Come liberare l’Italia?

25 Feb

Micromega, noto magazine “di sinistra”, si interroga sull’annoso enigma di come liberare l’Italia da Berlusconi. L’appello si rivolge alle “varie componenti dell’Italia che ancora si riconosce nella Costituzione repubblicana” ed è di oggi la “soluzione” di Roberto Saviano, che però interviene con specificità sul consenso e sulla corruttela elettorale, aspetti non specificamente antiberlusconiani.

Non avrebbe potuto fare altrimenti l’autore di Gomorra, visto che Micromega parla di “difendere/realizzare la Costituzione nata dalla Resistenza”, senza porsi e porre, viceversa, il dubbio che  il “peccato originale” non sia  da ricercarsi proprio nella carta dei diritti nazionale, visto che la nostra democrazia non decolla da decenni ormai.

Come non chedersi se il “problema” non sia insito nel fatto che la nostra Costituzione non abbia affatto affrontato, risolto e superato gli squilibri e le fratture causati dall’unificazione italiana.

Basti pensare alla struttura di Bankitalia od alla divisione delle regioni o dei collegi elettorali, che hanno sempre sfavorito il Meridione, più ricco e popoloso del Nord e, soprattutto, del Centro. Ditemi voi se è pensabile che uno Stato così possa evitare il debito pubblico, l’assenza di governance, il desviluppo di alcuni territori.

Oppure, alla sovranità vaticana sul territorio italiano, esercitata pariteticamente con lo Stato e congiuntamente con il Popolo (sovrano), che è un po’ come affermare che Pio IX, Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi potessero andare d’accordo.

Per non dire che le imprese sono fondate sul lavoro, mentre le repubbliche di solito si rifanno ad ideali e sentimenti comuni, come la nazione o la patria, la libertà o la fratellanza, la tradizione o la cultura. Difficile che il lavoro, specialmente nella società dei media e dei consumi, possa affratellare le persone, a meno che non si voglia creare una corporazione di lavoratori.

Sempre restando alla Costituzione ed al flop della Seconda Repubblica, sarebbe interessante almeno riflettere su quanto la centralità romana, ancora oggi, alimenti la corruzione e l’inefficienza, come azzerò gli hub internazionali preesistenti, come Trieste, Verona, Genova, Napoli, Otranto, Palermo, per avvantaggiare Roma e con lei Milano, Torino e Bologna.

Come liberare l’Italia da Berlusconi e non solo?

Semplice: iniziando a porsi il problema che c’è qualche errore nel disegno iniziale.

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