferiore ai mille euro, il 37,7% ne percepisce uno fra mille e duemila euro, solamente per il 14,5% si superano i duemila euro, di cui circa 700.000 oltre i 3.000 euro (dati INPS) con una spesa annua di 20 miliardi di euro, pari al 30% del volume pensionistico complessivo.
Chi – pochi, molto pochi – vive nel lusso e nel benessere e chi – tanti di meno – vive nell’indigenza assoluta.

Ed anche, una decadenza che, se vede il Nord ed il Centro Italia messi male, è ormai al disastro se parliamo di Sud. Infatti, nelle regioni meridionali, risulta «relativamente povero»  il 24,9% degli anziani ed un altro 7,4% è rappresentato da quelli «assolutamente poveri», «materialmente deprivato» il 25,8% delle famiglie residenti, con punte del il 30% in Sicilia e in Campania, il rischio di povertà o di esclusione sociale (39,5%) ed è più del doppio rispetto al valore del Nord (15,1%).
Naturalmente, dovremmo chiederci qualcosa se, secondo i dati INPS del 2009, i comuni italiani calabresi avevano da spendere per gli interventi e ai servizi sociali 25,5 euro pro capite, mentre la provincia autonoma di Trento si arrivava a ben 297 euro di ‘spesa sociale’ pro capite.

Ecco l’ennesimo segno di una politica italiana che ha saputo gestire il Meridione solo come fosse una colonia, prima sabauda e poi romana, da cui trarre alimenti, mano d’opera e know how a basso costo.

Ecco cosa accade ad una nazione in cui un terzo degli italiani è composto da meridionali di prima e seconda generazione che hanno dovuto trasferirsi – non nel Dopoguerra, ma a partire dagli Anni ’70, a Roma e nel Settentrione. Una nazione che ha finora spoliato una parte di se stessa e questa ‘cattiva coscienza’ sta iniziando a costituire un gravame insostenibile ed irrisolvibile.

Dei giovani, delle donne, degli anziani, dei meridionali dovrà occuparsi la prossima legislatura ed i prossimi governi: il rapporto sulla coesione sociale italiana è drastico e drammatico.
Purtroppo, al momento, non sembra essere stato particolarmente recepito dai nostri partiti e dagli spin doctors di turno.

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Alcol? Molto peggio di eroina e cocaina …

27 Apr

Uno studio pubblicato dal British Medical Journal, The Lancet, ha certificato l’alcol come la droga più dannosa di una lista di 20 sostanze diverse. Contrariamente alla percezione popolare, l’alcol è stato posizionato come più distruttivo rispetto sostanze di “classe A” come l’eroina e crack.

Lo studio, condotto da un gruppo di esperti del Comitato scientifico indipendente sulle droghe, considera gli effetti nocivi di ciascuna sostanza in base ad una serie di criteri per ricaduta fisica, impatto psicologico e sociale.

Lo studio, finanziato dal Centre for Crime and Justice Studies (UK), è stato condotto utilizzando un processo chiamato di modellazione dei dati di analisi decisionale multicriterio (MDA), attribuendo un punteggio  per gli effetti sugli individui e ad altre persone.

Tra le ricadute fisiche di un singolo farmaco sono considerate anche la mortalità specifica, mortalità legata alla droga, dipendenza e compromissione del funzionamento mentale. L’impatto su altri considera il crimine, il danno ambientale, il costo economico,  gli effetti sulle famiglie.

Dei 16 criteri utilizzati in totale, nove sono relativi all’impatto di un solo individuo e sette sulle altre persone. Questi criteri sono stati poi ponderati in base al relativo impatto complessivo.

L’eroina, il crack e la cocaina, le metanfetammine sono risultati essere i farmaci più dannosi per chi le usa, mentre l’alcol, l’eroina, il crack e la cocaina sono stati indicati come i più dannosi per gli altri, ma nella classifica complessiva l’alcol non ha “rivali”.

