Da mesi e mesi, si parla di deficit, di debito pubblico, di default, ma non si parla di Welfare e Sanità, ovvero il pozzo di San Patrizio dello spreco pubblico.
Eppure, avremmo dovuto notare almeno l’ostinazione del Governo Berlusconi nell’escludere dalla “patrimoniale” i medici del Servizio Sanitario Nazionale, che, ricordiamolo, guadagnano tutti più di 80.000 Euro al mese.
Così andando le cose, non deve meravigliarci che accadano i soliti misfatti pubblici (link), ma se a commetterli sono le “nuove autonomie” la cosa prende un aspetto più preoccupante, dato che è sempre più diffuso il sospetto che il Federalismo della Lega somigli ad un enorme scaricabarile.
A Salerno, il governo regionale della Campania di Stefano Caldoro ha delegato una nefrologa come project manager (ebbene si, una nefrologa) per la realizzazione del presidio ospedaliero della Valle del Sele, eliminando gli ospedali di Battipaglia, di Eboli, di Roccadaspide, di Oliveto Citra.
Il nuovo ospedale “a pianta larga” e “vicino agli svincoli autostradali”, costerà 400 milioni di Euro (per ora …) e sorgerà a soli 7 chilometri da quello di battipaglia, attualmente esistente e funzionante, anch’esso a pianta larga e vicino agli svincoli …
Il tutto con l’avallo del Presidente della Provincia di Salerno Edmondo Cirielli, ex An oggi PdL, che sogna la secessione salernitana dall’odiata Napoli e la nascita del Principato di Citra.
In Veneto, la Sanità leghista è una voragine di 250 milioni di Euro annui, che la Giunta Zaia ha finora evitato di mettere a bilancio, come si fa con la cenere sotto il tappeto.
Come se non bastasse il segretario generale della Sanità, Domenico Mantoan, pagato a peso d’oro, arriva anche il superconsulente, perchè non era possibile “avvalersi, con risultati ottimali, del personale regionale e di quello dello Stato”, che, però, consiste di ben 23 direttori generali e i 24 direttori amministrativi delle locali ASL.
Il suo nome è Michele Romano, ha 70 anni circa, che ci costa circa 120.000 Euro l’anno oltre la lauta pensione percepita ed oltre a quello che pagheremo per “uffici, attrezzature e una segreteria dotata del numero idoneo di unità funzionali”.
Le sue doti? Quando era direttore di ASL, fu chiamato il «re della sanità veronese» …
Paese che vai Lega che trovi … ma i conti non tornano.
originale postato su demata
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