Il clero paga tasse e tributi!
Non ci sarebbe nulla da meravigliarsi, se non ci trovassimo nella nazione che prevede, in Costituzione, che “lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani” (art. 7).
Sovrani su cosa? Trattandosi di una Costituzione, sarebbe da intendersi “sul territorio” e/o “sul popolo” e, come precisa lo stesso articolo 7, “i loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale”.
Dunque, lo Stato Italiano e la Città del Vaticano gestiscono i propri rapporti di sovranità – su cosa è da capire – “a latere dalla costituzione”, mentre “il popolo la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione” (art. 1).
E’ piuttosto difficile immaginare un “popolo sovrano”, con un tale testo scolpito negli annali della Repubblica, e, piuttosto, l’impressione che se ne riceve è che venga prima l’Erario, poi la Fede e poi le persone.
Così accade che Mario Monti possa riempire le testate dei giornali con “Ici sui beni commerciali della Chiesa” oppure “La svolta dell’Ici sulla Chiesa: esentasse solo i luoghi di culto”.
Miracolo? Mica tanto: erano mesi e mesi che la Santa Sede – ma non così tanto la CEI – informava gli italiani riguardo la propria disponibilità a discuterne. Come sono trascorsi anni, durante i quali il Quarto Potere italiano non ha scandalisticamente intestato una prima pagina una ai favori fiscali, troppi e tanti, goduti da qualsiasi attività minimamente clericale.
Come raramente i nostri media hanno parlato dei costosissimi restauri di belle, ma desuete architetture del passato, puntualmente rivendute a peso d’oro dal clero proprietario ai soliti noti speculatori.
Arriva, dunque, l’ICI per le attività non destinate al culto, come fosse la manna dal cielo.
E nessuno fa caso che, con un sincronismo pressoché perfetto, la “misura” arriva a 24 ore dall’attacco di Celentano alla Chiesa Cattolica durante il Festival di Sanremo …
Sincronismi, quelli a cui ci stiamo abituando da 3-4 mesi, che ricordano quasi alla perfezione cosa accadeva a Weimar tanti anni fa, con gente inferocita nei bar ed i giornali a replicare i “comandamenti ufficiali”.
originale postato su demata
Rispondi