Nel complesso, l’alcol ha ricevuto un punteggio di 72, battendo tutti gli altri farmaci dello studio, dominando i punteggi nei criteri di costo economico,  avversità della famiglia e lesioni. La mortalità correlata al farmaco è anche elevata, equiparabile, ad eroina e tabacco.

Riguardo la cocaina, in particolare, è probabile che lo studio sottostimi il danno sociale, in termini di corruzione dei poteri e invasività delle mafie, ma è evidente che le norme in uso – in Italia come altrove – sottostimano il danno causato dagli alcolici e sono troppo benevole con le “movide”.

Lo studio, infatti, arriva alla conclusione che l’approccio del governo britannico per la determinazione delle sanzioni penali per possesso e spaccio di droga ha “poco a che fare la prova del danno” e raccomanda vivamente che “una strategia valida e necessaria per la salute pubblica miri ad incidere sui danni causati dall’alcol”.

Tra l’altro, secondo un’altro studio pubblicato da The Lancet in questi giorni, molte ragazze tra i 13-15 anni, specialmente in USA, Austria e Irlanda – sono delle “binge drinker”, cioè bevono cinque o più bevande alcoliche in un giorno. Il coma alcolico tra i teenagers è in allarmante aumento.

Mandando in galera i ragazzini con uno spinello, tollerando gli assembramenti di migliaia di giovani in gran parte “bevuti”, consentendo la pubblicità di alcolici anche in fascia protetta, per non parlare dei bambini usati come testimonial di alcolici (come nella pubblicità di San Crispino delle Cantine Ronco, un “vino per tutti”),  certamente non si fa molto per evitare che i nostri giovani siano in cattiva salute.

Come anche, non legalizzando alcuni consumi – come viceversa accade per la droga più dannosa, l’alcol – si lascia tutto un “mercato” nelle mani delle mafie (il 2-5% del PIL?)  e si rinuncia ad una leva fiscale di molti miliardi, mentre la droga circoli a fiumi senza nessun controllo sulle sostanze usate e senza tener conto che, in non pochi casi, i tossicodipendenti sono quasi ridotti in schiavitù.

Una grande contraddizione  che la “civile” Europa deve andare ad affrontare, un “peccato originale” che gli “atlantici” si portano dietro da quando si tentò di colonizzare la Cina con l’oppio turco.

Anche questo è III Millennio e va a cambiare.

Leggi anche Haschish, tabacco ed alcool

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Fonte: The Lancet, Volume 376, Issue 9752, Pages 1558-1565, 6 novembre 2010/11/05

Alla fine ha vinto lui

22 Mar

“Merah ha venduto cara la pelle, alla fine ha vinto lui”, con queste parole l’inviato Paolo Berizzi da Tolosa per il Corsera, ha tratteggiato l’epilogo tragico dell’assedio a Mohammed Merah, il jihadista di Tolosa.

”L’assalto delle teste di cuoio è durato tre interminabili minuti. Il terrorista ha reagito con violenza, aveva detto di voler colpire più persone possibili: così ha fatto. E’ morto combattendo, da jihadista come si era presentato”.

Un atteggiamento che, in Francia e nel Maghreb, avrà un grosso impatto emotivo, dato che il giovane francoalgerino ha agito, nel condurre il suo piano, più o meno come operavano i suoi padri contro i francesi durante la Guerra d’Algeria.

Lo volevano prendere “vivo” per processarlo, l’avevano chiamato “serial killer”, “psicopatico”, “disadattato”. Era solo un semplice “jihadista” e l’ha dimostrato.

Jihad, una realtà “di lotta” ma anche una condizione dello spirito, che faremmo bene a comprendere meglio, invece di confinarla nel Talebanistan … visto anche che ce l’abbiamo (e ce l’avremo) nel cortile di casa.

La Jihad è una “guerra per la purezza dell’uomo”, almeno stando alla tradizione sunnita, e non è mica detto che sia necessariamente contro l’Occidente od i Cristiani.
Non a caso, Mohammed Merah non ha colpito “caucasici” o cristiani, pur essendo islamico ed etnicamente maghrebino …

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