La Movida viene definita come la vita mondana notturna, caratterizzata da grande consumo di alcolici, assembramenti di massa, facilità di incontri amorosi e, non di rado, anche dallo spaccio e dal disturbo della quiete pubblica.
Se parliamo di Salute, la Movida è una attività che comporta precisi rischi per alterazione del ciclo sonno-veglia, disalimentazione, consumo di alcol e sostanze, sesso non sicuro, tabagismo, infortunistica stradale, contagi.
Se parliamo di Libertà, è difficile comprendere quale sia il diritto a svolgersi in luoghi pubblici, se parliamo di attività ‘ricreative’ private, come bere, usare droghe, fare sesso, assembrarsi rumorosamente eccetera.
Se parliamo di Città, la Movida ha trasformato alcune zone delle città in un luna park notturno che attrae tanta gente comune, ma vede come ospiti ‘fissi’ alcolisti, spacciatori e sesso-dipendenti.
Se parliamo di Occupazione, la Movida crea un’economia fragile, perchè si regge sul superfluo, perchè offre tanto lavoro malpagato e senza futuro e perchè trasforma le città in luoghi del consumo, perdendo progressivamente la capacità di amministrarsi e di innovarsi.
Ma ormai questa economia fragile esiste e c’è chi la difende.
Chi in nome delle partite iva senza un capitale alle spalle, chi per i lavoratori in nero disoccupati, chi perchè i centri storici vuoti sono uno scempio a vedersi, chi perchè ormai non cucina più e mangia street food, chi perchè è solo come un cane se sta a casa, chi perchè … ormai non può vivere senza almeno un paio di aperitivi.
Dunque, la Movida – quella di Barcellona e della gente che riscopriva la libertà dopo la dittatura – non c’entrerebbe nulla di per se: è il business che si è sviluppato ad essere fragile e fine a se stesso.
Nicola Zingaretti dichiarava giorni fa che “I giovani non sono untori ma vittime di questo momento”.
Non di questo momento in cui il Covid esige il senso di responsabilità personale e sociale, qui la cosa dura da tanto tempo: i giovani sono vittime del Paese dei Balocchi, quello creato dalla politica italiana negli ultimi vent’anni.
E smettiamola di chiamarli ‘giovani’, se hanno più di trent’anni o sono padri e madri di famiglia.
Quanto agli untori, non è la Peste del Manzoni che dobbiamo temere, ma la Pelle di Malaparte che si profila all’orizzonte.
Una nuova escalation dei contagi nelle grandi aree urbane, ci porterebbe molto vicini ad un punto di non ritorno sia come pandemia incontrollabile sia come Lockdown e crollo dell’economia.
Demata
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