“Il Senato delle autonomie non ha senso alcuno, c’è già la conferenza Stato-Regioni, che comprende anche i Comuni; è formata da tutti i governatori e da tutti i sindaci ed ha un comitato ristretto eletto dall’assemblea di tutti i suddetti. Non costa un centesimo se non il viaggio a Roma quando l’incontro col governo ha luogo. Il Senato delle autonomie sarebbe un inutile doppione.” (Eugenio Scalfari – domenica 6 aprile 2014)
Eppure, proprio La Repubblica del 4 ottobre 2012 ci spiegava che ‘il viaggio’ a Roma come a Bruxelles costerebbe qualcosa in più di un centesimo …
” Il piccolo Molise ha deciso di raddoppiare la sua presenza a Roma acquistando un appartamento in centro da oltre 4 milioni di euro, la Calabria continua a spendere 240 mila euro l’anno per una sede a Bruxelles che non usa più e mantiene un ufficio del turismo a Milano, mentre la Sicilia continua a elargire stipendi da favola ai dipendenti distaccati in una sede nella capitale d’Europa popolata di parenti di politici e arredata con marmi fatti giungere da Custonaci, in provincia di Trapani. …
È una storia con molti zeri, … il Piemonte puntava sulla Lettonia o sulla Corea, la Lombardia di Formigoni apriva “ambasciate” in Argentina, Russia e Brasile, la Sicilia sbarcava sull’Empire State Bulding a New York, … a Bruxelles la rappresentanza italiana è frantumata in 21 costose sedi – comprese quelle delle Province di Trento e Bolzano – ospitate in 15 edifici diversi. E al conto vanno aggiunte le “filiali” belghe di Anci (associazione dei Comuni) e Upi (unione delle Province). Uffici che si sommano a quelli della rappresentanza presso la Ue e la Nato, dell’Ice, dell’Enit, dell’istituto di cultura … costi che – tra personale, affitti e costi di gestione – raggiungono i 20 milioni di euro. Una cifra che aumenta fino a 70 milioni, se si tiene conto del costo dei 22 “avamposti” delle Regioni nel cuore di Roma, tra valore degli immobili, affitti, spese per il personale e per la gestione.”
Inoltre, la “la Conferenza Unificata è convocata e presieduta dal Ministro per gli Affari regionali e Autonomie, su delega del Presidente del Consiglio dei Ministri” non è esattamente un ‘parlamento’.
Attualmente sono 49 persone in tutto. I ministri degli Affari Regionali, degli Interni, dell’Economia e FInanze, dei Trasporti, della Salute, più i presidenti delle Regioni ed i due delle Province Autonome di Trento e Bolzano, ai quali si aggiungono il Presidente e i consiglieri (15 sindaci in tutto) dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani e dell’Unione delle Province italiane (sette presidenti di province in totale).
“Dunque cominciamo dal Senato. Nessuno, tranne il movimento di Rodotà e Zagrebelsky, si oppone all’abolizione del bicameralismo perfetto perché, appunto, è una gigantesca imperfezione”, lo ammette lo stesso Scalfari.
“Il Senato non dovrà più votare la fiducia al governo né approvare il bilancio dello Stato e la legislazione connessa, salvo che non si ravvisi una violazione costituzionale. … Così pure potrebbe, anzi dovrebbe esercitare un accurato controllo sulla pubblica amministrazione, … potrebbe, anzi dovrebbe svolgere un ruolo culturale approfondendo temi scientifici, sanitari, ecologici, umanistici, … per adempiere a questo compito il Senato dovrebbe esser composto da un certo numero di membri che rappresentino altrettante “eccellenze” e le mettano a tempo pieno a disposizione del paese. Non possono certo essere eletti, ma nominati dal capo dello Stato che potrà avvalersi di rose di nomi fornite da Accademie culturali, Università, scuole specializzate.” (Eugenio Scalfari – domenica 6 aprile 2014)
Praticamente, un Senato di ‘non eletti dal popolo’, ma di designati da Regioni, Città metropolitane e Province che avrebbe potere di controllo, di indirizzo e di veto su tutto il ‘resto’, magistratura inclusa, visto che – secondo Eugenio Scalfari – la Corte dei Conti “è una magistratura che persegue irregolarità o addirittura reati di natura contabile; negli ultimi tempi è andata al di là di queste sue competenze.”
