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Governo Letta a fine corsa?

27 Set

Ben vengano le dimissioni dei parlamentari del PdL, se fossero il risultato di una loro spontanea e indipendente decisione. E ben venga un governo PD con M5S se, finalmente, dovessimo riuscire a riformare giustizia, sanità e dirigenze apicali.
Cos’altro dire in un Paese dove anche i più blandi tentativi di ridurre le Provincie e di intaccare le super-pensioni si sono infranti per sentenza della Suprema Corte, mentre questioni essenziali per la democrazia e la nostra Costituzione sono ancora tutte lì: Porcellum, conflitto di interessi, leggi su droghe e immigrati, coppie gay e chi più ne ha più ne metta.

Vignetta di Vincino per Il Foglio

Cos’altro dire se tutti sappiamo da mesi che il capolinea del Governo Letta coincideva con il congresso del Partito Democratico e che saremmo andati a votare a febbraio per acclamare Matteo Renzi, il Berlusconi ‘quasi di sinistra’.

Lo stesso Antonio Polito, che è certamente un moderato di sinistra, scrive oggi su Corserache l’esecutivo Letta è al capolinea. Non avrebbe senso assumere altri impegni di bilancio, per evitare l’aumento dell’Iva o il ritorno dell’Imu, quando non si sa chi potrà rispettarli. In questi mesi, anche per gli errori di un governo che ha sommato invece di selezionare le pretese dei partiti, Letta non è riuscito a domare il fronte di chi voleva le elezioni a febbraio e che ha sfruttato la vicenda giudiziaria di Berlusconi per averle.

Annunciano tasse per altri 10 miliardi di euro, se il governo cadrà, e mentono, dato che ne sono già iscritti a debito circa 25 per le minori entrate derivanti da IMU, perdita del PIL e minori entrate dal gioco d’azzardo. Come se la gente possa credere a questi appelli alla ‘responsabilità’, dopo i salassi di Mario Monti, le lacrimucce di Elsa Fornero e la spesa pubblica che continua a salire.

Come se non sapessimo già che la metà degli italiani difficilmente andrà a votare e un altro quarto è ‘sempre e comunque’ di centrodestra.

Matteo Renzi, il Partito Democratico (e la CGIL) vogliono governare con la maggioranza assoluta in Parlamento e un minoranza assediata dal malcontento popolare e dalla diffidenza dei mercati? Berlusconi spera un un ultimo successo elettorale per arrivare egemone ad una rinnovata Grosse Coalizione de Noartri?

Al punto in cui siamo, che facciano pure. Noi italiani, alle urne, non ci saremo.

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Mario Monti, finalmente Supermario?

24 Lug

Domenica scorsa, Eugenio Scalfari, che per mesi aveva difeso a spada tratta il Governo Monti e la legislatura corrente contro pressappochismi e qualunquisti vari, in nome dello Spread e della Mitteleuropa, annunciava la necessità di terminare questo parlamento ed andare ad elezioni anticipate con una coalizione ‘montiana’ tra ‘Sinistra Democratica’ ed UDC, PdL e FLì … … …

Oggi, da Mosca, le agenzie battono la risposta di Mario Monti e, finalmente, assistiamo ad un ‘atto politico’ da parte del nostro Premier, che ci permette di capire – leggendo tra le righe – sia quali siano i suoi effettivi punti di vista, rispetto la crisi dell’Eurozona, sia quanti ‘piedi in due scarpe’ sia costretto a tenere dai partiti della ‘sua’ maggioranza e dai veti incrociati.

E così scopriamo che Mario Monti è tutt’altro che d’accordo con Angela Merkel e con la Deutsche Bank di Ackermann, che l’Italia non sta messa così male come sbraitano i media, che il suo è un governo tecnico, che a lui tocca salvare la ‘cassa’ e che la riforma della Casta e della PA compete al Parlamento, cioè ai partiti.

Era ora.

