Che nel Partito Democratico esista una componente ‘storica’ del tutto avulsa ai principi base su cui dovrebbe organizzarsi la finanza pubblica, è un dubbio che tocca, in un modo o nell’altro, gran parte degli italiani ed è la causa, probabile, di tutte le sue sconfitte elettorali.
Ma nessuno si sarebbe aspettato che, a meno di due mesi dalle elezioni, il segretario e candidato Pier Luigi Bersani confermasse questo ‘dettaglio’ in modo eclatante e smaccato.
«Eliminare l’Imu per chi sta pagando fino a 400-500 euro», intervenendo, a copertura, con una patrimoniale sugli immobili «fino a 1,5 e mezzo catastale che significa a mercato 3 milioni».
Ma l’IMU non è una tantum, ma annuale; che facciamo una mini patrimoniale all’anno?
E visto che l’IMU serve per manutentare città e comuni, che società sarebbe quella in cui un terzo di noi paga per tutti l’illuminazione stradale, la polizia municipale, la messa in sicurezza di strade?
Perchè mai questi cittadini che foraggiano la cosa pubblica non dovrebbero prima o poi chiedere qualcosa in contraccambio? E perchè non dovrebbero chiedere un maggiore accesso alla governance, visto che ‘de facto’ la pagano loro?
E come non pensare che una proposta così balzana ed iniqua, oltre che perigliosa per la democrazia, non sia altro che uno specchietto per le allodole, verso i ceti meno abbienti, un po’ come quello di promettergli un milione di posti di lavoro od un vero e proprio abuso come garantirgli la casa popolare a vita?
O, peggio, che ci sia qualcuno, tra le fila del Partito Democratico, convinto – ancora oggi ad oltre 30 anni dalla caduta del Muro di Berlino – che ‘i ricchi debbano piangere’?
originale postato su demata
Al mondo esitono i sognatori. Possono fare qualcosa di bello e buono.
Ma i sognatori carenti quantomeno di charme, quelli no, non possono far altro che alimentare incertezze e piccolissimi fuochi.