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Miliardi sottratti al fisco … per darli al malaffare

17 Lug

I Radicali Italiani stimano che in Italia vengano consumate circa 120 tonnellate all’anno di marjuana o hashish, con un valore al consumo di circa 10 miliardi di euro (costo medio 10 euro per grammo, (dati Huffington Post) ed una percentuale di consumatori in Italia (14,6%) pressochè identica a quella olandese e statunitense.
Se lo Stato applicasse, banalmente, un’Iva del 21%, incasserebbe 2 miliardi di euro l’anno, con minori spese per la sicurezza, le carceri ed i servizi sociali che oggi derivano dall’illegalità delle così dette ‘droghe leggere’.
Inoltre, i dati agroalimentari USA confermano che “la California è lo stato che produce la maggiore quantità assoluta di piantina da fumare, per un guadagno (illegale) che supera persino quella del grano e del frumento messi insieme” e, soprattutto, che i raccolti, nonostante la crisi, non hanno subito grosse variazioni di prezzo come invece è accaduto per i cereali.”

In poche parole, tra uso legale in Italia e possibilità di esportare marjuana a scopo medico nei tanti stati USA e nordeuropei che stanno legalizzando il settore, lo Stato italiano potrebbe beneficiare di diversi miliardi di euro annui tra tasse e proventi di monopolio, senza incrementare particolarmente il numero di consumatori, che è già uno dei più alti del pianeta, e sottraendo alle narcomafie un mercato miliardario ed un notevole fattore di attrazione verso droghe più lucrative e micidiali.

Ma c’è dell’altro.

In Italia, secondo La Repubblica, ‘lavorano’ 50-70.000 prostitute/i, che rendono mensilmente ai loro sfruttatori tra i 5.000 ed i 7.000 euro mensili: un volume di ‘affari’ superiore ai 5 miliardi di euro annui. Stando ai numeri di Spagna (300.0000) e Germania (400.000), dovrebbero essere molte di più, almeno il doppio (150.000), specialmente se volessimo tenere conto di probabili sottostime del fenomeno, come nella cattolicissima e gauchista Francia, dove le fonti ufficiali (OCRTEH) vorrebbero farci credere che in Allemagne vi sarebbero oggi solo 18-20.000 prostitute.

Sempre applicando un’Iva al 21% (ma dovremmo forse parlare di Irperf e tassa comunale?), su una base realistica di 100.000 prostitute/i, ci ritroviamo un altro paio di miliardi di  euro di minore gettito fiscale annuo, oltre a mancati contributi previdenziali per oltre 300 milioni annui.
Senza dimenticare che legalizzare la prostituzione è l’unico modo per evitare che aumentino ancora quei 10-15.000 minorenni che si prostituiscono  in Italia e per rallentare il contagio del virus dell’AIDS, che è cresciuto addirittura del 10% nel solo 2012, arrivando a 4000 nuovi casi annui, secondo fonti del Ministero della Salute.

Solo applicando l’Iva alla marjuana e alla prostituzione lo Stato italiano ricaverebbe un benefit fiscale e dei minori costi per la sicurezza e la giustizia ben superiore ai tre miliardi annui. Figuriamoci se mettessimo in conto quelli derivanti dall’occupazione nei settori agricolo, commerciale, ristorazione e intrattenimento, impiantistica ed edilizia.

A proposito, non dimentichiamo che il PIL di Las Vegas è di 90 miliardi di dollari annui con soli due milioni di abitanti ed un flusso di 40 milioni di turisti all’anno provenienti da tutto il mondo, e che, al netto dei contributi che i singoli casinò devono versare ai propri comuni, a San Remo l’utile 2012 tocca i 13 milioni, a Venezia tra i 25 e i 28 e a Saint Vincent gli undici. Più tutto quanto deriva dai prelievi fiscali sulle vincite dei songoli giocatori e dalle tasse che arrivano dal’indotto e dalle migliaia di lavoratori occupati.
Parliamo del gioco d’azzardo vero, quello che attira turismo e capitali internazionali, non quello che raschia pensioni e stipendi di tanti italiani e sul quale lo Stato lucra direttamente, come accaduto nel 2011 con oltre 13 miliardi di ‘utili’, sottratti alla produzione ed al commercio per alimentare la spesa pubblica.

