In balia dei Cinque Stelle (e dei Sindacati)

14 Lug

Se mandiamo via Draghi, oggi o tra un anno o due, … chi dovrebbe sostituire Draghi? Meloni, Zingaretti o Conte? Suvvia …

Detto questo, la memoria corte degli italiano forse dimentica che era ieri, il 2010, quando Mario Monti subentrò a Silvio Berlusconi, dato che erano necessarie e urgenti le riforme che l’innovazione che avevamo accantonato.
E non ce lo chiedeva l’Europa, ma i tempi che cambiano.

Monti durò poco pochi mesi, giusto il tempo di scaricare sulle pensioni la voragine dello Stato Sociale. Poi, quando si dovette passare alla P.A. e alla Spesa pubblica, il PD iniziò a traballare sotto la pressione di amministratori e sindacalisti.

Dovremmo anche ricordare, almeno se si è in politica o in una redazione, che andammo alle elezioni e nessuno vinse, ma tutti litigavano e l’ago della bilancia erano i Cinque Stelle. Così dopo diversi mesi di nuovo ci ritrovammo un presidente del Consiglio nominato al di fuori del Parlamento, che riuscì a far approvare una legge che riportava allo Stato il potere di subentro quando le Regioni sono inadempienti.
Lo usammo per rottamare chiunque avesse più di 50 anni e poi lo giubilammo con la scusa di un referendum. E le Autonomie rimasero … indipendenti o quasi.

Dopo di che votammo di nuovo ed è utile aggiungere che le leggi elettorali erano fatte in modo che alla Camera c’è sempre un partito che ha la maggioranza e al Senato non ce l’ha mai nessuno.
Insomma, vinsero i Cinque Stelle, anzi no vinse la Lega e il PD si trovò a fare da ago della bilancia, cosa che richiede scaltrezza e decisionismo … cioè non se ne fece nulla.

Ed a tal punto il nostro Presidente nominò uno sconosciuto avvocato pugliese a capo di una maggioranza che univa Cinque Stelle e Lega, con lo scopo dichiarato di incrementare la spesa pubblica ed in particolare quella ‘sociale’. Non si parlò più di ridurre almeno gli interessi che ci dissanguano, non di investire per creare occupazione, non di innovare PA e servizi pubblici: si ritornava alla spesa sussidiaria e clientelare della Prima Repubblica, incredibile ma vero.

Non poteva durare e dopo pochi mesi la Lega iniziò a discostarsi dai “se” e dai “forse” e dai “poi” che ispiravano il premier nominato. Ed arrivò in soccorso il PD, cioè con un magico tocco di Trasformismo, nacque l’alleanza M5S – PD che … avevano fatto ambedue campagna elettorale l’uno l’altro contro.

La sfortuna si accanisce, a volte. E fu con questo governo che affrontammo la Pandemia, prima di rinvio in rinvio, magari prendendo aperitivi per sdrammatizzare, poi serrando tutto e tutti per evitare il collasso generale dei servizi e … i morti. Dopo di che, quando c’era da ripartire, ogni regione per conto suo … tanto per riunire tutti i comitati dell’avvocato premier serviva ormai l’Auditorium di Roma.

Fu allora che, essendo i nostri politici del tutto incapaci di una programmazione politica economica, neanche se arrivano i soldi del PNRR, dovemmo nominare un nuovo presidente del Consiglio, anche lui estraneo al Parlamento.

Insomma, la Politica non è riuscita a darsi un Premier nominato tra i parlamentari, anzi 3 volte su quattro neanche proveniente da un partito.

Dunque, visto che il debito con Conte è esploso e che il PNRR le Regioni sembra quasi che non lo vogliono  … chi è che oggi non vorrebbe qualcuno come Draghi?
… il partito del reddito di cittadinanza e il sindacato degli enti locali: il Clientelismo è spontaneo in Italia.

Demata

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: