Renzi segretario: un’opportunità per il Centrodestra?

11 Dic

Durante gli Anni ’70 il Partito Comunista Italiano subì un vero e proprio tracollo nell’incamerare l’adesione delle nuove generazioni, proseguito, poi, negli Anni ’80.

I dati delle elezioni del 1992 ne furono la ferale conferma, con Occhetto (PDS)  fermo a 6,3 milioni di voti, il PSI di Craxi a 5,3 e il PRC  a 2,2 milioni. Altra riprova ne sono le date di nascita di D’Alema (1949), Bindi (1951), Veltroni (1955), Fassino (1949), Turco (1955), Gentiloni (1954).

Non uno che avesse tra i 45 e i 54 anni, ovvero appartenesse a quei giovani che 30 anni fa cercarono approcci riformisti per la soluzione dei problemi italiani e che reclamarono un cambiamento meritocratico nelle carriere, a loro precluse perchè determinate dalla politica consociativa di DC-PSI-PCI.

Proprio quei cinquantenni che SWG – in un suo sondaggio del febbraio scorso – individuava, come lo zoccolo duro dell’astensionismo, con una ‘base’ di almeno 3 milioni di ‘non voti’.

sondaggio-swg febbraio 2013 astenuti per fascia d'età

Un dato ‘pesante’ per tanti motivi.
Dal fatto che si tratti proprio di ‘quella generazione’ che va dai movimenti ‘pacifici’ del ’77 agli ultimi fuochi della Pantera all’evidenza che si tratta di quasi una persona su due sia perchè – a differenza delle altre fasce d’età – appare indipendente dal livello di istruzione.

Era davvero difficile convincere a votare Fioroni o Franceschini (1958) se parliamo di un gruppo elettorale, una generazione intera, che ricorda i Cattivi Maestri della Guerra Fredda e gli Anni d Piombo, come l’assurgere delle Mafie e della corruttela generale o gli strani affari di Marcinkus e della P2.
E’, d’altra parte, una delle promesse di Romano Prodi, lui stesso ‘tecnico’, fu quella di aprire le porte della politica a quella generazione, che, per altro, a furia di ricoprire ruoli esecutivi e amministrativi, le ossa se l’era fatte.
Mai promessa fu talmente disillusa: Bassanini e Berlinguer nel poco tempo che ebbero incontrarono una miriade di difficoltà proprio ‘a sinistra’, nel partito e nei sindacati. Delle più o meno equivalenti promesse di Berlusconi e di cosa ne sia stato, nulla di più eloquente di un centrodestra parlamentare privo di ricambio e frammentato.

Meglio far scorrere acqua sotto i ponti – così agevolando vent’anni di Berlusconismo – ed attendere che fosse pronta una nuova generazione da proporre ai ‘nuovi italiani’.

Matteo Renzi è del 1975, la sua segreteria ha di media meno di 40 anni d’età. Praticamente i figli dei Big che vanno a sosituire.

“Luca Lotti all’organizzazione, Stefano Bonaccini (Enti locali), Davide Faraone al (welfare), Francesco Nicodemo (comunicazione), Maria Elena Boschi (riforme) e Alessia Morani (giustizia). Filippo Taddei della John Hopkins University è un esponente del fronte di Pippo Civati e con un ruolo di peso, quello di responsabile Economia del partito. Dall’aera di Walter Veltroni alla segreteria dem arrivano Marianna Madia (Lavoro) e Federica Mogherini (Europa). C’è Debora Serracchiani (infrastrutture), ‘scoperta’ da Franceschini quando era segretario del Pd, da tempo poi sostenitrice di Renzi. Chiara Braga (ambiente) e Pina Picierno (legalità e sud) di provenienza ‘franceschiniana’. Lorenzo Guerini è portavoce della segreteria”. (Il Fatto Quotidiano)

Complimenti, il Partito Democratico ha fatto il turn over senza dover assorbire la generazione degli attuali 45-54enni.

Il sondaggio di SWG ‘leggeva’  il doppio degli astenuti tra gli over44 rispetto a quanti più giovani e nessun sondaggio è stato fatto per capire se siano più ‘conservatori dello status quo’ i nostri giovani under40 in carriera od i cinquantenni esclusi da sempre dalla governance del paese.

Va da se che i margini di raccolta dei loro voti (39% astenuti) da parte di un centrodestra ‘all’inglese’ aumentano a dismisura, come diventano appetibili quelle di incrociare il consenso dei loro figli, che nel prossimo decennio raggiungeranno la maggiore età.
Senza contare la reazione – prevedibile – degli over-55 che potrebbero sempre meno votare un partito in cui non vedono riflesse le proprie convinzioni o rappresentate le proprie esigenze, astenendosi o votando altro.

originale postato su demata

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