Tag Archives: alcolici

Giunta Raggi, Roma: addio Movida alcolica, graffiti, abusivi, eccetera

4 Feb

Il nuovo Regolamento di Polizia Urbana della Giunta a Cinque Stelle decreta la fine della Movida a Roma, almeno nella sua versione alcolica, maleducata, meretrice e degradante.

37677.jpg

Foto da romait.it

Infatti, secondo quanto già annunciato dal sito istituzionale:

  1. dalle ore 22.00 (e fino alle 7.00) è vietata la vendita di bevande alcoliche e superalcoliche al dettaglio e per asporto (negozi), nonché attraverso distributori automatici e presso le attività di somministrazione di alimenti e bevande (snack bar e ristoranti);
  2. un’ora dopo (ore 23.00) scatta il divieto di consumo di alcolici in ogni genere di contenitore nelle strade pubbliche e nelle aree verdi ;
  3. dalle ore 2.00 (e fino alle 7.00) è totalmente vietata la somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche anche da parte di chiunque risulti autorizzato alla somministrazione medesima e nei circoli privati
  4. nelle strade e piazze è sempre “vietata l’offerta e la vendita di bevande da parte di soggetti non autorizzati” e sarà possibile intervenire nei “luoghi sensibili o comunque soggetti a consistenti flussi turistici, contro soggetti e attività che ne impediscono la fruizione”, come i parcheggiatori abusivi, ad esempio
  5. vietato salire su metro, bus e tram “in stato di palese alterazione psico-fisica a seguito di assunzione di bevande alcoliche e/o sostanze stupefacenti o psicotrope”
  6. vietato anche “dare luogo ad esecuzioni canore e musicali non autorizzate” in pubblico, come è fatto obbligo che  “l’emissione sonora generata dai medesimi strumenti a bordo di veicoli, sia in sosta che in movimento, non deve propagarsi al di fuori dell’abitacolo dei veicoli stessi”
  7. sarà fatto “divieto di esibire nudità o assumere comportamenti diretti inequivocabilmente a offrire prestazioni sessuali, di ingaggiare o appartarsi in luogo pubblico”
  8. arrivano anche „sanzioni antigraffiti”, oltre alle conseguenze penali, i responsabili dovranno provvedere al ripristino dei luoghi e dei monumenti danneggiati, tra cui scuole, ospedali, università, musei, aree adibite a verde pubblico o comunque soggetti a consistenti flussi turistici.
  9. a tutti potrà essere ingiunto (Daspo urbano) di rimanere lontani dai posti in cui è avvenuta la trasgressione da 48 ore fino a 60 giorni.

Ad ogni modo, il Regolamento non è stato ancora pubblicato e il delegato alla Sicurezza, Marco Cardilli, precisa che saranno vigenti “da quando il regolamento, approvato dalla Giunta, riceverà l’ok anche dal Consiglio comunale e da quando la giunta, con atto successivo, avrà stabilito anche le sanzioni che si applicheranno alla singola fattispecie prevista”.

D’altra parte qualcosa da ‘limare’ c’è, se …  sarà “vietato esporre o stendere all’aperto non solo la biancheria, ma anche “qualunque altro oggetto visibile dalle vie e piazze pubbliche”: mica anche le fioriere e la bandiera della Roma o quella della Lazio?
E qualcosa da aggiungere, magari per la ditta della nettenza urbana che non svuota i cassonetti in orario … se sarà addirittura vietato gettare i mozziconi.

Ad ogni modo, se resteranno quelle norme sulla Movida, è già un bel passo avanti. Adesso sarà da capire se e come Roma Capitale riuscirà a pattugliare la città di giorno e, soprattutto, di notte …

Demata 

Consumo alcolici in pubblico: otto domande da conoscere

22 Giu

Negli Stati Uniti, Norvegia, Finlandia, Russia e Polonia, Spagna e Canada bere per strada è generalmente vietato.
Il resto dei paesi occidentali hanno norme che consentono che vietano o consentono di vietare il consumo di alcolici in determinati luoghi pubblici (centri storici, stazioni, sale da gioco, in prossimità di scuole o chiese).
Tutti sanzionano severamente chi vende alcolici ai minori dell’età fissata (da 14 a 21 anni a seconda dei casi).
Tutti autorizzano l’uso ‘moderato’ della forza (contenimento e fermo)  da parte di polizia e sanitari verso gli ubriachi, che – a tal punto – rischiano di esser perseguiti per resistenza a pubblico ufficiale.

