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Perché Roma brucia?

10 Lug

Roma brucia, ma non prendiamocela con Gualtieri: un guaio simile non sorge in pochi mesi.

Prima di lui, c’erano Raggi, Marino, Alemanno, Veltroni a … combattere con l’espansione di una metropoli che poteva contare scarse risorse proprie del territorio, ma negli Anni 70-80 fu urbanizzata con una modesta densità demografica, programmata per una bassa formazione professionale, sviluppata con tanto territorio e poche infrastrutture.

Dunque, c’è un declino iniziato per scelte fatte in piena speculazione edilizia per aumentare la popolazione e il Pil, senza adeguate premesse di crescita. E di questo Roma se ne è resa conto solo dopo il tentativo del Sindaco di Rutelli di modernizzarla come amministrazione e trasporti.
Dopo di che, inevitabilmente, le Giunte hanno subito il degrado delle già carenti infrastrutture urbane con Veltroni (ndr quando le ‘buche’ divennero normali a Roma), poi quello della burocrazia capitolina conai tempi di Alemanno (ndr gli scandali), poi quello dei servizi tecnici e demaniali con Marino (ndr commissario prefettizio), infine quello dell’immondizia e dei trasporti con la Giunta Raggi.
E sono ancora sul tavolo.

Dunque, non prendiamocela (solo) con il Sindaco Gualtieri, se non per la temerarietà di candidarsi ad una mission impossible come fare il sindaco di Roma … dopo NON aver promesso ‘lacrime e sangue’.

Fatto sta che, a proposito di prevenzione incendi:

  • se costruisci una città su un colle arido e ventilato invece che a riva di fiume come voleva tuo fratello Remo … già parti male;
  • se la estendi nelle forre comprendo tutti i rivi, tanto ci pensano liberti e schiavi … ti predisponi bene;
  • se la tieni come fosse qualcun altro ad occuparsene e accumuli roba infiammabile per qualche secolo … sei a buon punto;
  • se ognuno fa come gli pare e so pure ‘gnoranti (che qui significa ‘ostinato’), “semo solo noi” … e tanti auguri a tutti.

Alla fine degli Anni ’90, due aree urbane delle dimensioni di Roma vennero colpite da forti terremoti che ne devastarono le infrastrutture, lasciarono molti edifici degradati, indebolirono il business, l’occupazione e il reddito.
A Kobe – con la mentalità giapponese – servirono quasi 10 anni per rimettersi al passo.
A Los Angeles, invece, la percezione del disastro collettivo e il senso di insicurezza sono stati tra i fattori speculativi che prima hanno consentito di ‘sorvolare’ sulla situazione e poi … hanno disastrato il mercato assicurativo-immobiliare.

Demata