Il maggior rischio per l’Italia è quello dato dal persistere di una classe dirigente che, abbagliata dal carrozzone mediatico o dalle torri accademiche, dimentichi che il compito del Governo – qualunque sia la forma di Stato – è quello di garantire sicurezza, protezione sociale, cure mediche appropriate, istruzione adeguata alle opportunità.
Il compito della politica è quello di coagulare nel dialogo i conflitti e le tensioni, come i divergenti interessi, che sono intrinsechi alle società umane, al fine di dotare i tecnici e i cittadini di norme semplici e chiare, ovvero atte a garantire la coesione sociale.
Solo nelle cleptocrazie (interne o coloniali) la politica si fonda unicamente sul conflitto di fazione e non per la condivisione di un benessere generale: non è una questione etica, bensì intrinseca alla sopravvivenza stessa della comunità.
Senza la coesione sociale ed il costante lavoro per mantenerla, lo Stato diventa una sorta di contenitore territoriale privo di altro scopo per la politica, che non sia il mantenimento di uno status quo sempre più arcaico, sempre più obsoleto, sempre più causa di declino e degrado.
Come accadde per l’Assolutismo Monarchico, oggi le Democrazie neoliberiste affermatesi a partire dagli Anni ’80 non rispondono all’esigenza primaria che ne determina l’esistenza stessa: proteggere il popolo, tutelare i cittadini onesti, essere garanti della coesione sociale.
Coesione sociale: qualcosa di molto diverso e ben più indispensabile dello ‘Stato Sociale’ perorato dai cattolici e dalle sinistre.
Sicurezza dei cittadini e del territorio, protezione sociale, cure mediche appropriate, istruzione adeguata: riuscirà Matteo Renzi a riportare la Politica ad occuparsi di quello che la Costituzione richiede?
Demata
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