In totale saranno 73 i parlamentari italiani a Bruxelles, proviamo a vedere chi quasi sicuramente sarà eletto.
Secondo i sondaggi – punto percentuale in più o in meno – la Lega dovrebbe superare agevolmente il 30%, Fratelli d’Italia e Forza Italia si divideranno un 15% di voti al Centrodestra, i Cinque Stelle arriveranno al 20% o poco più, il PD ancora non sembra arrivare al 20%, Più Europa e Italia in Comune restano per ora sotto il 4%.
In termini di seggi conquistati, dunque, è possibile fare qualche previsione, visto che 73 è un numero abbastanza esiguo per essere seriamente influenzato da un qualche percento in più o in meno: per ogni seggio serve all’incirca l’1,3% dei voti e non è affatto poco, dato che staremmo parlando di oltre 500.000 italiani.
Dunque, proviamoci.
A) nel caso in cui Più Europa (demo-liberali) e Italia in Comune (post-comunisti) superassero la soglia del 4%
Partito | % sondaggi | seggi probabili |
Lega | 36 | 24 – 29 |
Cinque Stelle | 22 | 14 – 18 |
Part. Democratico | 19 | 12 – 16 |
Forza Italia | 9 | 5 – 7 |
Fratelli d’Italia | 6 | 4 – 7 |
Più Europa | 4 | 3 |
Italia Comune | 4 | 3 |
Totali | 100 | 73 |
B) nel caso in cui Più Europa (demo-liberali) e Italia in Comune (post-comunisti) NON superassero la soglia del 4%
Partito | % sondaggi | seggi probabili |
Lega | 36 | 26 – 31 |
Cinque Stelle | 22 | 16 – 22 |
Part. Democratico | 19 | 14 – 19 |
Forza Italia | 9 | 5 – 8 |
Fratelli d’Italia | 6 | 5 – 7 |
Più Europa | 3,9 | 0 |
Italia in Comune | 3,9 | 0 |
Totali | 100 | 73 |
Se i numeri sono quelli dei sondaggi, i nomi dei prevedibili eletti ad andare al Parlamento Europeo sono ampiamente prevedibili:
Lega – essendo capolista Matteo Salvini che, prevedibilmente, rinuncerà al seggio per rimanere a Roma, gli eletti ‘sicuri’ arriveranno principalmente dalla roccaforte settentrionale ed i più quotati sono Antonio Maria Rinaldi, Silvia Sardone, Alessandro Panza, Marco Zanni, Paolo Borchia, Gianna Gancia, Isabella Tovaglieri, Anna Cinzia Bonfrisco. Tutti da scoprire chi saranno tra la ventina di altri eletti.
Cinque Stelle – innanzitutto i capolista che saranno Fabio Massimo Castaldo, Eleonora Evi, Laura Ferrara, Ignazio Corrao, Viviana Dal Cin. Per i 10-15 seggi che resteranno i nomi più accreditati sono quelli di Antonio Brunetto, Antonella Corrado, Anna Sulis, Piernicola Pedicini, Isabella Adinolfi, Rosa D’Amato, Dario Tamburrano, Laura Agea, Tiziana Alterio, Nadia Piseddu, Silvia Malivindi, Eugenio Casalino. Praticamente una riconferma dei mandati precedenti.
Partito Democratico – i capolista, cioè Giuliano Pisapia, Carlo Calenda, Simona Bonafè, Franco Roberti, Caterina Chinnici. I restanti 6-12 seggi saranno contesi tra gli europarlamentari uscenti ricandidati come Alessia Mosca, Renato Soru, Sergio Cofferati, Flavio Zanonato, David Sassoli, Pina Picierno, Mercedes Bresso, Cécile Kyenge. Anche in questo caso agli elettori si propone una riconferma dei mandati precedenti.
Forza Italia – vista la situazione, con l’incognita della senatrice Bonfrisco in quota Lega e del governatore Fitto con Fratelli d’Italia, l’unico nome certo è quello del capolista Antonio Tajani nel Centro Italia ed avranno discrete possibilità anche Lorenzo Cesa, Stefano Caldoro, Elisabetta Gardini, Massimiliano Salini.
Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni è capolista in tutti i collegi e, quindi, qui vale lo stesso discorso fatto per la Lega. Si prevedono come quasi certe le elezioni di Francesco Storace, Stefano Maullo, Raffaele Fitto.
Riguardo Più Europa e Italia in Comune, al momento i loro siti non danno indicazione dei nominativi dei candidati e questo non aiuta la già poca visibilità offertagli dai media.
Non ci saranno molte sorprese …
In termini ‘europei’, il primo partito dovrebbe restare il Partito Popolare Europeo anche se deve confrontarsi con la fine del Berlusconismo, il dimezzamento dei Popolari spagnoli e l’esodo dei Conservatori britannici.
Il secondo resterà quasi certamente quello socialista (PSE), anche se dato per calante nelle nazioni più popolose (meno 5-10% rispetto alle elezioni 2014).
Riguardo l’Italia, il Bel Paese si accinge a diventare il grande ‘assente’ nel gruppo di un Partito Popolare Europeo a salda guida tedesca, nonostante la fine del lungo cancellierato di Angela Merkel.
Allo stesso modo, anche se riuscisse a fermare l’emorragia di voti come sembra dai sondaggi, il Partito Democratico si ritroverà con il Partido Socialista Obrero spagnolo a capo in testa del PSE, se la SPD tedesca ed i Socialisti francesi registreranno le previste perdite sostanziali di elettori e seggi.
Ad ogni modo, non sembrano proprio esistere i numeri per una maggioranza populista – sovranista nel futuro Parlamento Europeo (705 seggi totali dopo la Brexit): l’aggregato del PPE + PSE + ALDE resterà ben oltre la maggioranza assoluta, senza contare la ‘Sinistra’ ed i Verdi che otterranno oltre ottanta parlamentari in due, più o meno tanti quanti se ne prevedono per la Lega, i Cinque Stelle ed i loro alleati europei di EFDD ed ENF.
Quanto sarà isolato in Europa il governo italiano tra soli tre mesi, se l’Italia sarà l’unica economia dove governa una strana alleanza tra la “Democrazia Diretta” tecno-populista e la destra’ delle Nazioni e della Libertà?
Demata
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