E’ proprio vero, dottor Scalfari, “in una fase in cui si aumenta il potere decisionale del governo e soprattutto quello del premier, annullare completamente una delle due Camere configura una tendenzialità autoritaria estremamente rischiosa” …
Una Conferenza Stato-Regioni (propriamente detta o unfificata che fosse) che finora ha svolto, con i ‘successi’ di cui tutti ci siamo accorti, un bel numero di iniziative, come i Tavoli Permanenti, Gruppi di lavoro e Comitati per:
- il monitoraggio dell’intesa fra le Regioni e le province autonome, il Dipartimento degli affari regionali, il Ministero degli affari esteri, il Ministero dello sviluppo economico, in materia di rapporti internazionali;
- per l’uniformità dei procedimenti di invalidità civile e di trasmissione per via telematica dei certificati di malattia fra le Regioni, il Ministero della salute, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l’INPS;
- sulle problematiche relative alla decorrenza dei termini per l’acquisizione del certificato prevenzione incendi da parte delle strutture sanitarie pubbliche e private e sugli “indirizzi per prevenire e fronteggiare eventuali situazioni di rischio connesse alla vulnerabilità di elementi anche non strutturali negli edifici scolastici”;
- per la sanità penitenziaria e per l’attuazione delle linee guida per gli interventi negli ospedali psichiatrici giudiziari (OPG) e nelle case di cura e custodia, nonchè quello per le problematiche afferenti il settore della prevenzione e del recupero delle tossicodipendenze, su richiesta del Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria;
- per la definizione delle Convenzioni tra la Cassa Depositi e Prestiti S.P.A. e le Regioni sull’utilizzo del “Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca” e per la definizione di una proposta di legge quadro in materia di affidamento e utilizzazione delle concessioni demaniali marittime con finalità turistico-ricreative, a seguito del documento di infrazione n. 2008/4908 UE,
- per l’espletamento delle attività istruttorie in materia di informazione, formazione ed educazione ambientale e sul Secondo e il Terzo Piano di azione nazionale per l’efficienza energetica;
- per la semplificazione, per l’innovazione tecnologica nelle regioni e negli enti locali, per l’efficientamento e la razionalizzazione dei servizi del trasporto pubblico locale, per l’accesso al mercato del noleggio con conducente di autobus;
- per la realizzazione di un’offerta di servizi educativi a favore di bambini dai due ai tre anni, volta a migliorare i raccordi tra nido e scuola dell’infanzia e a concorrere allo sviluppo territoriale dei servizi socio educativi 0-6 anni;
- per la semplificazione e per l’attuazione coordinata delle misure previste dal decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5 recante: “Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo”.
Dunque, tra le cose da ‘rottamare “c’è già la conferenza Stato-Regioni, che comprende anche i Comuni” che costa più di qualche centesimo … a parte di valore del tempo perso dal Paese e della crescita che non c’è stata.
Piuttosto, “Congresso in America, Camera dei Lord in Gran Bretagna sono due esempi da non perder di vista in Italia e nella futura Europa nel giorno auspicabile in cui diventerà un vero Stato federale”.
Ma ci sarà da convincere gli Europei a mettere i propri destini ‘federali’ nelle mani di un eletto ogni 3-400.000 residenti … e, quanto alla Camera dei Lord britannica, ricordiamo che da quelle parti, ma anche altrove, il titolo nobiliare può essere acquistato.
originale postato su demata
Rispondi