Nessun ordinamento si sogna di considerare tutto questo un qualcosa di repressivo.

La Spagna (nonostante divieti appositi), l’Italia, la Francia, l’Inghilterra e la Germania sono particolarmente tolleranti verso il consumo di alcolici in pubblico, perchè questo ‘vizio’ sostiene una bella parte dell’industria agroalimentare e del settore intrattenimento.

In buona parte della Scozia e a Belfast, come in alcune zone urbane dell’Inghilterra, si sente ancora oggi l’effetto di leggi tradizionali (under the Edinburgh by-law) e il consumo in pubblico è sottoposto a limitazioni notevoli. Negli Stati Uniti, è normale che i cassieri chiedano la carta d’identità ad ogni giovane acquirente. In alcuni Stati, non solo è vietato il consumo in pubblico, ma è anche vietato ai minori di stare seduti allo stesso tavolo di altre persone mentre bevono alcol, se non di entrare nei locali.

Gli oppositori del consumo in luoghi pubblici ritengono che permetterlo provocherebbe maggiore consumo, binge drinking, violenza, insicurezza. I favorevoli al consumo in luoghi pubblici ritengono che non è l’alcol a creare problemi, ma le condìdizioni sociali.

Le persone di buon senso si pongono domande svariate, alcune ‘di destra’, altre ‘di sinistra’, altre non si sa. Solo domande che attendono risposte.

  1. Sul tabacco esiste una campagna ossessiva e sulla cannabis sussistono preclusioni religiose, ma – allora – perchè l’alcol viene così tollerato, anzi talvolta ancora consigliato dopo i pasti’?
  2. Quali sono le terribili condizioni sociali che spingerebbero alla violenza e al binge drinking, persone che hanno la disponibilità finanziaria per acquistare frequentemente notevoli quantità di alcolici?
  3. Come è possibile che il nostro sia l’unico Paese al mondo dove nessun minorenne osa presentarsi alla cassa per comprare alcol, se nessuno di noi ha mai visto un cassiere chiedere un documento?
  4. Per quale motivo gli interessi di alcuni commercianti e di alcuni produttori di alcolici devono prevalere su quelli di tanti residenti,di tanti imprenditori e di tante famiglie del tutto ostili al consumo di alcolici per strada?
  5. Come far intervenire in una piazza piena di ubriachi una pattuglia o un’ambulanza o tutte e due, in caso di necessità per un malore, ad esempio, od una rissa?
  6. Come garantire la sicurezza degli ubriachi e di chi è con loro in caso di incendio, disastro, calamità, panico e atti criminali vari?
  7. Fa più male fumare dieci sigarette  o un paio di spinelli in un giorno oppure bere come minimo due litri di vodka ed una decina di birre ogni week end? E quale dei tre ‘vizi’ costa di più a chi lo ‘ama’ e al resto della società?
  8. Il consumo diffuso di alcol – specie se in pubblico, cioè social – è un deterrente o un facilitatore dell’uso di droghe che danno forte e rapida dipendenza? E quanti giovani under-30, tra quelli recidivi per reati violenti e/o determinati da futili motivi, sono anche forti bevitori?

