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Lettera in difesa di Wikileaks

8 Apr

“Crediamo che le società libere in ogni luogo siano servite al meglio da un giornalismo che obblighi governi e corporazioni a rendere conto del loro operato.

Affermiamo che il diritto di pubblicare è uguale (e ne è la conseguenza) del diritto dei cittadini a sapere. Mentre crediamo nella privacy individuale e accettiamo il bisogno di riservatezza, riteniamo che la divulgazione nel pubblico interesse sia preminente.

Libertà, responsabilità e una scelta realmente democratica possono essere garantite solamente da uno controllo rigoroso. Difendiamo il diritto di pubblicare la verità in modo responsabile senza ostacoli e persecuzioni da parte dello Stato.

Il dovere primario dei giornalisti in ogni luogo è di promuovere la causa della comprensione, non di aiutare governi e potenti interessi a sopprimere l’informazione e mai di conformarci alle radicate abitudini di segretezza.

Con questi principi in mente, dichiariamo il nostro supporto alla pubblicazione di documenti diffusi tramite fuga di notizie. Questi ultimi hanno gettato una significativa luce sul comportamento dei governi e delle corporazioni nel mondo moderno.

WikiLeaks ha reso al mondo un grande servizio.

Denunciamo vigorosamente le minacce di morte e le persecuzioni criminali del suo direttore per aver pubblicato, insieme con molte altre organizzazioni in tutto il mondo, informazioni che sono palesemente di interesse pubblico.

Le autorità si oppongono regolarmente a tali divulgazioni, come hanno fatto a partire dalla battaglia per per pubblicare le sedute del Parlamento britannico oltre duecento anni fa fino alla pubblicazione dei carteggi del Pentagono.

Crediamo che nessuna democrazia sia mai stata danneggiata da un incremento della conoscenza e della comprensione tra la gente.

Perciò, noi sottoscritti, dichiariamo il nostro irriducibile  sostegno ai principi di inchiesta giornalistica libera e condanniamo le forze che minaccino entrambe.”

I primi firmatari di questa lettera ci sono Fatima Bhutto, Michael ed Helena Kennedy, Salman Rushdie, Susan Sarandon. Se volete farlo anche voi basta cliccare questo link.

Bullet in the sky

23 Gen

Pioggia pungente che cade tra le urla del vento,
come fosse una manciata di chiodi lanciata contro le anime dell’albero del dolore.

Da una lucciola un bagliore rosso arancio
Guarda coma il volto della paura corre atterrito per la valle sottostante.

Spara al cielo blu
Spara al blu.

Con il vento delle locuste arriva un Rattle and Hum.
Giacobbe lottò contro l’angelo, ma l’angelo fu sopraffatto.
Si pianta il seme di demonio, si coltivano fiori di fuoco
E vediamo croci bruciare.
Guarda le fiamme, sempre più in alto.

Woh, woh, spara al cielo blu
Spara al blu.

Un tizio in giacca e cravatta mi si avvicina
La sua faccia rossa come una rosa in un cespuglio di spine
Come i colori di una scala reale.
Lui sfoglia quelle banconote da un dollaro e le sbatte per terra
Cento, duecento.

E posso vedere quegli aerei da combattimento
E posso vedere quegli aerei da combattimento.
Dall’altra parte della capanne di fango come bambini che dormono
Attraverso i vicoli di una tranquilla strada cittadina.
Su per le scale al primo piano
Giriamo la chiave e lentamente si apre la porta
Come un uomo che soffia nel suo sassofono
Mentre, attraverso i muri, si sente il gemito della città.

Fuori c’è il mondo dei consumi,
fuori c’è l’America.

Guarda oltre il campo, guarda il cielo squarciato
Guarda la pioggia venire attraverso la ferita squarciata.
Urlano le donne e i bambini
che corrono tra le braccia
del mondo dei consumi.

 

Hommage a Julian Paul Assange

13 Gen

Esistono persone che non hanno segreti nè sogni nè speranze.
Uomini che, quando dormono, riescono solo a tuffarsi nel nero inchiostro,
che non hanno alcuna fiducia nel prossimo, perchè non conoscono la parola “fede”,
che hanno finito le lacrime ed i sorrisi,
che ascoltano parole altrui, ben sapendo quanto sia inutile credere che gli specchi parlino.

Uomini che vivono sempre ricordando di esser nati solo per morire.
Vite senza problemi, perchè senza giorni e senza amori:
solo una letale lotta per un attimo in più,
nell’effimera speranza che qualcuno si ricordi di noi per l’eternità.

Vite come foglie che cadono da alberi secchi alle radici,
come penne stanche di raccontare vite inutili e preformate,
dai corpi sfracellati da in-fedeli mezzi meccanici,
dalle membra imbastardite da un cosmetico o una griffe.

Mai chiedere se si vuol sapere, mai “far parte di” se il mondo è tuo, ma anche se non lo è.
Mai raccontare della serenità di un pianeta imperturbato da troppi laidi esseri umani,
mai spiegare che nulla è nascosto e nulla è rivelato solo dove tutto è cancellato, eraso, distrutto.
mai scoprire che la Morte ed il Futuro sono una sola medaglia con una sola faccia.

Perchè parlare, quando, eccetto te stesso, in questo mondo non c’è proprio nessuno ad ascoltare?

WikiLeaks racconta i Casalesi

13 Gen

WikiLeaks riporta quanto riferito dal console generale Usa a Napoli, J. Patrick Truhn, riguardo la Camorra, nel giugno 2008.
Si parla di “importazioni a basso costo”, come “le mele cariche di pesticidi della Moldova” o il “sale del Marocco infestato da Escheritia coli”, menzionati da un “comandante dei carabinieri” di Napoli.
Il diplomatico USA racconta di “due terzi” dei panifici nelle mani della camorra dove si utilizzano materiali tossici, come anche le “fabbriche illegali che fanno mozzarella e usano latte in polvere boliviano” o “le industrie che risparmiano l’80%” affidando la gestione dei rifiuti tossici alla camorra”.

Secondo il console generale Usa a Napoli, J. Patrick Truhn, che cita nel suo dispaccio Roberto Saviano, “la gran parte di queste industrie è al nord”.

Nei dispacci si legge anche che “nonostante le imprese americane stabilite nel sud non si siano lamentate con il Consolato generale di Napoli della criminalità organizzata, innumerevoli potenziali investitori hanno espresso al nostro ufficio commerciale una certa riluttanza a investire per paura della mafia”.
“Alla fine, i costi della criminalità organizzata vengono avvertiti, direttamente o indirettamente, da quasi ogni cittadino italiano”.

Ci volevano l’ambasciatore USA e Wikileaks per scoprirlo?
Forse son questi i fatti che un sistema mediatico opaco ed oscuro non ci racconta, visto che da un ventennio è possibile leggerli sui quotidiani locali del Sud, ma non sulle agenzie.