Dai dati OCSE sembrerebbe che l’Italia sia il fanalino di coda dell’Europa in fatto di spesa per l’istruzione.
In realtà questo è non veritiero: l’OCSE tiene conto solo degli stanziamenti iscritti nelle Unità di previsione del MIUR e non dell’intero totale delle risorse, che include anche il diritto allo studio, l’orientamento e la formazione professionale gestiti dagli Enti Locali.
Considerato che questo settore è uno dei più clientelari tra gli esistenti e che ha interdipendenze con il Welfare ed il Fondo Sociale Europeo, è praticamente impossibile quantificare la spesa effettiva dell’Italia per il diritto allo studio. (sic!) Tutte le stime fatte nel tempo, però, quotano al 3-4% del PIL le risorse che hanno gli Enti Locali per scuolabus, mense, doposcuola, attività sportive e musicali, alunni disabili e … per feste patronali od etniche, convegni vari ed associazioni culturali.
Dunque, al miserrimo 4,8% del Pil, annunciato dall’OCSE, va assommato almeno un ulteriore 2%, con il risultato che siamo almeno al 6,8%, ben oltre la media fissata al 6,1.
La bufala è nota da tempo, fin dal “voltapagina” della Prima Repubblica, quando emerse per la prima volta, o con la Moratti, quando di nuovo scoppiò la querelle. Purtroppo, a bilanci MIUR sostanzialmente comparabili, nessun “allarme internazionale” e nessun battage mediatico nazionale fu sollevato nè per Berlinguer nè per Fioroni nè per De Mauro.
Dei media attenti avrebbero ricordato tutto questo, mentre riportavano le statistiche dell’OCSE.
La Gelmini è un cattivo ministro, perchè non difende (come altri fanno) la propria infrastruttura, ma sono anni che le attività di cui le famiglie lamentano il taglio son state trasferite agli enti locali (risorse incluse), il MIUR c’entra poco.
Questo andrebbe detto, andrebbe saputo. Purtroppo, sui giornali in prima pagina, leggo solo un tristissimo “Piove Governo Ladro: l’ha detto anche l’OCSE”, senza coprotagonisti, senza cause, senza soluzioni.
E’ con questa informazione che si porta un popolo sull’orlo della Grecia, mentre, per il bene di tutti, insieme ai toni scandalistici, andrebbe raccontato il “dietro le quinte” ed andrebbero spiegate le exit strategies, che poi è l’unica cosa che interessa a docenti, alunni e famiglie.
Se, poi, qualcuno volesse attaccare l’OCSE per la grave e tendenziosa inesattezza (le prove sono in Gazzetta Ufficiale e sono tra le norme di trasferimento Stato-Regioni) … potremmo anche farci un’opinione diversa sullo stato comatoso dell’informazione italiana.
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