Il commissario prefettizio è previsto dalla norma italiana anche “quando non possa essere assicurato il normale funzionamento degli organi e dei servizi”, ma solo per impedimento permanente, rimozione, decadenza, decesso e dimissioni del sindac o per dimissioni contestuali di metà del Consiglio comunale.
In alternativa, se la maggioranza dei consiglieri fosse talmente scellerata da non dimissionare un Sindaco incapace, c’è da aspettare che i Revisori dei Conti non approvino il Bilancio, che è un’altra causa di commissariamento, e che va ogni anno in scadenza tra il 30 ottobre ed il 31 dicembre, salvo proroga (già semi-commissariata) fino al 30 marzo.
E Roma, oggi, perde anche il Mondiale di Rugby del 2013, dopo aver perso le Olimpiadi 2014, che sarebbero stati un’occasione unica per rinnovare e innovare la mentalità e la città, riproponendo la Città Eterna come meta turistica, artistica e convegnistica mondiale: la vera Grande Bellezza.
Intanto, Virginia Raggi, a parte il rivendicare complotti e intrighi, che avvalorano la sua mancanza di polso e poco più:
- in quattro mesi ha annunciato non si sa più quanti assessori al bilancio,
- i trasporti sono al lumicino mentre la “Roma degli uffici” sta andando in blocco tra l’Eur e il Torrino, ovvero settori notoriamente poco serviti,
- gli appalti dei servizi sociosanitari e dei municipi tutti andranno pur rinnovati da gennaio in poi,
- Ama è abbandonata a se stessa
- nulla sappiamo – dopo il terremoto ad Amatrice – se il Comune offra edifici pubblici sicuri, in particolare le scuole e quanto affittato o concesso a privati
- i movimenti azionari di Acea preludono a grandi cambiamenti, ma quali non si sa,
- l’esubero dei dipendenti comunali è inspiegabile se abbiamo musei, parchi, bus e metropolitane ben poco vigilati
- l’arretratezza dei Regolamenti comunali è la prima causa di caos cittadino e ci si sarebbe aspettati che, almeno su questo, l’avvocato Raggi avesse le ordinanze pronte.
Gli scenari
- i Cinque Stelle di buon senso – in blocco o singolarmente – si associano alle opposizioni, presentando dimissioni di massa come accaduto per la caduta di Ignazio Marino
- la Giunta resta al suo posto e lo stallo totale del Comune e dei servizi comunali durerà fino al 2017, quando i Revisori dovranno dare l’altolà
- Raggi si dimette per evitare addebiti ‘contabili’, a causa del fatto che non ha provveduto a nominare un assessore al Bilancio, ergo “non ha assicurato il normale funzionamento degli organi e dei servizi”.
Nel primo e nel terzo caso, i Cinque Stelle potrebbero contenere i danni del ‘disastro romano’, nel secondo proprio no: le ripercussioni sarebbero profonde e nazionali sia sul partito sia per l’Italia intera, che dipende dalla Capitale e dal suo buon funzionamento generale.
E, se si andrà, come sembra inevitabile, a nuovo Commissariamento, speriamo che, entro le prossime elezioni, una certa mentalità e determinate componenti sociali di Roma avranno compreso che il Favolosi Anni 50-70 sono finiti, che è necessaria efficienza e collaborazione e che combattere ancora per pretese anacronistiche equivale a ledere dalle fondamenta questa città ‘eterna’?
Game over.
Demata
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Cancellarla da dove, scusi?
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