Un Fiscal Compact difficile da digerire

20 Gen

La questione del debito nazionale continua ad essere il principale punto di cedimento dell’Unione Europea in quanto tale. In questi giorni, il Consiglio Ecofin sta portando a conclusione la Fiscal compact, il patto di bilancio tanto voluto da Merkel e Monti.

Un trattato internazionale che ridurrà notevolmente i poteri dei parlamenti in materia economica e che vorrebbe coinvolgere tutti i paesi dell’Unione, pur precisando che le adesioni dovranno essere “almeno dodici” …

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Ecco di cosa si tratta (link bozza integrale):

  • l’obiettivo a medio termine è che il bilancio delle amministrazioni pubbliche debba essere (o pervenire dopo un “percorso di avvicinamento”) in pareggio o in avanzo
  • durante la fase di convergenza a medio termine, il deficit strutturale annuo non può essere superiore a 0,5% del prodotto interno lordo ai prezzi di mercato. Le parti contraenti garantiscono un rapido rientro
  • le parti contraenti possono temporaneamente deviare dal loro obiettivo a medio termine solo in circostanze eccezionali
  • per “circostanze eccezionali” si intende un periodo di grave recessione economica od un evento inconsueto non soggetto al controllo delle Parti contraenti
  • in caso di significativi scostamenti dall’obiettivo a medio termine, un “meccanismo di correzione” deve attivarsi automaticamente e le parti contraenti hanno l’obbligo di predeterminarlo
  • le parti contraenti decono introdurre adeguate norme nel diritto nazionale entro un anno dall’entrata in vigore del presente trattato mediante disposizioni vincolanti e con carattere permanente, preferibilmente costituzionale
  • le parti contraenti garantiscono l’indipendenza degli enti responsabili a livello nazionale del monitoraggio il rispetto delle regole
  • viene istituito un “Report Annuale del saldo strutturale delle amministrazioni pubbliche” al netto di misure una tantum e temporanee
  • quando il rapporto tra il debito delle amministrazioni pubbliche e prodotto interno lordo supera il 60% del valore di riferimento le parti contraenti devono attuare la procedura per i disavanzi eccessivi, come da regolamento UE
  • l’Unione europea deve mettere in atto un programma di partenariato economico e di bilancio coordinato (contenente una descrizione dettagliata delle riforme strutturali) per le le parti contraenti che sono oggetto di una procedura per i disavanzi eccessivi
  • l’attuazione del programmaed i piani annuali di bilancio saranno monitorati dalla Commissione e dal Consiglio d’Europa
  • le parti contraenti riferiscono ex-ante sui loro piani di emissione di debito pubblico
  • le parti contraenti la cui moneta è l’euro si impegnano a sostenere le proposte o raccomandazioni presentate dalla Commissione europea riguardo uno Stato membro che violi il criterio del disavanzo eccessivo
  • se una Parte contraente ritenga, indipendentemente dalla Relazione della Commissione, che un’altra parte contraente non ha rispettato i termini dell’accordo, può portare la questione alla Corte di giustizia, con sentenza vincolante
  • le parti contraenti garantiscono che tutte le riforme di politica economica che intendono intraprendere saranno discusse ex-ante ed, eventualmente, coordinate tra di loro
  • i capi di Stato o di governo delle parti contraenti la cui moneta è l’euro si riuniscono a titolo informale nelle riunioni del “Vertice Euro”, al quale possone essere invitati il Presidente del Parlamento europeo e il Governatore della banca Centrale Europea
  • il Presidente del “Vertice Euro” è nominato dai capi di Stato o di Governo delle parti contraenti la cui moneta è l’euro a maggioranza semplice
  • le Parti contraenti definiscono l’organizzazione e la promozione di una conferenza dei presidenti delle commissioni bilancio dei parlamenti nazionali
  • il trattato sarà ratificato dalle parti contraenti conformemente alle loro rispettive norme costituzionali ed entra in vigore il 1° gennaio 2013, a condizione che vi siano almeno dodici contraenti

Di cosa discuteranno, a partire, dal 2013, i parlamentari dei tanti stati e staterelli europei è difficile capirlo, visto che la spesa sarà definita altrove ed “ex ante”.

L’aspetto, però, più “imminente” di un trattato di tal genere è un’altro.

La scadenza per la firma è a breve e tra dodici mesi è prevista l’entrata in vigore. Una scelta molto ambiziosa, visto che il “legante” con Gran Bretagna ed i paesi scandinavi andrebbe ad allentarsi ulteriormente e che in Italia e Grecia potrebbero verificarsi serie, se non irreversibili, problematiche.

Infatti, venendo alla nostra Italia, è davvero improbabile che un governo non eletto, un parlamento che non riesce a riformarsi ed dei partiti in fase di riassetto possano legittimamente votare, quanto meno agli occhi dei cittadini, un impegno internazionale così “innovativo”, sia dal punto fiscale sia, soprattutto, per quanto riguarda i poteri del parlamento e degli Stati, ovvero la democrazia effettiva.

originale postato su demata

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