Esodati e invalidi: perchè la Fornero-Monti è incostituzionale. Perchè Renzi deve riformarla con urgenza?

3 Giu

Mancato intervento sulle ‘pensioni d’oro, a fronte di uno sbilanciamento dei ‘computi Inps’ in sede di riforme contributive degli Anni ’90, di adeguamento all’Euro dei contributi pre-1980.
Art. 2 – La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Norme sugli esodati a fronte di dati oggettivi che dimostravano l’impossibilità di essere riassorbiti dal mercato del lavoro.
Art. 4 – La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Norme sul lavoro senza consultazione, di cui i singoli lavoratori ne accettano le modalità fissate tra associazioni datoriali e sindacali tramite un mero contratto individuale
Art. 24 – Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi.

Norme ministeriali penalizzanti per lavoratori senior esodati o licenziati, norme Inps (ministero delle infrastrutture) penalizzanti per invalidi e familiari dei portatori di handicap, a fronte del 30% di lavoratori over50 in ‘condizioni di salute non buone’ (dati Istat 2012)
Art. 97 -(Testo applicabile fino all’esercizio finanziario relativo all’anno 2013) – I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione.
Art. 38 – Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale.

Non a caso, la riforma Fornero delle pensioni prevedeva (ndr. evocava …) come “Principi”:

  • a) equità e convergenza intragenerazionale e intergenerazionale, con abbattimento dei privilegi e clausole derogative soltanto per le categorie più deboli;
  • b) flessibilità nell’accesso ai trattamenti pensionistici anche attraverso incentivi alla prosecuzione della vita lavorativa;
  • c) adeguamento dei requisiti di accesso alle variazioni della speranza di vita; semplificazione, armonizzazione ed economicità dei profili di funzionamento delle diverse gestioni previdenziali.

Parole rimaste del tutto vuote: nessuna “equità e convergenza intragenerazionale e intergenerazionale, con abbattimento dei privilegi”, niente clausole derogative per le categorie più deboli, a partire dagli invalidi. Zero flessibilità, zero semplificazione, zero armonizzazione ed economicità.

Nonostante la questione si trascini da anni, con centinaia di migliaia di anziani senza reddito e senza lavoro e con forse un milione di lavoratori senior in condizioni di salute ‘non buone’, la Corte Costuzionale è stata coinvolta solo sei mesi fa e per questioni inerenti la disparità procedurale tra regione e regione.
Non è una questione di ‘ostilità di casta’, visto che tra le pensioni d’oro ci sono anche quelle di tutti i soggetti che potrebbero intervenire. Il vero problema è che Mario Monti riuscè ad inserire in Costituzione che “le pubbliche amministrazioni, in coerenza con l’ordinamento dell’Unione europea, assicurano l’equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico”).
Il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione?
Demandate ai “pubblici uffici”: una questione di management e non di governance.
Per inciso, ecco uno dei risultati del Fiscal Compact ed ecco perchè serve un Senato con funzioni revisorie ‘rapide’ (e non legislative come oggi): la Corte Costituzionale va in stallo se le leggi ‘impeacciate’ assicurano l’equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico

Dunque, dovranno essere Matteo Renzi e il Parlamento a dover intervenire per gli esodati e per chi – spesso malato – non trova flessibilità pur avendo 35-40 anni di contribuzioni, per i disoccupati a 60 anni ma pensionabili a 67, per i giovani che non lavorano e per i meno giovani che non fanno mai carriera.
Specie se i ‘danni collaterali’ si estenderebbero almeno fino al 2017, se non si fa una correzione della ‘lotteria Inps’ ora, in sede di documento finanziario estivo.
Specialmente se basterebbe rivalutare le pensioni d’oro per quanto relativo il passaggio all’euro dei contributi pre-1980 e reintegrare il buco ex Inpdap di decine di miliardi, causato – così sembra – da mancati versamenti datoriali, da anticipazioni alla Sanità, da assobimenti di casse dirigenziali in rosso.

