Il piano “segreto” del Centrodestra europeo è ormai sul tavolo: si tratta del Masterplan Migration , presentato domenica al vertice del suo partito da Horst Seehofer, il ministro degli interni e segretario della Csu che ha puntato i piedi contro Angela Merkel.
Del resto, se l’Italia si lagna, la nazione che ha accolto un numero enorme di migranti (inclusi quelli ‘altrui’) è proprio la Germania.
Il Masterplan Migration prevede:
- linea della ‘fermezza’ in modo che ai migranti economici,sia chiaro che non ci sono opportunità per gli immigrati irregolari, quindi non vale la pena di partire
- Frontex – che include la nostra Guardia Costiera dipendente dal ministero dei Trasporti – si evolve in una polizia di frontiera europea, con autonomia finanziaria e dotazione di mezzi propri
- il paese di prima registrazione è sempre il responsabile della procedura d’asilo e su di esso pesano gli oneri di accoglienza e gestione del migrante
- un sistema di asilo comune e solidale in tutti i paesi membri con equa “ripartizione degli oneri” … e non dei migranti, salvo i ricongiungimenti
- una riduzione dei benefici per i richiedenti asilo, meno soldi e più beni in natura, come deterrente
- nuovi accordi con i paesi d’origine dei richiedenti asilo per rendere più efficace il rimpatrio di coloro ai quali non venisse riconosciuto lo status di rifugiato
- costruzione di hotspot lungo le vie percorse dai migranti per arrivare in Nord Africa, a cominciare dalla regione del Sahel in Africa centrale, “centri sicuri” sotto la supervisione dell’Ue e dell’Onu e capaci di occuparsi del reinsediamento dei migranti.
Se le misure previste dal regolamento di Dublino non dovessero essere efficaci (e non lo sono) la Germania provvederebbe attraverso “misure interne” e con lei a catena tutti gli altri paesi dell’Unione:
- azione di polizia flessibile su tutte le frontiere terrestri e controlli temporanei del traffico transfrontaliero da parte della polizia
- respingere anche coloro che hanno già presentato domanda d’asilo in un altro Stato membro dell’Ue
- aumentare i posti nelle strutture per la custodia dei migranti, consentendo di trattenere i ”trasgressori” delle norme sull’immigrazione anche in strutture diverse da quelle d’accoglienza
- centri d’espulsione all’interno degli aeroporti per facilitare “i rimpatri collettivi”.
Non essendo immigrati illegali potremmo anche pensare che va tutto bene, ma … se poi usciamo dall’Euro e diventiamo anche noi migranti?
Se andasse a finire – bisogna esser cinici – che l’import mitteleuropeo finisse per essere più fluido da Pola e da Marsiglia, anzichè dal Brennero e dal Sempione?
E, comunque, tra due o tre anni, come viaggeranno cittadini e merci con controlli a ‘campione’ verso chi non somiglia ad un europeo, i dazi internazionali in arrivo, mentre restano le solite leggi complicate del nostro Belpaese ed i sistemi assicurativi italiani già oggi non coprono all’estero per quanto gli versiamo?
Speriamo di no, ma l’affondamento dell’accordo di Dublino – grazie all’amletico Conte ed al protagonismo di Salvini – dovrebbe rivelarsi un grosso problema molto più per l’Italia che per ogni altro paese dell’Unione.
Demata
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