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Senato: la minoranza promette battaglia … agli italiani

1 Ott

Oggi, su La7, Cesare Damiano ha chiarito che “non credo che una situazione di tal genere possa essere recuperata con i palliativi”; “dipende molto da quello che offre l’Italia in termini di risorse e di ripresa … quello he conta è che si pone un problema di credibilità del Paese e di lanciare un paino di riforme” aggiungeva Irene Tinagni.

Sono trascorsi quattro anni da quando Mario Monti promise all’Europa un piano di rientro in quattro e quattr’otto, rifiutandosi di fare una Patrimonale, bloccando il Welfare e, in pratica, raddoppiando le tasse.
E son trascorsi quattro anni da quando si iniziò – questo blog tra i primi – a paventare la recessione, la stagnazione e la deflazione che ne vennero.

Intanto, mentre stanno per arrivare le prime sanzioni UE per infrazione del deficit, sentiamo ancora in televisione ‘autorevoli esperti’ che ci raccontano che si tratta di una ‘fase’ … mentre lo scenario è fosco.

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L’economia reale, però, racconta tutt’altro:

  • la disoccupazione e la povertà sono in aumento da cinque anni e – in un paio d’anni – avremo ‘bruciato’ la generazione degli attuali ventenni
  • la spesa pubblica è ancora in crescita e i turn over pubblici restano bloccati per almeno altri cinque anni, grazie alle norme di Elsa Fornero sulle pensioni e al MEF che non vuole ripristinare il buco da 45 miliardi che creò nell’ex Inpdap
  • l’Istat che annuncia nel 2012 come iniquamente stiamo trattenendo al lavoro – pur con 30 e passa anni di contribuzione – centinaia di migliaia di lavoratori senior (over55) che sono in ‘condizioni di salute non buone’ mentre gli invalidi che risultano all’Inps sono praticamente la metà (in media) di quelli che Francia o Germania riconoscono e mentre i nostri media scatenano selvagge campagne contro i ‘falsi invalidi’, ovvero i soliti tot truffatori del sistema previdenziale che esistono dovunque. Intanto, almeno due milioni – tanti sarebbero in base alle medie UE – di disabili ‘sommersi’ attendono …
  • il valore delle case degli italiani è crollato di 500 miliardi di euro in pochi anni e c’è chi ha visto l’unico proprio investimento (il ‘mattone’) anche del 40%
  • lo sbilanciamento commerciale e tecnologico con la Germania è tale che – ad esempio – una Opel GTC usata del 2008 oggi vale quasi il 10% in più rispetto ad un paio di anni fa, mentre una Opel Corsa nuova costa quasi il 30% in più di una Seat Ibiza o di una Fiat Punto, mentre anni fa erano nella stessa fascia di prezzo
  • ogni anno in Italia si diploma il 21% dei diciottenni, mentre in Polonia i laureati sono al 43% ed entro sette anni in tutta Europa (eccetto che da noi) sarà così, come in tutta Europa (eccetto che da noi) le scuole sono linde, ben organizzate e soprattutto finanziate
  • solo per i TFR teniamo bloccati almeno 25 miliardi di euro per dare liquidità alle imprese, mentre potrebbero /dovrebbero andare in busta paga ai lavoratori, ovvero genererebbero consumi, ma non possono essere toccati perchè i sindacati dell’industria li hanno fatti reinvestire in fondi vari
  • la sovraspesa ‘fiscale’ per gas e luce che le famiglie povere devono affrontare equivale a meno della metà del bonus energetico che gli offriamo, serve in discreta parte per finanziare il fotovoltaico e a causa di questi ‘balzelli’ – rispetto ad un britannico – gli vengono sottratti almeno un mese di consumi alimentari

D’altra parte siamo il Paese di Pinocchio, che ammazza a scarpate chi potrebbe insegnargli qualcosa, che si affida al duopolio del Gatto e della Volpe per rimediare fregature a giorni alterni, ove l’umiltà e la pazienza di Geppetto si antepongono al giusto esercizio dei propri diritti, dove le istituzioni giudicano distrattamente e curano ancor peggio e dove – puntualmente – c’è qualcuno che promette il Paese del Bengodi a dei ciuchini ignoranti pronti a seguirlo … e dove l’unica brava persona (oltre alla Madonna – Fata Turchina) è quel Mangiafuoco circense apolide e burattinaio di professione …

Acclarato il perchè NON si studia Collodi (Carlo Lorenzini, 24 novembre 1826 – 26 ottobre 1890) nelle scuole superiori, mentre Pinocchio è forse il primo ‘personaggio italiano’ nel mondo, sarebbe bello capire chi sono gli elettori che si sentono rappresentati dalla minoranza del PD che ha creato e vuol mantenere il ‘declino italiano’, rallentando da oltre un anno gli interventi che erano urgenti già 5 anni fa.

