Moody’s declassa Mario Monti (e l’Italia)

13 Lug

Digis srl, con una serie di sondaggi effettuati in questi giorni, offre uno squarcio abbastanza fedele del deterioramento della pubblica opinione italiana, dopo sei mesi di ‘governo tecnico’ e della contestuale sparizione del dissenso dai media.

Innanzitutto, prendiamo atto che, oggi, i contatti rifiutati sono il 70,1% del totale, mentre, in dicembre, le interviste complete  raccolte da Digis srl (per un analogo sondaggio) erano il 73,7% su totale contatti.

In soldoni, le persone che hanno deciso che ‘rispondere ai sondaggi è una perdita di tempo’ sono aumentate più del doppio ed una percentuale così alta dovrebbe suggerire che sono fortemente scontente. Dovrebbe …

Ma il peggio arriva al leggere i dati raccolti: sembrerebbe quasi che tutti siano convinti (o convincibili) di tutto ed il contrario di tutto.

Vendere beni dello Stato è ‘un errore che porterà alla svendita del patrimonio statale’ per il 38%, mentre il 21% degli intervistati vuole che si mettano in vendita ‘soltanto quelli costosi ed improduttivi’, ma ben il 41% pensa che sia ‘un provvedimento non rinviabile’.
Il 43% degli intervistati ritiene che il ministro Fornero dovrebbe dimettersi, ma il 79% degli intervistati ritiene che per gli ‘esodati lo Stato dovrebbe garantire il raggiungimento dei requisiti di pensione solo per coloro che hanno subito chiusura o ristrutturazione dell’azienda”.

Allo stesso modo, il 48% attribuisce all’INPS la responsabilità degli errori sui dati degli esodati, mentre il 52% attribuisce la responsabilità degli errori al ministero diretto da Fornero.
Inoltre, il 49% è convinto che ‘i sacrifici imposti da Mario Monti riusciranno a portare l’Italia fuori dalla crisi’, ma il 60% ritiene che ‘questo governo deve interrompersi in autunno con elezioni anticipate’.

Un dato che viene implicitamente confermato da EMG, con un sondaggio eseguito su un campione di 1.000 persone che mostra un tasso pesantissimo di rifiuti/sostituzioni, pari al 79%, ed un totale sfaldamento della compagine elettorale e, soprattutto, del bipolarismo.

Le intenzioni di voto rilevate, infatti, attribuirebbero il 46.0% ad una coalizione guidata da Monti, composta da PD, Popolo della Libertà, Psi, UDC e FLi, ma, allo stesso tempo, confermano un rilevante astensionismo (35-37%), oltre che a prevedere sia la coalizione SEL-IDV sia il Movimento 5 Stelle al 20%.

Preso atto della situazione e del fatto che non ci voleva molto a prevederla, ricordiamo che il capo di un governo ha come primo compito operare affinchè il Paese sia unito, specie se è tempo di crisi e viene scelto un tecnico. Affinchè questo accada è necessario che i sacrifici siano equi e che gli errori vengano pubblicamente ammessi. Ciò vale, naturalmente, anche per i ministri come Fornero e Passera.

E’ anche indispensabile che – proprio perchè c’è crisi e la nazione ha un ‘manovratore’ e non un ‘capitano di lungo corso’ – i media provvedano ad informare a tutto tondo i cittadini, in modo da renderli consapevoli delle scelte e permettere loro di discernere cause ed effetti, responsabilità e decisioni.

Tutto questo non è accaduto in questi mesi, durante i quali l’Italia ha vissuto in una sorta di limbo della democrazia, senza alternative, senza commenti e senza critiche ad una ‘cura’, che a ben vedere è ignota a tutti, visto che Mario Monti non sta affatto rispettando il programma da lui stesso presentato a suo tempo.

Il Partito Democratico, da anni ormai, non agogna altro che un’alleanza con l’UDC, cosa che finalmente permetterà a buona parte degli ex giovani democristiani di confluire in un solo raggruppamento politico con alla guida Mario Monti, redivivo Cincinnato.

Un’alleanza PD-UDC che, coalizzandosi con il PdL degli esecrati Alfano e Cicchitto (incredibile ma vero) e con Gianfranco Fini ed i suoi (ancor più incredibile), riuscirebbe in due scopi: vincere le elezioni ed aggregare in una solo raggruppamento politico tutto ciò che resta (troppo e tanto) dei partiti della Prima Repubblica.

Una follia che porterebbe l’Italia ad un forte deterioramento della coesione civile, confusa dalla disinformazione ed alimentata dall’iniquità, mentre si andrebbe a creare un definitivo ed irrimediabile ‘strappo’ tra cittadini da un lato e politici e clientes dall’altro.

E’, dunque, evidente che se Moody’s declassa l’Italia, non è a causa di Confindustria o del Sindacato, specialmente se è il ‘quadro politico’ ad allarmare agenzie di rating e mercati.
Un ‘quadro politico’ che non riesce a ridurre di un centesimo le spese della Casta, che esita se deve tagliare qualche CdA o qualche provincia, che non sa stilare una legge elettorale, che non vuole assolutamente intaccare alcun privilegio di una generazione di privilegiati, che non offre un volto nuovo da almeno 20 anni.

Un ‘quadro politico’, ricordiamolo, che vede in Mario Monti la sua massima autorità come capo di un governo di programma sostenuto da una coalizione di partiti.    E chi altri mai?

originale postato su demata

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