Scriveva Sergio Patti (La notizia) – il 10 ottobre 2015, allorchè rinasceva il Partito Liberale Italiano – che “i grandi temi liberali, nonostante i proclami di ogni parte politica, restano infatti da anni in secondo piano.
I diritti civili … e l’abbattimento del debito pubblico attraverso una vendita del patrimonio dello Stato e delle attività economiche pubbliche, sono manifesti che restano lettera morta.”
Non lasciamoli lettera morta, specie se a star diventando lettera morta non sono i diritti civili, ma quelli fondamentali al decoro, alla legalità, alla sicurezza, al lavoro, all’impresa, alla copertura assicurativa, alla pubblica amministrazione.
Che i Liberali non restino lettera morta, lasciando che li si confonda con chi non condivide i principi e il metodo liberali, che si tratti di diritti civili (come dignità, legittimità, sessualità, privacy, opinione, scelta, trasparenza, eccetera) o di ‘statalismo’ (da cui burocrazia, monopolio, iperfiscalità, debito e disservizi endemici).
Demata
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