E’ un principio fondalmentale della Repubblica Italiana richiedere l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale: esattamente il contrario di quanto accaduto a esodati, licenziati, lavoratori seriamente malati e … pensionati d’oro.

L’unica cosa che serve all’Italia per ripartire dai giovani e meno giovani è porre nuove regole contrattuali e pensionistiche, funzionali all’economia e al lavoro, cioè sistemare i conti Inps, di cui a breve le inchieste dovrebbero depositare i primi dati e misfatti.
Un enorme piano triennale di prepensionamento per chi ha più di 60 anni o almeno 30 anni di contriuti e, invecchiando, ha sviluppato patologie disfunzionalizzanti. Oltre ad un tetto per le pensioni, che non possano almeno superare il reddito entry level di quella tipologia di lavoro, come spesso accade per le pensioni superiori ai 2000 euro lordi.

Servirebbe del conquibus. Una Patrimoniale?

originale postato su demata

9 Risposte a “Esodati e invalidi: perchè la Fornero-Monti è incostituzionale. Perchè Renzi deve riformarla con urgenza?”

  1. gianluigi giugno 5, 2014 a 11:00 am #

    Cari amici ce lo diciamo e ce lo ripetiamo, la storia insegna che senza rivoluzione non si cambiano le cose: vi pare che non vi siano motivi sufficienti per cambiare le regole di vita che questa pilitica, questi governi ci prospettano e inducono a sopportare?
    Corruzioni e mal governo ci stanno disanguando, facendoci morire di morte lenta, in agonia: meglio tentare il tutto per tutto o loro o noi.
    La Fornero e tutti i dirigenti che hanno preso e prendono mediamente 450 volte lo stipendio medio di un loro dipendente vanno valutati con il politometro, il dirigentometro e vedere se le loro remunerazioni sono eque e i loro capitali accumulati congrui ad una onesta attività lavorativa , di meriti, o di affrancamento a qualche lobby che ha ereditato, affinandola l’arte e l’arroganza dei redimi e delle dittature che in passato hanno operato indisturbate e che ancor oggi grazie alla mancata legge sul conflitto d’interessi continua a discriminare i pochi, che detengono 85% del patrimonio, rispetto ai molti che si devono spartire il restante 15%.
    I dati parlano da soli, altra soluzione non c’è, andarsi a riprendere le ricchezze rubateci rimettendole in circolo per la società è l’unica nostra salvezza.

  2. pasquale ascione giugno 5, 2014 a 10:06 am #

    bisogna che il movimento si attivi in parlamento per ripristinare almeno i 40 anni di contributi per poter andare in pensione.questa bastarda legge fornero ha ucciso migliaia di famiglie .se solo si volesse ci vorrebbero 15 giorni per risanare l ‘Italia ,mettere un tetto massimo alle pensioni ( 4000 euro) e aiutare quelli che all’eta di 16 anni si alzavano dal letto alle 6 del mattino per andare al lavoro ..I lavoratori precoci sono stati i più colpiti da quella bastarda della fornero.

  3. Enrico giugno 4, 2014 a 5:00 PM #

    certo, è stato cambiato anche il sistema di misura delle condizioni di salute e anche di usura dell’individuo, produttività inclusa, questo assieme alle regole, patti e accordi in uso sino al Dicembre 2011, stravolti con la riforma. La stessa ha per conseguenza ciò che è diventato evidente per tutti, cioè disoccupati, esodati, usurati, esonerati ..e con un dispendio di denaro invece del risparmio previsto e promesso.

  4. demata giugno 4, 2014 a 4:42 PM #

    Non stiamo parlando di persone con meno di 35-40 anni di contribuzione, pubblico o privato che sia.
    Allo stesso modo, mantenere al lavoro persone che l’ISTAT su dati SSN classifica ‘in condizioni di salute non buone’, oltre ad essere disumano rappresenta un notevole calo di produttività nel pubblico come nel privato e – nella sostanza – rasenta lo spreco se parliamo di lavoratori con 30 anni contributivi di cui la metà in Euro e se teniamo in conto i maggiori costi sanitari per l’aggravio delle patologie.

