Dopo la “vocazione maggioritaria” di Veltroni e Fassino, che comunque aveva fruttato quasi la metà delle preferenze, il “nuovo corso” del PD di Bersani e D’Alema arriva alla prova elettorale.
Infatti, domenica prossima, Torino, Milano, Bologna e Napoli rappresenteranno il banco di prova, forse l’ultimo, per i Dalemiani.
Ci si aspetterebbe grande pressione, considerato che l’UDC è da considerarsi alleato e che con SEL ci dovrebbe essere un minimo di intesa.
E invece no, come al solito si vola basso.
“Una cosa è certa: se lunedì sera le proiezioni daranno Giuliano Pisapia e Mario Morcone al ballottaggio a Milano e Napoli, con Fassino e Merola vincitori al primo turno a Torino e Bologna, nel Pd si respirerà aria di festa grande”, lo scrive Carlo Bertini, politologo di La Stampa.
Ebbene si, ci si accontenta di riprendersi le città “rosse” Torino e Bologna e auspicandosi di far presenza a Milano e Napoli.
Non chiaro perchè il Partito Democratico non possa aspirare a conquistare il seggio di Sindaco di Milano, se non annotando che tutta la campagna di Pisapia è andata in sordina, nonostante i tanti scandali che ormai assediano la Moratti e, soprattutto, Formigoni.
Come anche, è poco comprensibile perchè l’opposizione non faccia di Napoli una propria roccaforte, se non prendendo atto che, dopo Bassolino e Iervolino, lì si va a votare con un’emergenza sanitaria ed un intervento militare in corso e con barricate e roghi per le strade.
Dunque, come al solito, il PD dalemiano si acconteterebbe di vincere “sul sicuro”, a Torino e Bologna, ovvero dove la tradizione rossa ed il benessere dei ceti medi consentono di amministrare “in santa pace” e senza dover troppo contare sugli alleati.
Vincere a Milano, per non dire a Napoli, potrebbe essere rischioso: potrebbe richiedere di dover “rendere realistico e convincente il perseguimento degli obiettivi, gli ostacoli da superare e la gradualità da adottare”, come Antonio Giolitti scriveva anni addietro e Giorgio Napolitano ha sottolineato giorni or sono.
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E’ bene non fare previsioni rosee, ma è un danno fasciarsi la testa prima di essersela rotta.