Demata

Italia alcolica. Etilismo e salute vs. industria del vino /aiuti pubblici: i dati

1 Giu

I dati dell’Organizzazione Mondiale per la Salute per il 2012 segnalano che a livello globale si consumano 6,2 litri annui di alcol puro a persona.
Considerato che il 38,3 per cento della popolazione mondiale non consuma alcolici e aggiungendo un altro 40% che beve poco o pochissimo, arriviamo a non meno di 15-20 litri annui di alcool puro a testa di media per i così detti bevitori abituali, moderati o esagerati che siano.
La media italiana (6,7 lt) e bielorussa (17,5 lt) sono una conferma esemplare del dato, anche se, forse, c’è qualcosa che non torna nei dati italiani: se un comune vino italiano, in bottiglia da 0,75 litri, contiene l’11 %Vol di alcool, mezza bottiglia  (o quattro bicchieri colmi) al giorno e siamo già arrivati a 15 litri annui di alcool consumato … 

A dispetto di un consume medio di alcol in Italia relativamente rassicurante, l’8% dei maschi italiani si è ubriacato pesantemente (consumando oltre 30 grammi di alcol puro) almeno una volta nell’ultimo mese. I dati dell’ISTAT indicano che il 75% degli italiani consuma alcool (l’87% degli uomini e il 63% delle donne). Il primo bicchiere viene consumato a 11-12 anni; l’età più bassa dell’intera Unione Europea (media UE 14,5 anni).

Esempio di pubblicità di alcolici con bambini testimonial

In condizioni simili, i dati spagnoli fissano l’inizio del consumo di alcol tra i minorenni a soli 13,9 anni di media, il che significa che molti iniziano ben prima, e, infatti, l’82% degli adolescenti ha bevuto alcol nell’ultimo anno e il 74% nell’ultimo mese. Sei su 10 ragazzi tra i 14 e 18 anni si sono ubriacati più di una volta, e di questi uno su cinque afferma di averlo fatto negli ultimi trenta giorni.

I bevitori a rischio in Italia sono oltre 3 milioni (> 5% popolazione, almeno il 10% dei maschi adulti), che vanno ad aggiungersi ad un milione di alcolisti classificati.

Nel 2000 817.000 giovani di età inferiore ai 17 anni hanno consumato bevande alcoliche e circa 400.000 bevono in modo problematico. Nel 2012, il 7% dei giovani dichiara di ubriacarsi almeno tre volte alla settimana ed è in costante crescita il numero di adolescenti che consuma alcool fuori dai pasti (+ 103% nel periodo 1995-200 tra le 14-17enni).

Anche i dati sul Binge Drinking sono in crescita come nel resto dei Paesi europei e, presumibilmente, sottostimati, specialmente per  gli adolescenti, dato che consiste nel restare alticci per ore e ore, bevendo almeno 5 drinks per i maschi e 4 per le femmine in un breve lasso di tempo.

Danni dell’alcol

Un ‘bravo’ binge drinker evita di passare da brillo a ubriaco, ma il binge drinking – nonostante quanto credano i bevitori che lo praticano – è comunque associato a tutti i problemi cognitivi e comportamentali, anche a lungo termine, di tutti gli etilisti, oltre a quelli connessi con la gravidanza.

L’etilismo durante la gravidanza è associato alla sindrome alcolica fetale, complicazioni alla nascita e disturbi di tipo neurologico del nascituro. Scompensi nella memoria e nei modelli cognitivi possono riscontrarsi in tutti gli etilisti critici, così come l’incapacità a controllare gli impulsi, specialmente nelle ragazze. In aggiunta, la percezione delle informazioni per via orale o visuale risulta ritardata. Gli studi compiuti sugli adolescenti dimostrano che il consumo etilico critico continuato può causare scompensi cognitivi a lungo termine.

In Italia, il 10% dei ricoveri totali è attribuibile all’alcool. Nel 2000 si stimava fossero  326.000, di cui 100.000 con diagnosi totalmente attribuibile all’alcool (relazione al Parlamento del Ministro della Salute) e, ogni anno, sono circa 40.000 le persone muoiono a causa dell’alcool per cirrosi epatica, tumori, infarto del miocardio, suicidi, omicidi, incidenti stradali e domestici e per incidenti in ambienti lavorativi. Nel mondo la stima è di un morto ogni dieci secondi per cause derivanti o correlate all’alcol, praticamente un decesso ogni 20 è dovuto a consumo di alcol: più vittime di Aids, tubercolosi e omicidi messi insieme.

