Il “sistema San Raffaele” aveva causato all’ospedale – fondato da don Luigi Verzè – un buco di oltre un miliardo e mezzo di euro. Soldi che venivano spesi in forniture gonfiate all’inverosimile e, poi , in parte riconsegnati dagli stessi fornitori in contanti al vicepresidente del San Raffaele, lo scomparso Mario Cal, ed inghiottiti da conti esteri, gestiti dal faccendiere di area Comunione e liberazione Piero Daccò, condannato ieri a dieci anni di reclusione.
Fine di un’epoca durante la quale ‘ospedale cattolico’ aveva per tanti significato non solo qualità e correttezza professionale, che tanti ospedali pubblici disastrati non offrono, ma anche garanzia etica e ‘bona fidae’, come la chiamano a Roma.
Purtroppo, il San Raffaele non è un caso isolato di gestione traballante, se parliamo di sanità cattolica operante in regime di convenzione. San Gallicano e Gemelli sono stati al centro di roventi polemiche e scandali, altri ospedali meno noti sono sull’orlo del collasso finanziario, tante cliniche minori hanno già chiuso e si sono ridimensionate.
E, sempre purtroppo, è con denaro pubblico, con il sangue delle nostre tasche che questo sottobosco dell’universo cattolico lucra e finanzia chissà che cosa.
Trent’anni dopo lo scandalo del Banco Ambrosiano (all’epoca di Calvi, poi nelle mani di De Benedetti e Corrado Passera ed oggi confluito in Unicredit) e dello IOR, la finanza cattolica ci ricasca.
Di nuovo una storia di denaro ‘italiano’ convogliato in chissà quale stato estero o funzionale ad affari equivoci e lobbing politica. Di nuovo denaro destinato ad ‘opere di fede’ che diventa scandalo, frode e/o corruttela.
Tutte ovvietà, se ricordiamo cosa accadde a partire dal 1866 a Roma, Firenze ed a Torino, ma una domanda – almeno una – viene spontanea.
E’ finita l’epoca delle vacche grasse (e facili) della spesa sanitaria oppure i tagli al Sistema Sanitario sono davvero eccessivi o, ancora, è la nostra classe medica a non essere pronta per il management in rete e la gestione finanziaria?
E’ arrivata l’ora che a San Pietro e dintorni qualcuno si ricordi che ‘di buone intenzioni (bona fidae) è lastricata la strada dell’inferno’ e che ‘chi va con lo zoppo finisce per zoppicare”?
originale postato su demata
tranquil,,,,,,,,, Comunione e Liberazione trovera’ un altro metodo per rapinare soldi ai contribuenti.
vedete bene che i ladroni celesti non li molla ,sanno troppe cose.