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Lavoro: come disastrare l’Italia fino all’ultimo respiro

18 Set

L’Italia si avvia ad introdurre l’equo indennizzo per i licenziamenti  e il salario minimo per i disoccupati, ma il Partito Democratico è in buona parte contrario e i sindacati minacciano scioperi generali.

Finalmente è sotto gli occhi di tutti la follia che imperversa nel nostro Paese, ammantata di buone intenzioni e saggi consigli.

Il Governo presenta un semplice  emendamento per introdurre un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti per i nuovi assunti e Pier Luigi Bersani chiede che “il governo dica al Parlamento cosa intende fare nel decreto delegato sul lavoro, perché si parla di cose serie”, come se il testo di legge fosse aria fritta scritta in aramaico, dimenticando che ‘essendo cose serie’ c’è solo da chiedersi perchè non se ne siano occupati Partito e Sindacato nell’ultimo ventennio.

Per non parlare di Matteo Orfini, presidente del Pd, che attacca Renzi con i soliti distinguo dalemiani: “I titoli del job act sono condivisibili. Lo svolgimento meno: ne discuteremo in direzione, ma servono correzioni importanti al testo”. Correzioni? Quali? Il salario minimo che attendiamo dagli Anni ’70, forse? Mai dire mai … pensioni decenti per i disabili?

Oppure il leader Cisl Raffaele Bonanni che spara a zero, dichiarando che “è usato come depistaggio rispetto alla discussione sui temi economici con l’obiettivo di arrivare ad uno scontro nel paese”. E annuncia una mobilitazione unitaria con gli altri sindacati. Ma dimentica che Matteo Renzi mette in gioco la sua credibilità politica europea evitando di tagliare i posti pubblici in esubero (centinaia di migliaia) con conseguenti agitazioni di piazza e blocco dei servizi, come per i regali in finanziaria per Roma Capitale dove i dipendenti comunali pro capite sono il doppio di Milano ma rendono meno della metà.

Peggio ancora per il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, secondo la quale “l’articolo 18 è solo ”uno scalpo” da portare ai falchi dell’Ue”  ed ha avuto dal Direttivo il mandato per una mobilitazione unitaria con Cisl e Uil, per la quale ieri  il segretario generale Luigi Angeletti profetizzava  che   eliminare l’articolo 18 per decreto è  “una stupidaggine in sé. Ma Renzi non l’ha fatto. Perché non ha la forza. E questo vale anche per la riforma della Pubblica amministrazione” … mentre viceversa il decreto c’è e il governo avanza.

Questo è il punto di  vista della Sinistra. Oggi i cattivi sono nella santificata Unione Europea (quando serviva a Prodi contro Berlusconi), ieri era il WTO o qualche ente sovranazionale, prim’ancora le multinazionali, ancor prima i latifondisti e i ‘padroni’, eccetera eccetera. Lavoratore, c’è sempre qualcuno che attenta al tuo scalpo … avrebbe detto Tex Willer.
E – dispiace dirlo – finora proposte ZERO. Non si tocca e basta, pur sapendo che siamo l’unico paese al mondo ad avere una norma come l’articolo 18.

Un sindacato convinto – si spera in buona fede – che “tutto sembra urgente e intanto continuiamo a perdere posti di lavoro”, dimenticando l’epocale assenza di investimenti esteri (vedi Alitalia) a causa delle farragini sindacali e giudiziarie, la fuga dei capitali all’estero a causa di politiche fiscali mutevoli ed esose, la debolezza intrinseca di un sistema previdenziale esclusivamente pubblico (vedi Inps), una crisi che si annunciava già tra il 2005 e il 2008, l’abominio della cassa integrazione che crea un ciircuito chiuso di disoccupati privilegiati, ma del tutto inutili.

Una Sinistra che dimentica – o forse non sa – che la perdita di posti di lavoro è la diretta conseguenza dell’eccesso di fiscalità che serve per coprire la spesa pubblica per servizi di serie B, del crollo dell’export in alcuni settori a causa dell’eccessivo costo del lavoro in fabbrica, della caduta dei consumi se tutti i lavoratori devono pagare doppia previdenza, per se stessi e per i pensionati in lire che hanno raddoppiato in euro.

Un sindacato e una bella quota del Partito Democratico – ma non solo loro – che proprio non riescono a tenere a mente che esodati e fornerati si potevano ampiamente evitare esigendo che lo Stato reintegrasse a bilancio dell’Inpap le decine di miliardi di euro per le quali è debitore.

Resta solo da chiedersi per quanto tempo ancora questi sindacati e certa parte della politica vorranno continuare a tutelare le pretese di chi ha già avuto troppo, perchè nato prima, mentre c’è chi non ha nulla, semplicemente perchè nato dopo.

Originally posted on Demata