In Inghilterra, l’etilismo costa al Welfare circa 20 miliardi di sterline l’anno, pari a 17 milioni di giorni di lavoro perduti dovuti alle patologie alcol-correlate, con un costo annuale sul sistema sanitario nazionale di circa 3 miliardi di sterline l’anno.
Nel 2013, uno studio pubblicato dal British Medical Journal, The Lancet, e finanziato dal Centre for Crime and Justice Studies (UK) ha certificato l’alcol come la droga più dannosa di una lista di 20 sostanze diverse. Contrariamente alla percezione popolare, l’alcol è stato posizionato come più distruttivo rispetto sostanze di “classe A” come l’eroina e crack. Lo studio, condotto da un gruppo di esperti del Comitato scientifico indipendente sulle droghe, considera gli effetti nocivi di ciascuna sostanza in base ad una serie di criteri per ricaduta fisica, impatto psicologico e sociale.

Lancet Drugs Risks Ranking Chart The Lancet, Volume 376, Issue 9752, Pages 1558-1565, 2010/11/05

L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda la totale astensione dal consumo di alcol fino ai 15 anni. Per questo motivo, per i minori di 11-15 anni viene considerato come comportamento a rischio già il consumo di una sola  bevanda alcolica durante l’anno.
La stessa OMS stima che i costi annuali sociali e sanitari, sostenuti a causa di problemi collegati all’alcool sono pari al 2-5% del Prodotto Interno Lordo (PIL), il che significa che in Italia staremmo parlando di 30-100 miliardi di euro annui per i costi sociali e sanitari, derivanti dal consumo critico di alcol.

BERTOLDO BERTOLDINO CACASENNOAndando all’industria del vino, La Repubblica racconta come “l’Italia si conferma anche nel 2013 il principale produttore di vino al mondo con 44,9 milioni di ettolitri contro i 44,1 milioni della Francia e i 40 della Spagna”.
Il valore della produzione italiana di vini nel 2012 “è stimabile in 9,1 miliardi di euro e quello del consumo apparente in 4,7 miliardi, assorbiti principalmente da alberghi e ristoranti con oltre sei decimi del totale”. CANTINE RIUNITE & CIV (Campegine – Re) sono il primo produttore di vini con 204,3 milioni di bottiglie. (fonte Mediobanca del 2014)

Un’industria del vino ‘primaria’, che tiene nonostante gli italiani negli  ultimi 10 anni abbiano quasi dimezzato il consumo di vino e che da lavvoro ad oltre 200.000 addetti, ma che ci costa anche molto se Agrinotizie ci spiega anche che, oltre alle normali misure di ‘aiuto’ all’agricoltura, per l’industria del vino italiano è previsto un Programma Nazionale di Sostegno (PNS) abbastanza provvido ed esteso:

