Due milioni di disoccupati, dei quali il 40% sono giovani, mentre il resto sono padri e madri di famiglia. Il dato è confermato dai riscontri dall’abonorme incremento della disoccupazione (+600.000 in tre anni), che è dovuto in sei casi su dieci alla perdita del posto di lavoro nel corso dell’anno.
Un’Italia che, per dare lavoro agli italiani, deve contare sempre di più sulle piccole imprese, che sono il 94,7 per cento, mentre le nostre multinazionali investono, viceversa, all’estero (39% del terziario, 30% delle industrie). Solo in Romania le 3.282 affiliate italiane impiegano oltre 116 mila addetti con un fatturato di 5,3 miliardi di euro.
Intanto, mentre i nati sono meno dei morti (circa 6.000) anche gli stranieri iniziano a mancare, con 300.000 residenti in meno.
E, per non farsi mancar nulla, il PIL è calato del 1,6% annuo, secondo Confindustria.
Questo lo scenario dinanzi al quale gli italiani, un paio di mesi fa, avevano sfiduciato Berlusconi, accettando un governo tecnico che mettesse le cose a posto.
Purtoppo per noi, anche l’Europa aveva bisogno di mettere le cose a posto, ovvero l’esposizione speculativa delle banche francesi e tedesche verso l’Italia, una montagna di euro, quasi 350 miliardi per le prime ed oltre 100 per le seconde.

Sappiamo come va il mondo e, oggi, il nostro Parlamento ha votato la fiducia al “Decreto Salva Italia”, che, però, non contiene una misura una per contenere la recessione, riassorbire la disoccupazione, sostenere le piccole imprese, attirare capitali e risorse.
Pensavate forse che PD, per quanto relativo l’esposizione francese, ed UDC, soprattutto per quella bavarese, potessero tirarsi indietro?
Salva Italia? … salva Euro.
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