Si potrà andare in pensione a sessant’anni con 40 anni di contributi od anche prima se la contribuzione supera i quarantuno.
Bene, benissimo, ma vediamo quali sono le incognite:
- queste pensioni equivarranno al 70% dell’ultimo reddito come oggi o – probabilmente – anche di meno?
- nei ‘contributi’ rientreranno anche gli anni riscattabili e ricongiungibili, che l’ Inps non si ritrova già oggi?
- le pensioni per invalidità <80% saranno ancora penalizzate se l’invalido grave ha meno di 62 anni?
- per le malattie congenite verrà ripristinata la maggiorazione contributiva di cinque anni secchi come era nel 2010?
- il vigente art. 42 DPR 1092-1973 – quello che riguarda pubblici impiegati e militari ‘gravi infermi’ – ritornerà ad essere attuato?
A latere, resta da capire come gestire la previdenza nazionale per invalidi e lavoratori malati cronici se ogni regione fornisce (o non fornisce) prestazioni e parametri a modo proprio nella Sanità come nell’Assistenza .
La montagna partorirà un topolino?
Demata
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