Per le elezioni europee, dopo il disastro di questi anni, ci si aspetterebbe che almeno i partiti riformatori, quelli che puntano sul risanamento e sull’equità, portassero avanti proposte ‘utili e compendiose’ per quelle esigenze che puntualmente i media elencano quando si verifica una crisi.
Tanto per dirne una, la difesa europea, che includerebbe anche la gestione dei boat people nel Mediterraneo, ‘scaricata’ sull’Italia. Oppure, visto quello che accade ai marinai italiani, inglesi, tedeschi in India, pervenire ad un’unica authority per la gestione di questi casi. O, ancora, garantire il salario minimo per tutti gli europei e l’accesso alle cure e la spendibilità delle pensioni senza limiti nazionali.
Per non parlare delle politiche sociali, agricole e portuali che sono oggetto di forti polemiche da parte di stati importanti come la Gran Bretagna ed i paesi scandinavi, oltre che – ahimé – comprovata fonte di corruttela e prebende e sprechi. In Italia come altrove. O, figuriamoci, dell’esigenza di dotare i paesi europei di strutture amministrative e di bilancio simili … altrimenti le frodi miliardarie e le nicchie di miseria resteranno tali.
Se qualcuno confidava nei Cinque Stelle, almeno per ora, dovrà attendere: i sette punti sono definitvamente pubblici e prendiamo atto che questo è tutto quello che hanno da dire.
Partiamo con notare che ‘Abolire il Fiscal Compact’ e il ‘Referendum per la permanenza nell’Euro’ non hanno nulla che vedere con l’Europa: sono una questione interna e nazionale italiana. Come anche ricordiamo che il Fiscal Compact riguarda solo l’Eurozona e che solo una parte degli stati lo ha siglato.
Riguardo il Fiscal Compact, inoltre, questo log è stato uno dei primi a segnalarne i rischi – diversi mesi in anticipo al passaggio alle Camere – ma non i Cinque Stelle.
Al secondo punto, ‘Abolire gli Eurobond’, prendiamo atto che Beppe Grillo e suoi vogliono che oltre la metà del debito italiano corrente resti a noi italiani, che dovremmo saldarlo ad interessi ben peggiori di quelli ‘europei’.
Andando avanti, c’è da chiedersi di quale ‘Alleanza dei Paesi Mediterranei per una politica comune’ si tratti, se, visto il pacifismo ad oltranza dell’Italia, i francesi sono oramai tatticamente prevalenti, gli spagnoli hanno un sempre migliore ruolo nella Difesa Atlantica e nella produzione di olio, il Pireo è della cinese Cosco.
Acclarato che c’è solo da chiedersi cosa significhi un simile pasticcio, andiamo alle (poche) cose che il Movimento Cinque Stelle propone e che potrebbero trovare un’effettiva attuazione.
Anche in questo caso, sarebbe interessante come si sia pervenuti a pensare delle spese per ‘Investimenti escluse dal limite del 3% del limite di bilancio’, se – anche un consigliere comunale lo sa – trattasi di opere, infrastrutture, reti e immobili che portano con se anche spese di manuntenzione e gestione.
E, quanto ai ‘Finanziamenti per attività agricole e di allevamento’, il primo dubbio che sorge è che i guru a cinque stelle abbiano ‘localizzato’ una base di consenso relativamente stabile: è uno scherzo da ragazzi con un portale-blog e con i filtri di cui ci dota l’informatica.
Ovviamente, gli esperti Cinque Stelle che hanno suggerito uno slogan così ‘mirato’ dovrebbero spiegarci per quale motivo dovrebbero votarli tutti gli elettori non coinvolti nell’agricoltura, specialmente tenendo conto che gran parte degli italiani vive in aree urbanizzate.
Arrivando all’ Abolizione del pareggio di bilancio’, c’è ancor più da restare perplessi, visto che i Cinque Stelle si presentano come ‘anticospirazionisti’, ma – da che mondo è mondo – lo sforamento del bilancio è esattamente ciò che mette le nazioni nelle mani degli speculatori.
Tra l’altro, sostenendo Beppe Grillo e i suoi che bisogna risanare e rifondare l’Italia – a fronte di un debito pubblico smisurato e di un continuo peggioramento delle cose – davvero non si comprende perchè non si debba, non dico ripianare il debito, ma almeno garantire il pareggio anno per anno.
Il tutto con i Cinque Stelle che faranno gruppo a sè anche nel Parlamento Europeo, mentre proprio dalla menzionata Francia prende forma una proposta di ‘destra’ per un’Europa delle Nazioni.
Davvero “Vinciamo noi”? Come dire “Molti nemici, molto onore”?
Acclarato che il programma per l’Europa dei Cinque Stelle poteva essere di gran lunga migliore e riscontrata la carenza di effettive proposte politiche per l’Europa (due riguardano addirittura la nostra situazione interna), vedremo quanti convinti europeisti ed astensionisti vorranno scomodarsi a giorni per deporre nelle urne un voto di protesta.
Anche perchè, a vedere i candidati, ci sarebbe tant’altro ancora da dire. (link Cinque Stelle va in Europa: tutti i candidati. Sono credibili?)
originale postato su demata
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