La Banca Centrale Europea ha rammentato ai nostri politici, ai nostri imprenditori e ai nostri sindacalisti che l’Italia «prevede una riduzione del rapporto disavanzo-Pil dal 4,6 del 2010 al 3,9 nel 2011. In seguito, tale rapporto scenderebbe ulteriormente a un livello inferiore al 3 per cento nel 2012, in linea con i requisiti.
Il debito in rapporto al Pil dovrebbe rimanere sostanzialmente stabile attorno al 120 per cento fino al 2012 e poi diminuire. Il programma indica che, al fine di conseguire l`obiettivo di un pareggio di bilancio entro il 2014, vanno ancora specificati per il periodo 2013-2014 ulteriori interventi per un importo cumulato pari circa al 2,3 per cento del Pil».
Le analisi tendenziali confermano che il debito italiano si aggiri intorno (oltre?) il 20% ed i fatti quotidiani concordano nel dimostrare che siamo del tutto fermi e che anche nel 2012 la situazione non migliorerà.
Come si possa promettere agli italiani ed all’Europa che in soli due anni (2013-14) porteremo a zero il nostro debito è davvero un mistero, se non ricorrendo a patrimoniali, tagli pensionistici, trasferimenti o privatizzazioni ed imponendo una maggiore professionalità tra medici, pubblici impiegati ed insegnanti.
Eppure, a quanto pare, la promessa l’abbiamo fatta e, si spera, gli italiani vogliono mantenerla … o no?
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