Mi hanno chiesto di assicurare la gestione del Paese fino alla primavera del 2013. A fine del mio mandato di premier io rimarrò, come lo sono adesso, un senatore a vita“.

Oggi ho il potere diretto dello Stato, rafforzato dalle leve predisposte dalla Costituzione.
Tenendo conto che non avevo mai desiderato tale potere, lo valuto come una possibilità unica di provare a cambiare la realtà politica, economica, sociale, spirituale, avendo a disposizione per questo delle leve potenti. Questo è al contempo il potere, ma anche un’enorme responsabilità“.

Il nostro paese si basa su fondamenta solide. E’ vero che abbiamo il debito estero più alto, è vero, altresì, che il livello dei debiti privati dei cittadini è uno dei più bassi in Europa, grazie ai risparmi accumulati nei decenni dalle famiglie italiane“.

La colpa non è dell’Italia, ma delle incertezze sullo scudo dell’Ue. E’ ovvio che c’è grande nervosismo sui mercati ma per motivi che hanno poco a che vedere con problemi specifici dell’Italia ma piuttosto con notizie, dichiarazioni o indiscrezioni sull’applicazione delle decisioni del Consiglio Ue“.

Ho avuto l’occasione di lavorare nella Commissione europea e in questo senso ho dei vantaggi.
Conosco abbastanza bene gli affari europei, ma il mio difetto è quello di essere un principiante in qualità del capo di un governo nazionale e non sono così esperto nelle questioni che riguardano la gestione politica“.

Pongo molta speranza e  auspico che in quel momento i partiti politici sappiano assumersi tutta la responsabilità.
Speriamo che una buona legislazione elettorale possa facilitare la vita politica“.

Prendiamo atto, dunque, che da oggi abbiamo un capo di governo a tutto tondo, capace anche di esprimere dissenso e disappunto verso le azioni politiche altrui.

Capace anche di prendere il toro per le corna come si chiedeva da tempo?  Che sia finalmente arrivata l’ora di Supermario, il tecnico ‘ammazzacattivi’ del videogame della Nintendo?

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Scalfari, il PD ed il v(u)oto anticipato

23 Lug

Son trascorsi pochi giorni o settimane da quando Eugenio Scalfari, nei suoi domenicali, difendeva a spada tratta il Governo Monti e la legislatura corrente contro pressappochismi e qualunquisti vari, in nome dello Spread e della Mitteleuropa, e da quando Antonio Polito, in un editoriale, annunciava vittoria su un’adombrata lobby che mirava alle elezioni anticipate ed al ritorno al passato.

In effetti, a leggere giornali e ad ascoltare le dichairazioni di ‘leader’ di partito, nulla in quai giorni lasciava adombrare tutto questo, ovvero la necessità di un Monti bis o delle elezioni, se non qualche tentennamento di Pier Ferdinando Casini e le critiche di questo (e pochi altri) blog.

Al di la di quanto NON sono riusciti a raccontare i nostri media, andiamo a constatare che le crepe in questa maggioranza ed i dubbi sulla ‘cura che amamzza il cavallo’ erano esistenti e consistenti: fatto sta che Eugenio Scalfari, nel suo domenicale, se ne venga fuori con frasi eloquenti, quanto sorprendenti.

Il colloquio con il Quirinale (ndr. dell’altro ieri) aveva tutt’altro tema; un tema che Monti sta rimuginando da tempo e che al punto in cui siamo riteneva indispensabile sottoporre al capo dello Stato: l’eventuale anticipo delle elezioni entro il prossimo ottobre anziché attendere l’aprile del 2013 come finora si pensava e come i tre partiti della “strana maggioranza” si erano impegnati a garantire. Non crisi pilotata, dunque, ma scioglimento delle Camere e nuove elezioni.


Perchè mai questo parlamento dovrebbe voler approvare una legge elettorale per poi essere sciolto è un mistero, visto che sono sette anni – dai tempi del Prodi bis – che sussite il problema, che non riguarda solo il numero degli eletti e come sceglierli, ma anche l’ammissibilità dei pregiudicati, la formazione delle liste, l’effetto delle alleanze, i premi ed gli sbarramenti.

