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Jorge Mario Bergoglio sj: i dettagli che contano

14 Mar

Riguardo l’elezione a Pontefice del Cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio sj, se ne stanno scrivendo tante e tante altre se ne scriveranno.
Come al solito, ciò che conta è nei dettagli.

Infatti, sappiamo tutti che Papa Francesco proviene dall’Ordine dei Gesuiti, dove iniziò il noviziato nel lontano 1958, all’età di 21 anni.

Non tutti sanno ed ancor pochi ricordano che questo significa che il giovane Jorge Mario fece voto di povertà più di 50 anni or sono, come d’obbligo per tutti i Gesuiti.

Un Ordine, fondato da Sant’Ignazio di Loyola e riformato da Matteo Maria Ricci sj, che fa dell’obbligo di castità, di povertà e di obbedienza il proprio punto di forza.
Uomini che vivono sobriamente, senza possedere denaro, condividendo tutto per la redenzione dell’Uomo, esplorando sia la Realidad sia la filosofia e le scienze perchè lo Spirito Santo è conoscenza, devoti a Maria, simulacro della Vita e della Madre Universale.
Religiosi che per primi, in Europa come nelle Americhe, si batterono per i diritti umani degli indios e degli operai, che fondarono già nel 1600 consorzi artigiani, aziende cooperative, società di mutuo soccorso operaio, residenze protette per le ragazze madri.

Un Ordine ed un modo di intedere il Cristianesimo che ha pagato duramente la sobrietà, l’impegno sociale, il senso di responsabilità pubblica dei cattolici, la visione globale del mondo e della spiritualità di cui si è sempre fatto promotore.
Una Società di Cristiani (Societad de Jesus) che fu punita per aver sostenuto i deboli in Sudamerica, per aver osteggiato la monarchia assoluta in Europa, per aver incardinato missioni in Cina e lanciato un ponte tra Oriente ed Occidente.

Una garanzia per chi teme una Chiesa ‘dalle mani sporche’, un problema per chi ha tramato e speculato in questi ultimi 30-40 anni, un’apertura ineguagliabile verso l’Asia e le Americhe, un rinnovamento che somiglierà – se Papa Francesco avrà successo – ad un ritorno alle origini.

Intanto, parafrasando Malachia, prendiamo atto che un Papa chiamato Francesco è quanto di più somigliante all’espressione ‘de gloriae olivae’ …

Non sarà un pontificato facile, che avrà bisogno del sostegno degli uomini e della Provvidenza, ma nominare Jorge Mario Bertoglio al soglio pontificio significa anche riprendere, riallacciare, sciogliere i nodi che l’enciclica ‘Lumen Gentium’ lasciò aperti tanti anni fa, proprio mentre l’Argentina viveva sotto una dittatura feroce.
Difficile credere che un gesuita si sia associato a certa canaglia in alta uniforme, più probabile l’ipotesi che Papa Francesco – quando era Direttore del Collegio Massimo di San Miguel a Buenos Aires – abbia seguito l’insegnamento evangelico del ‘date a Cesare quel che è di Cesare’.

Di qui l’unica, principale perplessità sull’augusto personaggio: non è di sola preghiera che si sfama l’uomo.
Una perplessità che andrà in second’ordine, se il Vaticano inizierà a percorrere la lunga strada che necessita per liberarsi da 2000 anni di Curia romana ed affari di bottega italo-franco-bavaresi.

Il fatto che Papa Francesco si sia immediatamente ricordato che ‘c’è da evangelizzare questa bella città di Roma’ la dice lunga sulle sue effettive e ben promettenti intenzioni.

Habemus Papam, è pure gesuita ed ha preso il nome di San Francesco.

originale postato su demata