Il procuratore capo di Rieti Giuseppe Saieva ha già aperto il rituale fascicolo per disastro colposo e, forse, è giunta l’ora che la Regione Lazio assurga di nuovo agli ‘onori’ della stampa scandalistica.
Secondo quanto pubblicato oggi da La Repubblica, “subito dopo il terremoto dell’Aquila, i comuni di Amatrice e Accumoli furono classificati “categoria 1”, cioè massimo rischio sismico. L’allora governo Berlusconi stanziò quasi un miliardo da utilizzare entro il 2016 per le zone rosse: i soldi sono gestiti dalla Protezione civile, l’assegnazione ai comuni passa attraverso una graduatoria” in capo alla Regione Lazio con le relative competenze per la Provincia di Rieti e i corrispettivi Comuni.
Soldi che, innanzitutto, erano “contributi ai privati cittadini per sistemare le loro case e renderle più sicure. Lo Stato garantisce da 100 a 200 euro al metro quadrato, per piccoli interventi di consolidamento”.
“Invece, nei primi due-tre anni, da queste parti non si è visto un euro. Anzi, i bandi non furono nemmeno resi pubblici.
L’ex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, fece un tour nel reatino proprio per promuovere la misura, perché nessuno pareva sensibilizzare i cittadini su questa opportunità. In seguito ad Amatrice è accaduto anche che un dirigente poco solerte abbia spedito a Roma le richieste dei suoi cittadini quando ormai erano scaduti i tempi di consegna, facendo perdere così ogni diritto ai finanziamenti a chi (meno di dieci persone) che aveva fatto domanda.”
Altri di quei soldi, circa 220 milioni, andarono per edificare una scuola antisismica, proprio quella che dalle immagini appare crollata, mentre per il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, è ‘solo’ lesionata.
Senza parlare dell’Ospedale Civile di Amatrice, che adesso scopriamo tutti essere strategico in quel territorio impervio e che, viceversa, fu depotenziato (e demanutentato?) fino a che il terremoto dell’altro ieri non l’ha reso inagibile. Ospedale che, a causa del commissariamento, fino a pochi mesi fa era nei poteri diretti dello stesso Zingaretti, come precedentemente erano stati in capo a Renata Polverini.
Le responsabilità della Regione Lazio e della ex Provincia di Rieti – almeno quelle morali e politiche – potrebbero essere, però, ben maggiori, se, come riporta La Repubblica, “la Regione Lazio, infatti, ha inserito tra i requisiti per accedere ai fondi la “residenza” e non la semplice proprietà della casa come invece prevede l’ordinanza della Protezione civile.”
Il tutto ben sapendo che Amatrice ha un centro storico che risale al Settecento, cioè è successivo al terremoti del 1639, 1672, 1703 (L’Aquila) e che, se i residenti sono circa 2.750, in estate la sua popolazione supera le 15.000 persone, in gran parte proprietarie proprio di seconde case.
Come riporta il quotidiano romano, “su 1342 domande presentate per il 2013-2014 alla regione, ne sono state accolte soltanto 191. Undici ad Amatrice per un totale di 124.700 euro, e sette appena ad Accumoli per 86.400. Diciotto piccoli interventi sull’ordine dei 10-15 mila euro per diciotto case. Pochissimo.
Non solo: da un primo accertamento sembrerebbe che parte di questi soldi non siano stati ancora liquidati, a causa problemi della Regione con la legge di stabilità. … E siccome gli intoppi non finiscono mai, negli ultimi due anni l’erogazione si è bloccata del tutto.”
Da mesi, dinanzi a tali inandempienze, Anci e Protezione Civile hanno convocato un Tavolo, ma – pur essendosi riunito diverse volte – sembra che non ci sia verso di commissariare in qualche maniera le regioni e rendere attuabili le procedure.
Poi, c’è il mistero dei cinque ponti che la Regione Lazio con l’ex Provincia di Rieti avrebbe dovuto adeguare al rischio sismico per una spesa di almeno mezzo miliardo di euro, ma non si ricordano di interventi di consolidamento effettivamente fatti. Uno di questi ponti, quello di Amatrice, è stato lesionato dalle scosse e ha richiesto perizie statiche che, come visto in televisione, rallentavano i mezzi pesanti dei primi soccorritori.
La Repubblica si chiede “dove sono finiti quei soldi”. Anche noi.
Demata
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