Monti va(i) a casa

7 Dic

Ormai, dopo la presa di posizione del PdL al Senato, il Governo Monti è ufficialmente un governo di minoranza: il dl Sviluppo e il dl enti locali passano con poco più di un terzo dei voti dei senatori. Intanto, Angela Finocchiaro incalza con il “governo non ha più la fiducia delle Aule parlamentari. Monti salga al Quirinale” e Giorgio Napolitano chiede (o forse implora?): “Evitare fine precipitosa legislatura, non mandiamo tutto a picco”.

Al di là di alcuni dettagli – ad esempio, perchè Finocchiaro inviti Monti alle dimissioni mentre il suo partito lo sostiene oppure cosa starebbe mandando a picco il PdL e cosa, invece, hanno mandato già a picco i tecnici del governo – questa è la situazione e che lo spread o salga, con tutte le boutade degli ultimi 12 mesi, non interessa quasi più a nessuno.

Al di là di come andrà a finire, Silvio Berlusconi, con l’ennesima impuntatura, ha reso un prezioso servigio al Paese, dimostrando agli eufemisti del ‘si può fare’ che uno Stato lo si governa quando si ha almeno la metà più uno del Parlamento, quando almeno il 50% degli elettori non diffida profondamente del principale partito al potere ed, ammesso che i milioni di laccioli che la Casta ha superfetato a propria tutela, non possano tornare, questi, utili anche per bloccare la Casta nelle sue stesse pastoie.

Chi si illudeva di governare con il 30% è smentito.

originale postato su demata

2 Risposte a “Monti va(i) a casa”

  1. demata dicembre 7, 2012 a 4:17 PM #

    Ottimo contributo. La ringrazio.

  2. Giò dicembre 7, 2012 a 4:10 PM #

    Non per infierire, però è fresca di arrivo una e-mail che si chiede di far girare.
    Oggetto: FRANCIA…..SISTEMA HOLLANDE

    Ecco il perché, in Italia, nessuno parla più della Francia.

    “Evidenziamo cosa ha fatto Hollande (non parole, fatti) in 56 giorni di

    governo”:

    ha abolito il 100% delle auto blu e le ha messe all´asta; il ricavato va

    al fondo welfare da distribuire alle regioni con il più alto numero di

    centri urbani con periferie dissestate.

    Ha fatto inviare un documento (dodici righe) a tutti gli enti statali

    dipendenti dall´amministrazione centrale in cui comunicava l´abolizione

    delle “vetture aziendali” sfidando e insultando provocatoriamente gli alti

    funzionari, con frasi del tipo “un dirigente che guadagna 650.000 euro

    all´anno, se non può permettersi il lusso di acquistare una bella vettura

    con il proprio guadagno meritato, vuol dire che è troppo avaro, o è

    stupido, o è disonesto.

    La nazione non ha bisogno di nessuna di queste tre figure”.

    Via con le Peugeot e le Citroen. 345 milioni di euro risparmiati subito,

    spostati per creare (apertura il 15 agosto 2012) 175 istituti di ricerca

    scientifica avanzata ad alta tecnologia assumendo 2.560 giovani scienziati

    disoccupati “per aumentare la competitività e la produttività della

    nazione”.

    Ha abolito il concetto di scudo fiscale (definito “socialmente immorale”)

    e ha emanato un urgente decreto presidenziale stabilendo un´aliquota del

    75% di aumento nella tassazione per tutte le famiglie che, al netto,

    guadagnano più di 5 milioni di euro all´anno. Con quei soldi (rispettando

    quindi il fiscal compact) senza intaccare il bilancio di un euro ha

    assunto 59.870 laureati disoccupati, di cui 6.900 dal 1 luglio del 2012, e

    poi altri 12.500 dal 1 settembre come insegnanti nella pubblica

    istruzione.

    Ha sottratto alla Chiesa sovvenzioni statali per il valore di 2,3 miliardi

    di euro utilizzati per finanziare licei privati esclusivi, ha varato (con

    quei soldi) un piano per la costruzione di 4.500 asili nido e 3.700 scuole

    elementari avviando un piano di rilancio degli investimenti nelle

    infrastrutture nazionali.

    Ha istituito il “bonus cultura” presidenziale, un dispositivo che consente

    di pagare tasse zero a chiunque si costituisca come cooperativa e apra una

    libreria indipendente assumendo almeno due laureati disoccupati iscritti

    alla lista dei disoccupati oppure cassintegrati, in modo tale da far

    risparmiare soldi della spesa pubblica, dare un minimo contributo

    all´occupazione e rilanciare dei nuovi status sociale.

    Ha abolito tutti i sussidi governativi a riviste, rivistucole, fondazioni,

    e case editrici, sostituite da comitati di “imprenditori statali” che

    finanziano aziende culturali sulla base di presentazione di piani business

    legati a strategie di mercato avanzate.

    Ha varato un provvedimento molto complesso nel quale si offre alle banche

    una scelta (non imposizione): chi offre crediti agevolati ad aziende che

    producono merci francesi riceve agevolazioni fiscali, chi offre strumenti

    finanziari paga una tassa supplementare: prendere o lasciare.

    Ha decurtato del 25% lo stipendio di tutti i funzionari governativi, del

    32% di tutti i parlamentari, e del 40% di tutti gli alti dirigenti statali

    che guadagnano più di 800 mila euro all´anno. Con quella cifra (circa 4

    miliardi di euro) ha istituito un fondo garanzia welfare che attribuisce a

    “donne mamme singole” in condizioni finanziarie disagiate uno stipendio

    garantito mensile per la durata di cinque anni, finché il bambino non va

    alle scuole elementari, e per tre anni se il bambino è più grande. Il

    tutto senza toccare il pareggio di bilancio.

    Risultato: ma guarda un po´…….. SURPRISE!! Lospread con i bund tedeschi è

    sceso, per magia. E´ arrivato a 101 (da noi è stato fino a 470).

    L´inflazione non è salita.

    La competitività e la produttività nazionale è aumentata nel mese di

    giugno per la prima volta da tre anni a questa parte.

    FACCIAMOLA GIRARE !!!

    Non è ‘verificata’, ma se lo fosse? Le conclusioni mi paiono ovvie. Certamente il Presidente francese non ha, credo, gli stessi poteri di quello italiano.

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