Pensioni anticipate: come andranno le cose per davvero

25 Mag

La signora Italia nacque nel 1930 ed ebbe sei figli operosi, che trovarono lavoro non appena finiti gli  studi:

  1. Mario (1951) arruolatosi ed in pensione dal 1991,
  2. Luisa (1953) docente ed in pensione dal 1990,
  3. Sergio (1956) impiegato al comune, invalido grave e pensionatosi nel 2006,
  4. Chiara (1958) dirigente di II livello, invalido grave al lavoro fino al 2020,
  5. Marco (1959) medico, invalido grave in pensione dal 2016,
  6. Lucia (1961) venditrice, invalido grave andrà in pensione tra il 2023 e il 2028.

Sembra impossibile, ma è proprio così, e perchè accada questo è spiegato nel prospetto esemplificativo.

Demata Esempio Pensioni I parametri che contano, come al solito, sono l’età anagrafica, l’età previdenziale, l’età pensionabile e l’effetto di eventuali status invalidanti (la signora Italia ha trasmesso una malattia congenita rara ai suoi figli, ma non in tutti è sintomatica).

L’effetto con il sistema attuale (ma sarebbe così anche anticipando le pensioni a 62 anni) è il seguente:

  • I due figli nati prima del 1955, bene o male hanno beneficiato di tutti gli sconti e prebende riservati ai baby boomers. Intanto da anni lavorano a nero ed evadono il fisco.
  • I due che hanno visto la ‘malattia di famiglia’ riconosciuta prima del 2011, godono di 5 anni di scivolo ed uno di loro anche di pensione d’invalidità.
  • I due, che erano malati ma non riconosciuti per tempo dal Sistema Sanitario, finiscono in un limbo e devono versare i contributi che servono per pagare le pensioni dei primi due.

Ovviamente tutto questo non poteva accadere e non poteva restare sotto silenzio se i sindacati rappresentassero, in Italia, chi lavora e non chi è già pensionato. Già questo basterebbe per un decreto legge sulle rappresentanze sindacali, ma è un’altra storia. Intanto, speriamo che almeno Mattarella e Boeri intervengano affinchè ci si ricordi di chi ha iniziato a lavorare giovanissimo e/o deve proseguire  a 55 anni passati, nonostante sia gravemente malato: anche questi dovrebbero essere ‘diritti’, se non costituzionali – come davvero ssembrerebbe – almeno ‘acquisiti’.

Demata (since 2007)

Una Risposta a “Pensioni anticipate: come andranno le cose per davvero”

  1. Roberto Bonadio Maggio 26, 2015 a 10:12 am #

    Le probabilità che qualcuno si ricordi dei lavoratori precoci sono le stesse di una miracolosa apparizione divina o simile, si tende sempre a dimenticare le cose che danno fastidio , e i precoci per chi stà al governo avrebbero dovuto morire quando ancora avevano solo 33 anni di contributi e forse anche prima se malati ………

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