La vicenda della diciassettenne Karima El Mahroug e del settantaquattrenne Silvio Berlusconi si racconta da sola.
C’è poco da spiegare, se sentiamo raccontare di qualche facoltoso ed anziano signore e del regalo di una collana di Damiani o della promessa di una lussuosa Audi ad una ragazzina senza arte nè parte: una storia vecchia come il mondo. Un’amicizia indiscutibilmente profonda, se vede il potente Berlusconi affannarsi nella notte per sottrarre la giovane alla cella.
Se c’è poco da dire sul legame tra i due, se non nell’abuso di potere pubblico e nelle conseguenze politiche che automaticamente comporta, molto ce ne sarebbe riguardo la storia di Karima, la ragazzina quattordicenne di Letojanni, affidata a servizi del Comune, arrivata poco dopo nella Milano da bere e rimastaci con un certo agio, a quanto pare.
Come è possibile che una ragazzina fuggita dalla casa famiglia possa inserirsi nel giro delle escort, addirittura lavorando “regolarmente” in locali notturni, senza neanche avere una carta di identità con se?
Quanti adulti “sbagliati” o distratti ha incontrato Karima mentre diventava Ruby Rubacuori? E quanti di loro erano datori di lavoro o uomini delle istituzioni?
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