Salario minimo, quanto costa?

21 Feb

Proviamo ad immaginare di voler quantificare i costi di un atto di dignità nazionale, ovvero garantire un salario minimo a chi, pur cercandolo, non trova lavoro e chi non lo cerca perchè invalido o perchè resta a casa a sostenere la propria famiglia.

Giusto per avere un’idea di quante siano queste persone, mettiamo in conto di dover considerare:

  • 2.033.653 casalinghe/i italiani (dati INAIL 2009)
  • ~ 1 milione di NEET minori di 21 anni (dati ISTAT 2010 >2.000.000 NEET dai 15 ai 24 anni)
  • 2.243.000 disoccupati (dati ISTAT 2011)
  • 420.000 cassaintegrati (dati Inps e stima UIL 2011 > 60,8 milioni ore)
  • 2.137.078 invalidi inabili al lavoro con assegno medio di sostentamento di 449,57 euro (rapporto MEF 2008)

In totale parliamo di poco meno di 8 milioni di italiani.

Prevedendo un salario minimo di 10.000 Euro l’anno di media – giusto per fare un conto facile – si parte da una base di 80 miliardi di euro annui.

Tanti, tantissimi, ma, in realtà, molto meno, a partire dal fatto che il 25% circa (20 miliardi) rientrerebbero pressochè subito come fiscalità.

Ad ogni modo, premesso che una bella somma arriva dal Fondo Sociale Europeo, il primo miliardo di “economie” deriva direttamente, come minor spesa, dai “sostentamenti” degli inabili al lavoro. Poi, ci sono i circa 6 miliardi che, secondo la stampa nazionale, spendiamo attualmente per i cassaintegrati ed altrettanti (almeno si spera) che l’INPS sta già spendendo in indennità di disoccupazione (dati Ocse nel 2007).

A proposito di dati Ocse, nel 2007 la spesa pubblica in Italia per la disoccupazione ammontava allo 0,4% del pil ( 1.351 miliardi di euro), mentre in Francia e Germania la spesa e’ dell’1,4% sul pil, in Belgio raggiunge il 3,1%,in Spagna il 2,2%, in Danimarca e Austria è all’1% e in Olanda arriva al’1,9%.
Dunque, nel 2007, l’Italia avrebbe dovuto spendere almeno 15 miliardi di euro (anzichè circa sei), sempre ammesso che le condizioni del paese siano paragonabili a quelle della Mitteleuropa …

Ritornando al nostro quesito – quantificare i costi del “salario minimo” – abbiamo visto come da circa 80 miliardi di euro (per 10.000 euro pro capite), siamo arrivati a 67 miliardi di euro di spesa “ulteriore”.

Ma non solo …
Questi soldi verranno spesi e l’espansione commerciale – specie se la smettessimo con gli enormi ipermercati – e produttiva – specie se mettessimo un freno al gioco elettronico – darebbe immediatamente frutto, ovvero posti di lavoro e resa fiscale. Almeno 2 miliardi di euro in gettito fiscale, più le economie date dalla maggiore occupazione.

Un’occupazione che andrebbe ad alleggerire ulteriormente “l’ulteriore onere” se considerassimo di abbinare formazione, riqualificazione, rieducazione, bonifiche, ripristini, manutenzione ordinaria … minore microcriminalità e meno povertà diffusa, meno razzismo grazie alla maggior tutela, minor spesa sanitaria per invalidi che vivono meglio … minori spese di carburante per i pattugliamenti. Per non parlare delle casalinghe “libere” di affrancarsi da un “padrone”, alle donne occupate in nero per 6-800 euro al mese, a tanti “bamboccioni” (NB si chiamano NEET) che non avrebbero più scuse per recarsi a scuola od al lavoro, e, “dulcis in fundo”, la potenziale incisività di un salario minimo in terre di mafia.

A quante centinaia di miliardi di euro equivarrebbe tutto questo? E quale rating verrebbe assegnato al sistema Italia, se un tal genere di intervento avesse successo anche solo per la metà?

E, d’altra parte, come non consinderare che – dopo l’ultraliberismo dei Chicago Boys – un po’ di Keynesismo, lo dicono tutti, è necessario? Se così fosse, non c’è altro che prender atto che lo Stato, la comunità, deve spendere, sostenere, investire e che sono altre le spese desute, inutili e famigerate. A partire dalle “auto blu”, ad esempio.

originale postato su demata

Dimenticavo … i NEET sono i giovani dai 15 e i 29 anni che non sono iscritti a scuola né all’università, che non lavorano e che nemmeno seguono corsi di formazione o aggiornamento professionale. “Not in Education, Employment or Training”.

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