Primarie, candidati a confronto

22 Nov

Il Partito Democratico va alle primarie e, prima ancora che si avveri la vittoria annunciata di Pier Luigi Bersani, le suggestioni sul futuro non sono poche, specie se volessimo considerare alcuni dettagli dei curriculum dei cinque candidati.

Innanzitutto, la provenienza regionale: un lombardo (Tabacci), un toscano (Renzi), un emiliano (Bersani), una trevigiana (Puppato), un pugliese (Vendola). Nessun laziale, campano o siciliano; nessuno che rappresenti tre delle cinque principali regioni, in termini di risultato elettorale. Difficile credere che questa coalizione possa suparere il 30% dei consensi elettorali (astenuti inclusi), specialmente se parliamo del Lazio, della Campania e della Sicilia. Difficile prevedere come andranno le cose in Lombardia e Piemonte, non si governa l’Italia con le sole Toscana, Emilia Romagna e Veneto.

Un aspetto critico che viene confermato dal dato che dimostra come, escluso Vendola, gli altri candidati (Bersani, Puppato, Renzi, Tabacci) arrivano dalle patrie del consociativismo cooperativo e, con eccezione di Renzi, delle piccole e medie imprese padane. Puppato è un’impreditrice assicurativa, che opera a Montebelluna, dove è stata anche sindaco. Attualmente, l’agenzia assicurativa Planet S.N.C. offre polizze del  Groupama, una ex partecipata statale francese (Gruppo GAN) che nasce come mutua agricola all’inizio del XX Secolo.

Quanto alla provenienza politica, peggio che andar di notte, visto che Renzi e Tabacci sono due ex democristiani, Vendola e Bersani due ex comunisti. Democrazia Cristiana e Partito Comunista, due partiti di cui non dovrebbe esservi più traccia nel sistema politico italiano, dato che il primo si sciolse per gli scandali e le clientele, mentre il secondo dovette farlo dinanzi alla constatazione universale che il comunismo è un regime che opprime la libertà delle persone ed è, per altro, molto poco efficiente e decisamente iniquo.
A quanto pare, ci riprovano.

Quanto alle esperienze nel mondo del lavoro, quello di noi comuni mortali, Vendola, Bersani, Tabacci e Renzi sono in politica da sempre.
Tabacci è stato consigliere d’amministrazione di ENI, SNAM, Efibanca. Renzi è dirigente dell’azienda di marketing di  famiglia. Vendola è figlio del sindaco del paese, Terlizzi, dove vive. Sia per lui sia per Pier Luigi Bersani, Wikipedia non riporta particolari attività lavorative, non correlabili alla governance od alla riflessione/comunicazione politica. Puppato, come detto, è un’assicuratrice.

Quanto alla credibilità politica, sarebbe meglio sorvolare.
Tabacci è stato eletto deputato nel 2001 per la Casa delle Libertà, poi con l’UDC, oggi alle primarie col Partito Democratico. Bersani dichiarava nel 2003 che “se vuole rifondarsi, la sinistra deve partire dal retroterra di Comunione e Liberazione”.
Vendola annuncia “voglio sposarmi e avere un figlio” con Ed Testa (link) che considera l’Italia un ‘paese che appare bizzarro e arretrato‘. L’invito alla serata di “fund raising” elettorale per Renzi con la fondazione Metropolitan è stato esteso da Davide Serra, ex Morgan Stanley, ed ha partecipato la crema della finanza milanese (link).

Arrivando al ‘peso’ ed all’esperienza in politica – non quella di partito, ma quella nella governance – solo Bersani e Tabacci hanno ricoperto incarichi politici di governo, Vendola e Renzi no, come la Puppato. Dei cinque, solo Tabacci ha una esperienza di lunga data (anni ’80) nell’apparato di governance nazionale.

Quattro persone, cui si aggiunge l’assicuratrice/attivista trevigiana, che – secondo loro – avrebbero le qualità e le competenze per governare l’Italia.

Secondo noi?

originale postato su demata

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