Caccia F-35: un acquisto da risparmiare?

3 Gen

Acquistare 131 cacciabombardieri Finmeccanica F35 Joint Strike Fighter? E perchè mai, se i 12 miliardi di euro che costeranno (90 milioni cadauno circa) sarebbero utilissimi per l’occupazione, le pensioni, gli investimenti, le infrastrutture, il welfare, i tagli alle tasse …
Meglio vederci chiaro.

Una parte della storia inizia il 28 maggio 2007, presso il ministero della Difesa a Roma, con l’incontro tra il presidente della Provincia di Novara, Sergio Vedovato, e il sottosegretario alla Difesa, Lorenzo Forcieri, per determinare l’insediamento presso l’aeroporto militare di Cameri (NO) della linea di assemblaggio degli aerei F35 Joint Strike Fighter.
Una marea di soldi e di lavoro che deve andare a beneficare l’indotto piemontese, azzerato dalla crisi dell’auto e del tessile. Non a caso, Maria Luisa Crespi, il sindaco di Cameri, dichiarò «grazie all’iniziativa della Provincia, da oggi saremo in grado di dare risposte ai nostri cittadini» e, come confermò il sindaco di Bellinzago, Mariella Bovio, «sono importanti le garanzie occupazionali per un territorio come il nostro che vive una grave crisi nel settore tessile».

Parliamo del Governo Prodi, con i piemontesi Damiano, Livia Turco, Bertinotti e Ferrero ai massimi vertici del potere, e, dunque, non c’è davvero da chiedersi perchè, visto che nel progetto è investito circa un miliardo di Euro, non farlo a Grazzanise (CE), dove l’aeroporto militare già c’è, dove la disoccupazione è storica e dove c’è “bisogno di Stato”, visto che è terra di conquista casalese.

Un’altra parte di questa vicenda, inizia nel 1996, quando gli USA (e la NATO) iniziarono a lavorare su un caccia a lungo raggio con complete caratteristiche Stealth, ovvero con capacità di trasportare l’armamento in stive interne: un nuovo velivolo “invisibile” da usare nella fase del “first strike”, quando le difese nemiche sono complete ed attive.
Nel 2001, il progetto Lockheed X-35 fu dichiarato vincitore e veniva avviato il programma definitivo con la sigla F-35 JSF (Joint Strike Fighter), con un costo di produzione per ciascun esemplare valutato intorno ai 40 milioni di dollari.

Inizialmente era prevista una produzione di circa 3.000 velivoli per USAF/US Navy/USMC e di altri 2.000 per i vari partner internazionali. (fonte http://www.aereimilitari.org)
Secondo gli accordi, l’Italia doveva partecipare come “partner di secondo livello”, acquistando una ventina di F35 JSF e, soprattutto, allestendo una linea di costruzione e assemblaggio, da cui sarebbe uscita buona parte degli F-35 destinati all’Europa e ad altre nazioni, come Turchia ed Israele.
Commesse che, dopo il ritiro della richiesta di 85 F-35A per la Koninklijke Luchtmacht olandese,ormai si sono ridotte a 85 F-35A per la Flyvevåbnet danese, 22 F-35B per l’Aviazione Navale italiana, 48 F-35A per la Kongelige Norske Luftforsvaret norvegese, più le commesse della Royal Air Force (150 F-35B) e della Türk Hava Kuvvetleri (116 F-35A), che potrebbero essere “spese” direttamente in USA.

E, guarda caso, ecco che il governo Monti vuole “aggiungere” 80-90 F35 per l’Aereonautica Militare alla commessa iniziale di “soli venti velivoli” per la Marina … dopo che, pochi mesi fa, La Russa, come ministro della Difesa, aveva tagliato una commessa di 2 miliardi di Euro per 25 Eurofighter (Aeritalia/Finmeccanica), azzerandone la terza trance.

Ma la storia dei cacciabombardieri F35 non finisce qui.

Ecco cosa ha pubblicato l’autorevole Wired, il 13 dicembre scorso, proprio mentre il Governo Monti presentava manovra (e relativo acquisto dei velivoli):  “Frank Kendall, top buyer del Pentagononel settore “armi”, ha consegnato la cosiddetta “Quick Review Look” nel mese di ottobre. La sua relazione – 55 pagine fitte di gergo tecnico e grafici complessi – è trapelata in questo fine settimana. Kendall ha indicato una lunga lista di difetti nell’F-35, tra cui un gancio di coda mal posto, i sensori lenti nella risposta, un sistema elettrico pieno di bugs e crepe strutturali.”

Una batosta che arriva dopo che il Washingon Post aveva annunciato, agli inizi del 2011, la necessità di ricapitalizzare del 20% (10 miliardi di dollari) sperimentazione e progettazione, di cui la metà “resasi necessaria per alleggerire l’aereo, dato che volare a pieno carico inficia le performance chiave del velivolo“.

Per non parlare, sempre agli inizi del 2011, della conferenza stampa  tenuta dal segretario alla Difesa americano, Robert Gates, che precisava che, “se non riusciremo a mettere a posto questa variante (ndr. la versione a decollo corto e atterraggio verticale – STOVL) in questo arco di tempo e rimetterla in carreggiata in termini di prestazioni, costi e tempi, allora credo che dovrebbe essere cancellata.”

Una variante, la F-35B, ormai superata dalla F-35C, la versione da portaerei tutto-ponte, come quelle USA dotate di catapulta, che anche la Royal Navy adotterà, modificando le proprie portaerei, visto il travagliato sviluppo della versione F-35B, che sarebbe, poi, quella ordinata per la Aviazione Navale italiana, dato che le nostre portaerei hanno … il ponte corto.

Non c’è che dire, quello che emerge, da questa storia, è la volontà del Governo Monti e dei partiti che ne avallano il programma di sostenere l’occupazione ed il livello industriale del Piemonte per i prossimi vent’anni, nonchè alimentare gli investimenti di/in Finmeccanica (ovvero dello Stato che spende “su se stesso”), acquistando un cacciabombardiere che non potrà essere usato, senza gravose spese, sulle nostre navi e che, per ora, non sembra essere competitivo con il suo diretto rivale, il Sukhoi MIG 35/37.

Non resta, dunque, altro da chiedersi quanti e quali siano i conflitti di interessi che animano questo “governo del Presidente” …

A conclusione, manca, però, ancora un’ultima riflessione: a cosa serve, a noi cittadini italiani, avere ben 130 caccia stealth d’attacco, che vanno ad assommarsi all’ottantina di Eurofighter, che già abbiamo?

Ebbene, con 135 F-35 l’Italia diventerebbe, in 5-10 anni, la seconda potenza NATO per quanto relativo i caccia d’attacco con copertura Stealth ed il quarto paese del mondo (dopo USA, Russia ed Israele)  per capacità di “first strike”, mentre la Cina Popolare ha davanti a se almeno altri 15-20 anni dal creare un’aviazione militare temibile …

Dove, quando e per conto di chi li useremo?

originale postato su demata

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