Referendum, quorum e volontà popolare

13 Giu

E anche questa volta, noi italiani, siamo riusciti a trasformare un referendum su quesiti specifici in un braccio di forza tra fazioni.

Ben venga il quorum, così imparino i legislatori a motivare e sostenere le legggi che approvano, invece che muoveri a colpi di maggioranza per poi andare al referendum sparsi e scompigliati. Male ci incorra, se ai referendum vinti corrisponderà una vacatio legis in materia di acqua ed energia. Inutile annotare come l’informazione referendaria sia stata latitante, per il si o per il no, e che la maggior parte degli elettori sappia poco o nulla di fisica e finanza.

E’ opportuno, però, evidenziare che questo governo legifera male, considerate le incostituzionalità o le abrogazioni e passando per il niet delal Bicamerale sul Federalismo.

Una colpa che non può non gravare su Silvio Berlusconi, capo del governo, e su Alfano, Calderoli e Tremonti, ovvero i ministri che maggiormente hanno ispirato la linea di governo. Una caduta che non esclude il PD, l’UDC e l’IdV, che in due anni non hanno saputo fare opposizione, nonostante l’impopolarità o l’illegittimità di tante norme.

Niente paura: da stasera, dinanzi ad un elettorato confuso e dispari, assisteremo al solito valzer del bipolarismo all’amatriciana, come se non esistessero forze e punti di vista nuovi o diversi.

E, come usuale, i media applaudiranno a qualcosa che non c’è: la volontà popolare.

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