A partire dalla ripresa settembrina i partiti entreranno di fatto in campagna elettorale; le distanze e le crepe all’interno della strana maggioranza aumenteranno per ovvie ragioni elettorali e le forze d’opposizione a loro volta accresceranno i toni per convogliare i voti dei ceti che sopportano i maggiori sacrifici della politica di rigore. Insomma, l’atmosfera peggiorerà e l’azione di governo rischierà di risultare paralizzata, come in parte sta già avvenendo. I mercati ne approfitteranno spargendo sul fuoco politico il loro olio ribassista.”

Ma questo lo sapevamo già, egregio dottor Scalfari, dall’anno scorso, da prima o durante l’insediamento di Mario Monti. Forse è per questa incombenza che l’azione del governo ha sorpreso (deluso) tanti: tutto preso dai salvataggi della Cassa Depositi e Prestiti, di Finmeccanica, di Unicredit e degli altri orticelli della finanza italiana, Supermario s’è dimenticato (o ha tralasciato) la ‘politica’, ovvero la sua funzione di Presidente del Consiglio di una strana, provvisoria e grosse koalition da ristrutturare al più presto.

Che cosa pensi Napolitano su quest’argomento è impossibile dirlo, ma un punto è chiaro: il calendario è strettissimo. Se si decidesse di votare entro la fine di ottobre bisognerebbe sciogliere le Camere nella seconda metà di settembre. Prima di allora occorre che il Parlamento approvi una nuova legge elettorale perché andare a votare con questa è escluso“.

Eh già, il calendario è strettissimo … ma guarda un po’ …

La decisione naturalmente spetta al presidente della Repubblica al quale la Costituzione conferisce il potere di scioglimento anticipato della legislatura. Dice esattamente così la Costituzione e non mette alcun paletto a questa prerogativa presidenziale. Naturalmente non sarebbe certo uno scioglimento determinato dal cattivo esito della politica di Monti. Al contrario: proverrebbe da una valutazione positiva dell’operato del governo e dai suoi dieci mesi di attività.

Per l’amor di Dio, “non sarebbe certo uno scioglimento determinato dal cattivo esito della politica di Monti” e cosa mai allora, visto che Supermario poteva assumere un incarico puramente tecnico e temporizzato, con ben altri scopi, metodi ed esiti?

È possibile che un partito come il Pd proponga ai suoi elettori un’alleanza politica che attui il programma economico montiano ed abbia come alleato il partito di Berlusconi? La risposta è sicuramente no.Il tema di oggi è un altro e si risolve con un’alleanza della sinistra democratica con un centro liberale per proseguire il montismo dando spazio allo sviluppo e all’equità, naturalmente nel quadro europeo”, che “ha come obiettivo finale la nascita di uno Stato federale al quale gli Stati nazionali cedano una parte della loro sovranità, soprattutto per quanto riguarda la politica di bilancio e quindi il fisco, la spesa, la politica dell’immigrazione, le grandi opere infrastrutturali europee, i diritti e i doveri di cittadinanza. In questo quadro, la Germania ha un ruolo di grande rilievo.”

L’Europa del partito unico e della cleptocrazia, come tanti tedeschi (almeno il 30% tra Grunen, Linke e Piraten) lamentano riguardo la ‘Grosse Koalition” (si traduce Ammucchiata) che sostiene Angela Merkel?

Una parte notevole dei votanti per il Pd e del bacino potenziale ha la fisionomia di quella che un tempo si chiamava sinistra democratica. La sinistra democratica può essere disponibile ad allearsi con partiti d’ispirazione liberale, non certo con il partito proprietario berlusconiano. In esso i veri liberali non mancano. Si facciano avanti“.

Un Partito Democratico alleato dell’UDC di Cesa e Casini, del PdL di Alfano, Giovannardi e Pisanu, di FLi di Gianfranco Fini? Ma questo è un partito, un’alleanza di centrodestra, mica di ‘sinistra democratica’.

