Questa la lista, al possibile completa, della miriade di promesse e garanzie che il Governo Italiano, senza l’avallo del Ministro dell’Economia e delle Finanze, ha promesso all’Europa a nome di tutti noi.
Incredibilmente, l’Europa “ci crede”, forse allettata dall’enorme svendita che Berlusconi promette, ma ditemi voi se, nell’Italia che ben conosciamo, sia possibile mettere in atto una tale manovra in una dozzina di mesi, se alcune misure siano davvero opportune, come quelle ad esempio, sui trasporti o la concorrenza e se altre, quelle sul sistema elettorale o sulle liberalizzazioni, siano esenti da itneressi di fazione o personali.
- Pensione a 67 anni dal 2026
- Libertà di licenziamento per «motivi economici»
- Privatizzazione dei servizi pubblici locali
- Liberalizzazione dei servizi nei comparti idrico, dei rifiuti, dei trasporti, locali e nazionali e delle farmacie comunali
- Liberalizzazione degli orari dei negozi, della distribuzione dei carburanti ed delle assicurazioni Rc auto
- Piena attuazione della Riforma Brunetta
- Tariffe minime dei professionisti derogabili
- Contratto di apprendistato e rapporti di lavoro a tempo parziale per donne e giovani
- Garanzia dello Stato per i mutui dei precari
- Riforma dei sistemi fiscale e assistenziale
- Integrazione operativa delle agenzie fiscali
- Razionalizzazione di tutte le strutture periferiche dell’amministrazione dello Stato e degli enti della previdenza pubblica
- Riorganizzazione della rete consolare e diplomatica
- Privatizzazione delle aziende controllate dagli enti territoriali
- Contratti di programma dei maggiori aeroporti italiani
- Ottimizzazione delle gestioni negli impianti portuali
- Semplificazione in materia di trasporto eccezionale su gomma
- Rimodulazione delle aliquote delle imposte indirette, inclusa l’accisa
- Agevolazioni fiscali ridotte del 5% per il 2012 e del 20% dal 2013
- Riforma costituzionale della libertà di iniziativa economica e della tutela della concorrenza
- Agevolazione della capitalizzazione delle aziende
- Deducibilità del rendimento del capitale di rischio
- Partecipazione pubblica di venture capital e private equity
- Costituzione di zone a burocrazia zero in tutto il territorio nazionale
- Razionalizzazione e soppressione delle Provincie
- Riallocazione delle funzioni delle Regioni o ai Comuni
- Riduzione significativa del numero dei parlamentari
- Riforma in senso federale dello Stato
- Rafforzamento del ruolo dell’esecutivo e della maggioranza
- Modifica dell’elettorato attivo e passivo per l’elezione al Parlamento nazionale
- Piano organico per le dismissioni, in collaborazione con le principali istituzioni economiche e finanziarie internazionali
- Trasformazione delle aree di crisi in aree di sviluppo
Sarkozy esulta, sperando di “comprarsi” Enel, Eni e, magari, Finmeccanica; la Merkel è “gelida”: da buona tedesca riconosce danni e bugie a miglia di distanza.
originale postato su demata
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