fonti: Bild Live News Moody’s
Stanotte, in Germania, il ministro federale della Sanità Jens Spahn ha annunciato che “se si va per definizione, il 30-40 per cento della popolazione è a rischio “ per il Covid.
“Abbiamo 23 milioni di tedeschi sopra i 60 anni”, ha dichiarato il politico della CDU su “Bild live”. “Siamo un paese prospero che soffre delle malattie della civiltà: diabete, ipertensione, obesità. Tutti i fattori di rischio per questo virus, così come per molte malattie infettive. “
Quando si dice ‘parlare chiaro’.
La Repubblica Federale tedesca è il paese più anziano del mondo dopo il Giappone e l’Italia. Anche Portogallo, Francia, Grecia, Svezia, Finlandia, Olanda, Belgio rientrano tra i così detti paesi ‘super-aged’ (>20% della popolazione over65enne).
Una maggiore percentuale di persone anziane significa – in teoria, se la Società è sana – meno persone che lavorano per saziare consumi effimeri e più persone che spendono per consumi in cure sanitarie e assistenza di vario tipo. Questo è il ‘segreto’ che ha tenuto Germania e Giappone al riparo da una situazione endemica come – viceversa – in Italia.
Nel 2014, Moody’s pubblicava il rapporto demografico “Population Aging Will Dampen Economic Growth over the Next Two Decades”, preannunciando questi numeri di oggi, il 2020.
Moody’s, sei anni fa, avvertiva che le nazioni che stavano invecchiando di più dovevano investire maggiori quantità di denaro nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie, utili per rendere più produttivi i lavoratori e per evitare il trasferimento all’estero delle attività industriali.
Non solo l’innalzamento dell’età per andare in pensione e l’immigrazione di giovani da paesi economicamente più svantaggiati.
Dunque, a differenza della Germania, l’Italia non solo offre molto meno in termini di sanità ed assistenza a chi si ammala o diventa anziano, mentre rinvia l’accesso pensionistico ma non l’invecchiamento e le malattie.
L’Italia, finora, non ha sviluppato politiche per i giovani investendo nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie, come non ha sviluppato politiche per la famiglia e per i risparmiatori, preferendo sostenere il sistema dell’intrattenimento e dei consumi effimeri.
Non è un caso che governo, governatori e sindaci siano in difficoltà: sussidiare ed agevolare chi li ha votati, illudendosi che ‘tutto ritornerà come prima’, oppure ordinare ed intervenire, per ‘evitare che domani sia peggio di oggi’?
Demata
Rispondi