L’attacco in corso contro il presidente della Repubblica persegue un fine di destabilizzazione al tempo stesso istituzionale e politico. Vuole colpire Napolitano e indebolire Monti. … Qual è dunque l’accusa? Non c’è, è inventata, è una manipolazione di marca eversiva. Il tema è di capire se il ricorso – necessario – di Napolitano alla Corte impedisca l’accertamento della verità sulla morte di Borsellino. Un accertamento che non ha e non può avere come obiettivo la cosiddetta verità storica, ma la verità che riguarda i reati, quali reati e commessi da chi. Finora e da vent’anni questa verità non è stata accertata o lo è stata in modo drammaticamente sbagliato.

Finalmente, ci si pone il dubbio “se il ricorso – necessario – di Napolitano alla Corte impedisca l’accertamento della verità sulla morte di Borsellino”, ovvero se la trattativa con la Mafia – che non sarebbe di per se reato, incredibile ma vero – non abbia comportato, nella volontà di alcuni o come mera conseguenza, l’occultamento della verità.
Eppure, contestualmente, si rinuncia a lanciare il ‘sasso nello stagno’, paventando “un fine di destabilizzazione al tempo stesso istituzionale e politico“.

Se qualcuno si stava chiedendo quale abisso della politica ci dovesse attendere andando alle elezioni anticipate, eccone un preciso esempio.  Tra l’altro, i tempi non sono ‘strettissimi’, come solo adesso si sta accorgendo la vetusta intellighentzia italiana.

Anzi, a dire il vero i tempi sono ‘over’, la riforma della politica andava conclusa in primavera, lo si scrive da tempo. Adesso è troppo tardi per ripristinare un minimo di consenso diffuso e ricompattare ‘ideologie ed alleanze’ in vista di ottobre, mentre le prevedibilissime turbolenze finanziarie sconsigliano vivamente di votare tra novembre e gennaio.

La frittata, egregio dottor Scalfari, è fatta, anzi l’avete fatta.

Adesso, abbiate almeno il senso di responsabilità di prendere il toro per le corna e riformare Casta ed Amministrazioni locali nei due o tre mesi che ci restano, magari scopiazzando da Hollande una patrimoniale ‘patriottica’ sui redditi e collegandola a provvedimenti di riduzione della pressione fiscale a partire dal 2013, mentre la BCE di Draghi e la Deutsche Bank – finalmente libearatasi di Ackermann – si decidono a creare un’unione bancaria europea e por fine a questa mattanza.

Il voto? A febbraio o marzo, si spera. Non è con PD-UDC-PdL ‘contro tutti’ che si esce da questa situazione, la Grecia ed i suoi governi evanescenti dovrebbero  – almeno questo – avercelo insegnato.

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Il partito antispread, per un’Europa ‘civile e responsabile’

9 Lug

L’avevo detto ‘io’ … Mario Monti non aveva le risorse per superare il Ferragosto e solo un cambiamento (rimpasto?) reale od una manipolazione delle regole – la solita pubblica opinione mal trattata – avrebbe potuto consentirgli di arrivare a Natale, ovvero a fine legislatura.

Il cambiamento reale – ovvero il rimpasto di governo e lo ‘spazio alla politica’ – non c’è stato, ma il ‘gioco delle tre carte’ si, quello si.

Così andando le cose, ci ritroviamo – a luglio, come l’anno scorso, allorchè iniziò l’avventura dei tecnici del Potere al potere – nel caos generalizzato.

Prima si annuncia un deficit sui conti di svariati miliardi di euro e si propone di innalzare l’IVA in un paese in piena recessione, con disoccupazione ed inflazione in crescita. Le cause? I soliti evasori …

Poi, si predispone una spending review che nella forma e nella sostanza sembra proprio essere una manovra correttiva. Una cosa che un governo tecnico e così arrogante non dovrebbe permettersi, se non fosse che al PD tutto quel che accade non leva troppo consenso e, soprattutto, non intacca il potere ‘reale’, quello negli enti locali e nelle aziende collegate. Dunque, ‘evviva Mario Monti’,  sobrio “giansenista” ed austero “riformatore”.

