Spending review: come dire tagli

18 Dic

Il ministri dello Sviluppo e quello della Coesione territoriale, Passera e Barca, che il governo Berlusconi aveva accantonato e che andranno a finanziare infrastrutture: ferrovie, porti, scuole, carceri.
Non è una gran cifra, solo per le scuole ne servono almeno il doppio, se non il triplo, e, dunque, non ci saranno infrastrutture se non arriveranno economie, ovvero tagli.

D’altra parte, è notorio che non si rilancia a costo zero la crescita, lo sviluppo, l’innovazione.

Così andando le cose, il governo ha avviato la mappatura della “spending review”, che Tremonti aveva previsto in Finanziaria e che l’Europa si attende.
Si tratta, in parole povere, di tagli di spesa “mirati”, per almeno 10-15 miliardi di Euro.

Un’anteprima sono quelli già contenuti nel decreto “Salva Italia” relativamente la Sanità, che ricadranno inevitabilmente sui malati e che, per ora, colpiscono medici e paramedici.
Visto che anche la lobby dei farmacisti ha ottenuto la sua postilla, la cosa inizia a sembrare paradossale.

Ma non solo.
Dove pensa di prendere, il governo Monti, le risorse necessarie a finanziare il rilancio della domanda e il welfare che serve per “gestire” almeno due milioni di disoccupati?
Dalla lotta all’evasione fiscale ed agli sprechi … in un paese dove il falso in bilancio è depenalizzato e dove i dirigenti pubblici sono assicurati, in caso di condanne, a carico dello Stato.

originale postato su demata

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