  5. Enrico giugno 4, 2014 a 3:59 PM #

    Ma perché non si vuole riconsiderare la quota anni età anagrafica e quella contributiva’ Sarebbe equo ed inversamente proporzionale aumentando o diminuendo i 2 fattori.
    La realtà e che si vuole tentare il pre-pensionamento dei pubblici, che così costerebbero meno in termini di pensione che coma lavoratori attivi al datore di lavoro Stato, mentre nel privato si continua a pensare che la aziende possano continuare a pagare un costo del lavoro assurdo in un mercato asfittico e senza domanda…a cui seguono le cessioni di rami d’azienda , le chiusure , le delocalizzazioni etc.
    La determinazione/ premeditazione con cui si sta uccidendo la previdenza per pagare l’ovvia assistenza tipo cassa integrazione di tuti i livello e l’esempio della totale mancanza di strategie.

  6. gianluigi giugno 4, 2014 a 2:34 PM #

    che qualcuno centri l’argomento è il primo passo, il secondo è quello di mirare bene e centrare chi non capisce l’emergenza di chi, oltre tutto ciò , è non solo senior, non solo portatore di handicap, non solo penalizzato per poche settimane dalla vecchia alla nuova riforma pensionistica che tanti danni ha sollevato ed arrecato a molti esodati ecc.ecc. ma anche perchè le aspettative dei normo dotati sono identiche a chi ha problemi di salute e dulcis in fundo è in settori di lavoro che pur avendo subito decentramenti, cessioni di rami d’azienda, chiusure di uffici, subito demansionamenti d’ogni gener e trasferimenti d’ogni tipo non ha riconosciuto il proprio lavoro come lavoro usurante: chi in 5 anni sopporta 4 fusioni, credo abbia validi argomenti per dire di essere in una situazione di lavoro usurante!!!! ma non preoccupatevi, fate pure il punto estivo, e poi quello autunnale della situazione, noi intanto stiamo ogliando i fucili e arrotando le falci, presto vi veniamo a scovare, super pensionati, super dirigenti che oltre ad essere stati super pagati avete rovinato l’Italia…non vi dico cosa vi faremo, ma sconterete la vostra inettitudine.

  7. rita giugno 4, 2014 a 12:46 PM #

    Forse la fornero ha fatto un patto col Padreterno beata lei! E forse non conosce il proverbio che dice “MUOIONO PIU’ AGNELLI CHE PECORE” l’allungamento della vita non si può confrontare con i numeri e le statistiche, anche perché chi campa piu’ a lungo è chi non ha grossi problemi ne stress e, questo non riguarda certo il cittadino comune…….. chi vuole capire capisca!

  8. demata giugno 4, 2014 a 11:45 am #

    L’indicatore di aspettativa in vita?
    Condivido tutte le perplessità, ma è difficile affrontare l’argomento in quanto non è di ordine giuridico ma assicurativo, ovvero stimato da autorithy indipendenti e aggiornato anno per anno.
    Parliamo, infatti, di un dato postumo che le compagnie assicuratrici del mondo assumono come rischio di settore, con i parlamenti che di solito normano per NON farlo slittare.
    Aggiungerei che, tra disastri ambientali e malasanità, in alcune regioni, tra dieci anni l’aspettativa in vita potrebbe risultare più bassa del 2000.

  9. Antonino Paolo Blando giugno 4, 2014 a 11:36 am #

    era ora, che qualcuno focalizzasse l’assurdità della fornero, ma ci sarebbero altre cose d’aggiungere che metterebbero in crisi il punto di forzo della fornero cioè il fantomatico indicatore da seguire l’aspettativa di vita. Sono numeri…

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