In poche parole, liberalizzando prostituzione, gioco e droghe leggere, le casse pubbliche si ritroverebbero con non pochi miliardi di euro annui in maggiori entrate, mentre l’Italia guadagnerebbe non meno di 200.000 occupati e tanto spazio in meno per l’illegalità e lo sfruttamento.
Ovviamente, per realizzare almeno una sola Las Vegas da 50 miliardi di PIL annui, non basta solo liberalizzare quello che già esiste agli angoli delle nostre strade: servirebbe anche una giustizia semplice e snella (Common Law) e dei contratti di lavoro nazionali che possano essere ampiamente integrati in sede locale.

Dunque, se qualcuno fosse ancora del parere di mantenere le leggi attuali che almeno ci spiegasse il perchè, visto che parliamo di ‘costi a perdere’ e che, molto probabilmente, il volume di affari, l’occupazione e la leva fiscale potrebbero rivelarsi di gran lunga superiori alle stime di questo post.

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Europei a rischio AIDS?

9 Giu

Se non hanno fatto ‘effetto’, sull’opinione pubblica europea, le decine di migliaia di cani randagi sterminati in Ucraina (30.000?), per ‘l’organizzazione’ di Euro 2012, lo faranno, molto probabilmente i danni che arriveranno dallo sfruttamento delle donne, che, ricordiamolo non sono dei cani od un ‘oggetto commerciabile’. (leggi Euro 2012: una storia da cani ed anche peggio + video)

Infatti, se decine di migliaia di ‘amici dell’uomo’ hanno dovuto trovare una atroce morte per i fasti del calcio europeo, non saranno certamente da meno – anzi molte di più – le donne che offriranno per Euro 2012 i loro ‘servigi’ ai turisti ‘sportivi’.

Da anni, l’organizzazione ucraina FEMEN denuncia il progetto di trasformare il paese in una sorta di Bengodi per il turismo sessuale, che sta certamente avendo il suo exploit in questi giorni, mentre le centinaia di migliaia di ‘tifosi’ e le decine di migliaia di ‘operatori del calcio’ stanno confluendo lì per Euro 2012.

Di tutto questo, larga parte degli italiani non sa nulla o, comunque, non abbastanza. Come sembrano non saperne nulla Angela Merkel, Hollande, Mario Monti, Raioy, speranzosi che l’ipnosi mediatica ed un’eventuale vittoria riportino un po’ di consenso tra i loro ‘sudditi’.

Eppure, come riportava ieri il Secolo XIX, “prostituzione e Aids sono tra le piaghe più dolorose che affliggono l’Ucraina e, secondo alcuni osservatori, l’arrivo di circa 800 mila appassionati di calcio da tutto il continente con Euro 2012 potrebbe aggravare ulteriormente la situazione.

