Secondo studi pubblicati negli Stati Uniti una trentina di anni fa (riportati da Il Giornale, sarebbe dimostrato che una giornata di astensione generale dal lavoro causa una perdita di PIL dello 0,4%.
Facendo i conti della serva, se un anno lavorativo si estende su 283 giorni (365 decurtati delle domeniche e di un mese di ferie), un giorno di sciopero generale, di serrata, è almeno pari al 0.35% del PIL (uno diviso 283).
Diciamo che, con buona approssimazione, oggi l’Italia avrà perso 30-50 miliardi di Euro in PIL per uno sciopero generale proclamato da uno solo dei quattro sindacati di grande rilevanza nazionale e sostenuto da Italia dei Valori, Partito Democratico e Sinistra e Libertà .
Considerato che la manovra congiunturale richiesta dall’Unione Europea è di 80 miliardi di Euro, bastava lavorare gratis per un giorno tutti, piuttosto che scioperare, ed il problema ce lo eravamo risolti da soli, senza “l’aiuto” di sindacati, opposizione e governo.
Una vicenda fantozziana … specialmente se le cronache devono annotare che non sono arrivate grandi proposte o richieste su come uscire dalla congiuntura e quali riforme avviare con urgenza, eppure, nel corteo romano, c’erano Camusso, Di Pietro, Vendola e Bersani.
Certo ci voleva un segnale ad un governo che disfa di notte ciò che di giorno fa, non è questa la mossa giusta per superare la crisi e la Grecia ce lo ha dimostrato. Quanto l’iniziativa della CGIL possa risultare incomprensibile ce lo conferma la BBC online, che titola “Italians launch general strike against austerity” (ovvero: gli italiani scioperano contro l’austerity).
Infine, gli slogan, i comizi e le interviste ci hanno confermato che la CGIL ha proclamato lo sciopero “in difesa dell’art. 18. No alla libertà di licenziare”.
Quello di oggi non era uno sciopero per sollecitare un governo improduttivo ed un parlamento in ferie mentre i mercati crollano od un’opposizione “impropositiva” che, con Bersani, chiede la solita minipatrimoniale “per dare un po’ di lavoro in giro, per far partire un po’ di cantieri degli enti locali”.
Abbiamo bruciato almeno lo 0,3% del PIL per uno sciopero generale e questo è tutto?
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