Gaspare Marrone, il comandante dell’Ariete, racconta l'accaduto, come riportato dal Corsera, da La Stampa e dai RAInews24.
Il peschereccio «era in acque internazionali. Mi sono
identificato come moto-peschereccio, col numero di matricola e
nazionalità. Ho chiesto che se mi avessero dovuto controllare, lo
facessero in presenza di autorità italiane.
Ho avuto paura di essere
sequestrato e portato in Libia. Perché abbiamo esperienza del sequestro
che fanno loro e di come ci trattano».
«Ci hanno intimato di fermarci, ma io, sapendo
quello che ci aspettava, ho preferito proseguire spingendo i motori al
massimo».
«Ho personalmente parlato con un italiano a
bordo della motovedetta. Parlava italiano meglio di me gli ho chiesto se
era un ufficiale italiano, ma non mi ha risposto. Mi ha detto che se
non mi fossi fermato, avrebbero aperto il fuoco».
«A questo punto hanno aperto il fuoco, continuando a sparare a
intervalli di circa un quarto d'ora-venti minuti. I proiettili rimbalzavano dal ponte fino alla sala macchine. Ci siamo distesi tutti a terra pregando che nessuno di noi venisse
colpito».
I libici li hanno inseguiti «fin quasi dentro le nostre acque
territoriali. Solo all'alba, quando eravamo in vista di
Lampedusa, ci siamo sentiti in salvo».
erano clandestini li ammazzavano tutti?»
Una Risposta a “Gaspare Marrone, un eroe italiano”