Dopo le diffuse proteste, il Tribunale di Oslo dovrà eseguire nuove perizie psichiatriche su Anders Behring Breivik, l’attentatore di Utoya, prima di rinchiuderlo in una struttura per malati mentali pericolosi, evitando un vero e proprio processo.
Non poche, infatti, erano state le polemiche per la diagnosi di “psicotico, affetto da una forma di schizofrenia paranoica” degli psichiatri Synne Serheim e Torgeir Husby.
Una diagnosi che avrebbe permesso al Tribunale di Oslo di recepirla in sentenza, trasformando Breivik in un soggetto “penalmente irresponsabile” e quindi non processabile, prima ancora che punibile.
Un processo che, senza svolgimento, non permetterebbe di acclarare se Brevik fu il solo e vero autore della strage.
Un processo ed una condanna che Anders Behring Breivik chiede, affermando di aver compiuto atti “atroci ma necessari”.
D’altra parte, come può essere “incapace di intendere” un uomo che ha pianificato per anni e completato un attentato di una notevole complessità?
Allora, perchè la giustizia norvegese ha tali difficoltà a processare Anders Behring Breivik, al punto che la prima vera udienza è fissata per il prossimo 16 aprile, a ben otto mesi dalla strage?
Perchè la Norvegia è un paese non proprio perfetto … visto che “nel 2000, quando le legislazioni dei due paesi in materia erano comparabili, le persone investigate per reati correlati al traffico di droga erano 57 ogni 100.000 abitanti in Italia a fronte di ben 174 in Norvegia” e “che una ragazza su sette ha tentato il suicidio”.
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