Infine, la manovra correttiva chiamata ‘spending review’ prende forma nella sua interezza: 22 miliardi di euro, soldo più soldo meno. Una cosa da piangere, se non fosse per l’assoluta follia di quello che è accaduto dopo, nel corso di questo fine settimana.

Come non ammirare l’equilibrismo di Pierluigi Bersani, che riesce a dire tutto ed il contrario di tutto: «Nel decreto ci sono cose buone e le appoggeremo con convinzione. Ci sono anche cose da correggere. Quello che soprattutto non va riguarda il taglio delle risorse agli enti locali, già troppo indeboliti, e l’intervento sulla sanità. In particolare, per ciò che riguarda la sanità, l’errore è prima di tutto tecnico. Si rischia il bis della vicenda esodati».

Il problema, dunque, non sono i 14.000 posti letto che verranno tagliati in un paese dove si attendono mesi per un banale intervento chirurgico e dove chi usa farmaci ‘salva vita’ non può scegliere la struttura di ricovero. Il problema di Bersani e del PD tutto sono i medici ‘esodati’ …

Il problema del Partito Democratico è il “taglio delle risorse agli enti locali”, proprio quelli che, ogni anno, spendono 2,5 miliardi di euro in stipendi e spese dei consiglieri di amministrazione degli enti strumentali … quelli che hanno bisogno di migliaia di consiglieri e relativi impiegati per manutentare le strade provinciali e gli istituti superiori …

Preso atto che le Province restano ma le sedi giudiziarie no, ritorniamo a Mario Monti ed alla follia in cui ci ha portati, che i bizantinismi del Partito di Massimo D’Alema non possono nascondere e che trova conferma in ben altre affermazioni, ben più esplicite, di questi giorni.

“Abbiamo vissuto 30 anni da cicale, ora dobbiamo iniziare a pensare da formiche, anche se l’obiettivo del pareggio di bilancio mi sembra ampiamente esagerato. Dobbiamo anche evitare la macelleria sociale, ma si deve razionalizzare e semplificare la P.A. perché abbiamo ridondanze che vanno eliminate”. (Giorgio Squinzi)

“Mi permetto come esponente del governo di invitare a non fare il danno delle imprese, dichiarazioni di questo tipo, come avvenuto nei mesi scorsi, fanno aumentare lo Spread, i tassi di interesse a carico non solo del debito pubblico, ma anche delle imprese”. (Mario Monti)

“Dichiarazioni come quelle di Squinzi, sia nel merito che nel linguaggio, non si addicono a un presidente di Confindustria, fanno male e sono certo che non esprimano la linea di una Confindustria civile e responsabile”. (Luca Cordero di Montezemolo)

Per il presidente di Confindustria, il problema è quello di mettere in atto delle riforme sostenibili dal paese, intervenendo con una almeno minima equità (imposta patrimoniale?) ed eliminando gli sprechi della politica.
Per il capo del governo, la questione si pone tutta in termini di spread che aumenta (sic!), un moloch che, però, poco dipende da noi, specialmente dopo che la BCE di Mario Draghi, come la FED, ha praticamente azzerato il costo del denaro.
Per l’erede più famoso di una delle più grandi fortune italiane, è un problema di ‘civiltà e responsabilità’ se disturbare o meno il ‘conducente’ … cosa mai dovevamo aspettarci?

Intanto – non iniziate a ridere o piangere fragorosamente – i sondaggi raccontano che gli italiani sarebbero ben felici di vedersi ridurre i servizi pur di pagare meno tasse … e La Repubblica titola “Monti, missione per salvare l’euro: “Io al governo nel 2013? Sto valutando. Non farei il bene del governo se dessi adesso una disponibilità” … … …

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