  • Ristrutturazione e riconversione dei vigneti – 110 milioni di euro
  • Promozione dei vini sui mercati extra-Ue – 82,4 milioni di euro per il 2011-2012 e di 102 milioni per il 2012-2013
  • Investimenti – fondo di 15 milioni di euro per il 2010-2011 e di 40 milioni per il 2011-2012
  • Vendemmia verde – 30 milioni di euro all’anno
  • Assicurazione del raccolto – fondo di 20 milioni di euro
  • Distillazione dei sottoprodotti – 1,1 euro/grado/hL per le vinacce e in 0,5 euro/grado/hL per le fecce, senza dover pagare un prezzo minimo di acquisto a favore dei produttori, come invece era in passato
  • Distillazione di vino per la produzione di alcol alimentare – 400 euro/ha per il 2010/2011 e a 350 euro/ha per il 2011/2012, per un volume minimo di vino di 25 hL e massimo di 30 per ogni ettaro richiesto
  • Aiuto all’utilizzo di mosti – 1699 euro/grado ettolitro per l’uso di mosto concentrato, e a 2206 euro/grado ettolitro per il mosto rettificato ai produttori della zona mediterranea
  • Consulenza aziendale – rimborso dell’80% delle spese sostenute per i servizi di consulenza aziendale atti a migliorare il rendimento dell’impresa agricola (con un limite massimo di 1500 euro)
  • Politiche per il ricambio generazionale – contributi massimi di 70 mila euro per gli imprenditori new entry con età minore di 40 anni
  • Politiche strutturali – contributo dal 40 al 60% agli investimenti che migliorano il rendimento globale dell’azienda agricola in conformità con le norme comunitarie in materia, tra cui l’acquisto di terreni per un costo non superiore al 10% del totale delle spese ammissibili
  • Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli – 40 al 50% sugli investimenti atti a migliorare il rendimento globale dell’impresa agricola
  • Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie – contributi, che possono toccare il 100% dei costi ammissibili
  • Politiche per la qualità – contributo annuale per cinque anni di 10,000 euro all’anno per azienda
  • Sostegno alla partecipazione a sistemi di qualità – contributo massimo di 3000 euro per azienda agricola
  • Sostegno all’attività di informazione dei consumatori e di promozione dei prodotti alimentari di qualità- cofinanziamento al 70% le attività di informazione dei consumatori e quelle di promozione dei prodotti agroalimentari di qualità che si tengono sul mercato interno europeo (eventi fieristici inclusi)
  • Politiche agroambientali – indennità a favore degli agricoltori che producono nelle zone montane, nelle aree svantaggiate o in altre aree con vincoli ambientali e naturalistici, con un limite massimo di 250 euro/ha
  • Contratti di filiera e di distretto – investimenti (dai 5 ai 50 milioni di euro, senza alcuna percentuale massima per regione) senza parametri minimi per gli investimenti di filiera e del rapporto minimo tra investimenti e produzione agricola
  • Contratti di sviluppo – finanziamento dai 7,5 milioni di euro (per programmi riguardanti solo le attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli) ai 30 (per programmi di sviluppo industriale o commerciale)
  • Agevolazioni Invitalia (in qualsiasi settore) – lavoro autonomo (fino a 25.823 euro iva esclusa per chi vuole avviare una ditta individuale, microimpresa (fino a 129.114 euro per chi vuole avviare una piccola attività imprenditoriale in forma di società di persone
  • Agevolazioni Ismea – fino a un milione di euro per progetto ai giovani imprenditori agricoli che vogliono subentrare nella conduzione di un’azienda
  • Promozione dei prodotti agricoli – finanziamento fino al 90% dellle spese ammissibili di chi promuove e valorizza le caratteristiche qualitative dei prodotti agroalimentari italiani

Ecco perchè un litro di vino qualunque in tetrapack, al supermercato, costa meno  di 2 euro e vini decenti si trovano anche a meno di cinque euro: praticamente li paghiamo noi con le nostre tasse.

Ed, a fronte degli oltre 200.000 addetti e un valore 4,7 miliardi di euro in consumi interni, c’è da considerare – quando si esulta per la crescita dell’industria del vino – che gli alcolisti sono un milione, gli etilisti critici arrivano a tre e che i costi sociali e sanitari dell’alcol in Italia sarebbero di diverse decine di miliardi di euro, mentre gli under40 alticci (e i ragazzini ubriachi) aumentano.

Qualcosa su cui dovremmo seriamente riflettere.

originale postato su demata

Alcol? Molto peggio di eroina e cocaina …

27 Apr

Uno studio pubblicato dal British Medical Journal, The Lancet, ha certificato l’alcol come la droga più dannosa di una lista di 20 sostanze diverse. Contrariamente alla percezione popolare, l’alcol è stato posizionato come più distruttivo rispetto sostanze di “classe A” come l’eroina e crack.

Lo studio, condotto da un gruppo di esperti del Comitato scientifico indipendente sulle droghe, considera gli effetti nocivi di ciascuna sostanza in base ad una serie di criteri per ricaduta fisica, impatto psicologico e sociale.

Lo studio, finanziato dal Centre for Crime and Justice Studies (UK), è stato condotto utilizzando un processo chiamato di modellazione dei dati di analisi decisionale multicriterio (MDA), attribuendo un punteggio  per gli effetti sugli individui e ad altre persone.

Tra le ricadute fisiche di un singolo farmaco sono considerate anche la mortalità specifica, mortalità legata alla droga, dipendenza e compromissione del funzionamento mentale. L’impatto su altri considera il crimine, il danno ambientale, il costo economico,  gli effetti sulle famiglie.