L’Ucraina è il Paese europeo in cui il virus dell’Hiv è maggiormente diffuso. Secondo i dati pubblicati nel 2007 dall’Unaids, i sieropositivi nella repubblica ex sovietica sono circa 410.000, cioè l’1,46% della popolazione adulta. La percentuale, secondo un’indagine dell’istituto di sociologia di Kiev, toccherebbe però addirittura il 9% tra le prostitute, che in Ucraina si stima siano tra le 63 mila e le 93 mila.”
Verosimilmente, in base a questi dati, saranno 30.000 – considerando anche l’afflusso di donne, ancor meno cnsite, dai paesi viciniori – le prostitute che entreranno in contatto con i ‘tifosi’, e se solo duemila fossero sieropositive sarà una mattanza.
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La portavoce di FEMEN,  Inna Shevchenko, denuncia che “l’Ucraina si è trasformata in un grande bordello. Qui ci sono donne molto belle ma anche molto povere e poco istruite che non hanno alternative diverse dall’essere schiave a casa, al lavoro o nel mercato della prostituzione. Stanno organizzando il campionato in questo Paese perché qui si possono guadagnare soldi in maniera molto facile. È come un fast food.”
Quanto all’AIDS, sarà da vedersi se si tratta di allarmismo e sensazionalismo oppure le statistiche – ahimé a tal punto postume – confermeranno un incremento di contagi, in Ucraina come altrove.
Il buon senso avrebbe suggerito una maggiore attenzione ai ‘preparativi’ dell’Euro 2012 che avrebbero prevedibilmente lasciato ‘a desiderare’, in un paese corrotto, povero e fortemente condizionato dalle oligarchie post-sovietiche.
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Dunque, preso atto della indifferenza europea verso i diritti universali (cani o donne di questo si tratta) e speriamo di non ritrovarci, tra qualche anno con qualche focolaio di infezione.
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Intanto, ringraziamo l’Uefa e l’Unione Europea per la sconcezza dello spettacolo.
Difficie esultare per un goal, un gesto atletico od una vittoria sapendo cosa hanno passato decine di migliaia di nostri ‘amici dell’Uomo’ prima di morire o  … come passeranno la notte decine di migliaia di donne ucraine … e per quali miserie sono indotte a farlo.

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L’età della ragione? Dopo i 24 anni

27 Apr

In accordo con il British Medical Journal, recenti ricerche sugli adolescenti pubblicate da The Lancet determinano che il cervello non è maturo o, comunque, completamente sviluppato prima dei 25 anni di età.

Infatti, anche avvalendosi di una massiva documentazione, raccogliendo dati su un totale di 1,2 miliardi di adolescenti, gli scienziati hanno messo in evidenza diverse conclusioni allarmanti.

Innanzitutto, il 40 per cento dei decessi in 10-a 24 anni di età in tutto il mondo sono causati da incidenti d’auto e danno intenzionale causato da suicidio e violenza.
La morbilità e la mortalità, inoltre, suggeriscono che gli adolescenti sono significativamente interessati da lesioni e disturbi neuropsichiatrici.

Ogni anno 1,4 milioni di adolescenti muoiono a causa di incidenti stradali, le complicazioni del parto, suicidi, AIDS, la violenza e altre cause. Nonostante i progressi medici e tecnici in una società che tutela gli adolescenti nello studio e nel lavoro, le morti di adolescenti sono diminuite solo marginalmente, se si fa il confronto con la mortalità infantile.

Mediamente, nel mondo, 17 teenagers (15-19 anni) maschi su 100.000 è ucciso in conseguenza di atti di violenza. Molte ragazze tra i 13-15 anni, specialmente in USA, Austria e Irlanda – sono delle “binge drinker”, cioè bevono cinque o più bevande alcoliche in un giorno. I morti per coma alcolico tra i teenagers è in allarmante aumento.

E? arrivato il tempo, come sottolinea il British Medical Journal, di “porre il “giovane come persona” al centro  della questione, dato che la salute degli adolescenti è ancora oggi una “specialità marginalizzata” che deve essere elevata a “mainstream” nelle agende globali relative alla salute.

Gli esperti hanno anche evidenziato che il numero assoluto degli adolescenti è previsto in aumento fino al 2050.

Dunque, l’idea di abbassare l’età di accesso al voto sembra essere scientificamente infondata ed, addirittura, dovremmo riportare l’asticella del diritto al voto all’età di 21 anni, come da tradizione.

D’altra parte, il primo accesso alla politica in età maggiore dell’attuale – e più adeguata al reale accrescimento psicofisico – garantirebbe un primo voto più consapevole e responsabile, non frutto di una qualche infatuazione adolescenziale.

Brutte notizie per quei partiti e quelle “think tank” che da tempo tentano di abbassare a 16 anni l’età di voto, come “bad news” arrivano per chi, da oltre un secolo, cavalca il naturale ribellismo giovanile per capitalizzare voti ed adesioni.

Come anche per quanto riguarda la necessità di una moratoria sui programmi televisivi ed i videogiochi per i teenager, solitamente violenti o macabri, ed il dilagante fenomeno degli alcolici e delle droghe da (s)ballo tra i minorenni.

