Sono uno dei nati tra il 1952 e il 1963, a partire dai 17 anni di età verso contributi sul mio fondo pensione e, arrivato a 58 anni, mi ritrovo con oltre 40 anni di età contributiva, ma anche con un po’ di malattie croniche, di cui una congenita – riconosciuta solo nel 2009 – che mi obbliga da sette anni ed ogni settimana ad infondere in ospedale un farmaco salva vita.
Per ottenere un’invalidità superiore al 74% e la gravità ho impiegato cinque anni e ci sono riuscito solo citando in giudizio l’Inps.
Per dimostrare che i fattori d’aggravio certificatimi da esperti internazionali erano incompatibili con il mio lavoro ed essere protetto /ricollocato, ho impiegato sei anni, una dozzina di accessi in pronto soccorso e non so quante urgenze mediche, più due visite del medico competente di cui una durata otto mesi.
Intanto il tempo passava e i governi:
- prima hanno innalzato l’età contributiva del 17% portandola da 35 anni a 42 e vari mesi,
- poi hanno eroso i 5 anni di scivolo pensionistico per le malattie congenite, di cui avrei goduto se dichiarato invalido grave entro il 2011 …
- infine, da anni Inps e ministero competente si astengono dal dare seguito a quesiti e accessi agli atti volti a conoscere la mia situazione previdenziale.
Infatti, molti anni prima (tra il 1992 e il 1995) due governi avevano trasformato i nostri fondi pensione in un sistema previdenziale universale, ma non è che qualcuno venne a chiederci il permesso, non almeno secondo quanto prevede l’art. 39 della Costituzione.
Aggiungiamo che – vinta la battaglia con il medico competente – la ripresa del lavoro in soli quattro mesi mi è già costata due pronti soccorsi e un notevole incremento di farmaci e … che io avevo chiesto il prepensionamento in base ad un decreto dello stesso Mario Monti (sic!).
Adesso, proprio mentre i nati tra il 1952 e il 1963 – cioè io – vanno ad approssimarsi ai fatidici 42 anni e vari mesi contributivi, il governo del Nazareno vuole incrementarci l’età pensionabile, rendendola obbligatoria a 65 anni dopo aver impennato quella contributiva ed ostacolato in ogni modo gli invalidi.
Morale della favola, una bella fetta di nati tra il 1952 e il 1963 (tra cui io) si ritroverà – da invalido grave – a lavorare per 45-47 anni, onde sostenere le pensioni di chi (70enne o 40enne) non ha od avrà lavorato neanche 30 anni in tutto.
Sullo sfondo l’inspiegabile silenzio dei sindacati (lo ha ammesso persino Mario Monti) dinanzi ad interventi draconiani sui Fondi Pensione di uno specifico gruppo anagrafico, già in larga parte contribuiti e già rinviati di un quinquennio, persino agli invalidi gravi.
A quando un ministro del lavoro e delle politiche sociali, che abbia come scopo verso i lavoratori di “prevedere ed assicurare mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria”?
Visto che si parla tanto di Costituzione, quand’è che prendiamo atto c’è qualcosa di incostituzionale nel Fiscal Compact, almeno per quanto riguarda l’applicazione che ne danno Monti – Padoan e Fornero – Poletti?
E quando constateremo che l’Inps non ha più nulla a che vedere con il mandato costituzionale per cui nacque, nè con la previdenza universale e tanto meno con i fondi pensione, se non è prevista la possibilità di prepensionarsi per chi ha lavorato 30-35 anni e soffre di patologie croniche od oncologiche?
Qui non parliamo di ‘stato sociale’ o di ‘beneficenza’, ma di contributi effettivamente versati e non riscuotibili (con i relativi montanti previsti) neanche dopo 30 anni. E’ legale una roba così?
Demata
Concordo, il mio intendo di Governanti e’ tutta la classe politica in quanto negli ultimiventenni fanno a turno per chi deve gestire i soldi dei cittadini una volta riepitosi le tasche tocca ad un’altro gruppo politico, e naturalmente promesse su promesse ma nulla di fatto da parte di tutti solo prese in giro, e intanto il popolo non decide piu’ niente, nemmeno da chi farsi governareormai fanno tutto loro ogni due o tre anni si cambia ora e’ il turno del gruppo di Renzi a breve visto che ha quasi finito di farsi i fatti suoi tocchera’ ad un’altro gruppo e cosi via,
Governanti, politici, sindacati e dirigenze apicali, non solo i governanti. E quelli che si sono aumentati non sono i diritti, bensì i privilegi.
E’ evidente che la nostra non è una Democrazia, non del tutto per lo meno.
Buonasera, Caro amico anche io faccio parte di quella fascia di eta’, anche io ho iniziato a versare contributi a 14 anni, ora mi ritrovo anche io con delle patologie croniche progressive, ho fatto anche io domanda di invalidita’ dopo tre volte di aggravamenti sono riuscito ad ottenere il 55 % e non si riesce ad andare oltre ho rifatto ancora aggravamento appena fatto la visita e sono in attesa di risposta, anni addietro persino chi aveva il raffreddore riusciva a prendere l’invalidita’ ora nemmeno le patologie piu gravi che possono esserci, tutti i diritti acquisiti dei lavoratori da 80 anni oggi ce li stanno togliendo tutti noi in particolare che siamo nati negli anni citati abbiamo sempre pagato tasse e dobbiamo continuare a pagare, e la classe politica continua a prelevare per loro dalle casse, se riusciamo a vivere abbiamo pagato per 50 anni circa contributi per prendere di Pensione ( forse ) mille euri al mese continuando a pagare le tasse, questa e’ democrazia ??? negli ultimi 15 anni i nostri governanti hanno venduto meta’ Italia agli stranieri, ci hanno portato via tutto cio’ che un operaio era riuscito a risparmiare in anni di lavoro, e ci hanno tolto tutti i diritti acquisiti, mentre a loro i diritti se li sono aumentati senza chiedere a nessun italiano,