Dei 16 criteri utilizzati in totale, nove sono relativi all’impatto di un solo individuo e sette sulle altre persone. Questi criteri sono stati poi ponderati in base al relativo impatto complessivo.

L’eroina, il crack e la cocaina, le metanfetammine sono risultati essere i farmaci più dannosi per chi le usa, mentre l’alcol, l’eroina, il crack e la cocaina sono stati indicati come i più dannosi per gli altri, ma nella classifica complessiva l’alcol non ha “rivali”.

Nel complesso, l’alcol ha ricevuto un punteggio di 72, battendo tutti gli altri farmaci dello studio, dominando i punteggi nei criteri di costo economico,  avversità della famiglia e lesioni. La mortalità correlata al farmaco è anche elevata, equiparabile, ad eroina e tabacco.

Riguardo la cocaina, in particolare, è probabile che lo studio sottostimi il danno sociale, in termini di corruzione dei poteri e invasività delle mafie, ma è evidente che le norme in uso – in Italia come altrove – sottostimano il danno causato dagli alcolici e sono troppo benevole con le “movide”.

Lo studio, infatti, arriva alla conclusione che l’approccio del governo britannico per la determinazione delle sanzioni penali per possesso e spaccio di droga ha “poco a che fare la prova del danno” e raccomanda vivamente che “una strategia valida e necessaria per la salute pubblica miri ad incidere sui danni causati dall’alcol”.

Tra l’altro, secondo un’altro studio pubblicato da The Lancet in questi giorni, molte ragazze tra i 13-15 anni, specialmente in USA, Austria e Irlanda – sono delle “binge drinker”, cioè bevono cinque o più bevande alcoliche in un giorno. Il coma alcolico tra i teenagers è in allarmante aumento.

Mandando in galera i ragazzini con uno spinello, tollerando gli assembramenti di migliaia di giovani in gran parte “bevuti”, consentendo la pubblicità di alcolici anche in fascia protetta, per non parlare dei bambini usati come testimonial di alcolici (come nella pubblicità di San Crispino delle Cantine Ronco, un “vino per tutti”),  certamente non si fa molto per evitare che i nostri giovani siano in cattiva salute.

Come anche, non legalizzando alcuni consumi – come viceversa accade per la droga più dannosa, l’alcol – si lascia tutto un “mercato” nelle mani delle mafie (il 2-5% del PIL?)  e si rinuncia ad una leva fiscale di molti miliardi, mentre la droga circoli a fiumi senza nessun controllo sulle sostanze usate e senza tener conto che, in non pochi casi, i tossicodipendenti sono quasi ridotti in schiavitù.

Una grande contraddizione  che la “civile” Europa deve andare ad affrontare, un “peccato originale” che gli “atlantici” si portano dietro da quando si tentò di colonizzare la Cina con l’oppio turco.

Anche questo è III Millennio e va a cambiare.

Leggi anche Haschish, tabacco ed alcool

originale postato su demata

Fonte: The Lancet, Volume 376, Issue 9752, Pages 1558-1565, 6 novembre 2010/11/05

Haschish, tabacco ed alcool

27 Gen

Riferendosi sia alle lobby del tabacco sia, indirettamente, a quelle dell’alcool, Sirchia, ex ministro della salute ed autorevole medico, ha anche precisato che “fa piu’ male un pacchetto di sigarette che uno spinello”.

Figuriamoci una bottiglia di vodka a digiuno …

Da notare che la vodka la vendono nei supermercati a chiunque, controllare è impossibile, per uno spinello o poco più si finisce in galera, a marcire in mezzo a criminali professionisti, mentre le sigarette le venderanno, da domani, anche i benzinai, grazie alle liberalizzazioni di Mario Monti.

Eppure, la salute è la prima cosa …

Perchè un cotal governo di “tecnici” non legifera anche in materia di salute pubblica e, soprattutto, non lo fa seguendo dei criteri scientifici e le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità?

Leggi anche Alcol? Molto peggio di eroina e cocaina …

originale postato su demata