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Niente panico: l’influenza A ritorna (H1N1)

11 Gen

Arriva l’Influenza A (H1N1)? O meglio, ritorna? E’ la stessa oppure è più potente? Ci sono i vaccini, ma chissà se fanno male e se funzioneranno quando il virus muterà ancora? E se fosse tutto alalrmismo?

Che bello semplificare, specialmente se poi ci si stupisce delle inconsulte reazioni della gente.
Innanzitutto, andrebbe spiegato che diffondere allarmi non significa essere allarmisti, ma semplicemente segnalare l’esistenza di dati scientifici fuori dalla norma o che, ahimè, rientrano in modelli catastrofisti (vedi scioglimento dei Poli). Se i media, specie i quotidiani, avessero abbastanza redattori con una solida formazione scientifica eviteremmo gli allarmismi e terremmo conto degli allarmi, informando, magari, le persone con continuità e coerenza.

Così come vanno le cose accade anche che pochi, pochissimi, sappiano “perchè” vengono dati gli allarmi, che è il vero problema.

Dall’AIDS e da Ebola abbiamo imparato molte cose.
Ad esempio, oggi sappiamo che dobbiamo aspettarci qualche brutta sorpresa, visto che gli spostamenti di massa delle persone e delle merci moltiplicano enormemente la possibilità che si diffonda un qualunque virus. Fino a 100 anni fa le malattie impiegavano decenni e generazioni per trasferirsi da un continente all’altro.

E sappiamo anche che dall’enorme quantità di agenti mutageni che diffondiamo (asfalto ad esempio) e da certe tecniche di allevamento non può venire altro che una maggiore varietà di agenti patogeni, tra cui, prima o poi, il virus “perfetto”. Letale, trasmissibile attraverso le vie aeree, incubazione tra i 7 ed i 10 giorni, prognosi di una o due settimane.

Per ora, abbiamo evitato che l’aviaria e la suina si diffondessero, Ebola è “troppo veloce” mentre l’AIDS è abbastanza “lento”, ma la influenza A (H1N1) è ancora tutta da scoprire in caso di infezione massiva. Sembra depotenziata, ma …

Appello per i blogger italiani

21 Giu

L’11 luglio prossimo la Corte d’Appello di Bengasi (Libia) deciderà delle vita e della morte di  6 persone, che la comunità scientifica internazionale ritiene innocenti.

L’appello, firmato tra gli altri da Robert Gallo e Luc Montagnier, è stato pubblicato sulla rivista americana Science ed è relativo a lle condanne per un’epidemia di Aids tra i bambini dell’ospedale Al-Fateh di Bengasi è iniziata nel 1997  prima che gli accusati, un medico palestinese e cinque infermiere
bulgare, entrassero in Libia.

Da otto anni in carcere in Libia, questi innocenti sono accusati di aver deliberatamente infettato con il virus Hiv dell’Aids circa 450 bambini presso l’ospedale Bengasi e farebbero parte di una cospirazione internazionale volta a destabilizzare la Libia, secondo lo stesso Gheddafi che è il loro primo accusatore.

La vicenda è tutt’altro che chiara ed il tribunale che ha ordinato anche un’inchiesta internazionale, affidandola al francese Luc Montagnier e all’italiano Vittorio Colizzi, senza poi voler prendere in
esame i risultati di questa indagine, affermando che “una commissione nazionale é assolutamente all’altezza”.

Ci sono, viceversa, molti indizi che indicano il riutilizzo di siringhe infette come la causa dell’epidemia e la difesa ha contestato la presenza nella commissione libica di un membro proprio del Ministero della Sanità, che era responsabile della situazione igienico-sanitaria degli ospedali libici.
Le famiglie chiedono indennizzi per 4500 milioni di Euro.

La New York Academy of Science, la Federazione europea delle accademie di medicina, le riviste Nature e Science, e una costellazione di gruppi e singole persone in tutto il mondo si sono mobilitate: liberateli, perché sono innocenti.

E noi?

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