L’Italia dei media, la propaganda elettorale (che non c’è) ed il “fare” della Lega

3 Mar

Il direttore di La Stampa, Mario Calabresi, esce oggi con un editoriale, sferzante e accorato, dal titolo eloquente: "Basta fatti, vogliamo promesse". Si parla di "una cupezza che sembra aver coperto tutto", di come "sia venuta meno la capacità di fare le cose per bene, con rigore e
attenzione", di quanto "avremmo bisogno di molto più dibattito, di proposte, idee e parole e di
molti meno silenzi".

Un dibattito, mi permetta di ricordarlo, signor Direttore, che i media ed i quotidiani non hanno affatto alimentato, visto che in questo Paese non si vede da anni una campagna di informazione come si deve, che tenga i lettori attenti ad un qualche problema per più di 4-5 giorni.

"La sciatteria è figlia anche dell’arroganza e del disinteresse, due
sentimenti che connotano chi si sente troppo forte, intoccabile, senza
opposizione e senza alternativa".

Due sentimenti che, però, connotano anche chi è stato ridotto all'ignoranza da una scuola che non funziona, se parliamo di arroganza, e chi, pur avendo capacità e titoli, è relegato dietro le quinte in un Paese dove efficienza ed efficacia sono dei tabù. Un Paese dove fanno scandalo le escort o i trans, ma non il lavoro nero, il nepotismo dei ceti medi ed il voto di scambio

"La politica oggi sembra tornata sideralmente lontana dai problemi reali e
chiedere conto dei programmi sulla sanità, le tasse o la sicurezza
appare quasi naïf", scrive Calabresi. 

… infatti, è quello che puntualmente Unione Europea, OCSE e istituti di rating cercano di fare da anni, ma siamo sicuri che la responsabilità della "zona d'ombra italiana" sia solo dei politici e non anche degli imprenditori e dei comitati di redazione?

Per finire, l'ottimo editoriale del direttore Mario Calabresi affronta la "questione  settentrionale", ricordandoci che "la Lega – l’unico partito con i numeri per fare la differenza – si è
sistemato nella posizione ideale per intercettare gli scontenti e per
approfittare della crisi della Seconda Repubblica come fece con quella
della Prima. Aspetterà il naturale evolversi delle cose, cercando nel frattempo di
assicurarsi il controllo del Nord, puntando a governare Veneto e
Piemonte".

E cosa accadrà tra due mesi quando la Lega avrà il controllo di tutta la Padania, dove vive si e no un quarto degli Italiani e per la quale reclama l'indipendenza? Una Lega, tra l'altro, che parla del "fare", ma non fa e se fa, disfa: basta vedere cosa accade nei ministeri dove sono affidate a dei leghisti l'agricoltura, la semplificazione, le riforme, le attività produttive, il finanziamento delle scuole, le infrastrutture, i rapporti Stato-Regioni per la spesa sanitaria.

Esattamente i settori per i quali gli esperti europei reclamano maggiore trasparenza e, restando in Italia, non sono pochi quelli che sollecitano maggiore "prudenza" nel fare i conti


LEGA NORD

Possibile che l'Italia, vista da Torino, si fermi a Roma e che solo la CEI parli di "uno sviluppo bloccato dal «cancro» della criminalità organizzata e da un
legame tra mafia e politica che continua a considerare il Mezzogiorno
un semplice «collettore di voti» senza alcuna contropartita
". (La Stampa)

Possibile che questa miopia esista ancor oggi, dopo 150 anni dall'unificazione, dopo che abbiamo scoperto che la Camorra discaricava per le industrie lombarde e produce abbigliamento per le griffe tosco-marchigiane e dopo che s'è letto che da Roma a Milano si facevano affari con la nDrangheta a go go?

Vignetta-lega


Possibile che non si comprenda, ancora oggi, che senza legalità e sviluppo del Sud ci sono milioni di voti e di braccia pronte a vendersi al miglior offerente?

2 Risposte a “L’Italia dei media, la propaganda elettorale (che non c’è) ed il “fare” della Lega”

  1. demata marzo 3, 2010 a 11:09 PM #

    x dbfgg Anche io ho studiato e lavoro sodo tutti i giorni. Non sono un giornalista, nessuno mi paga e scrivo per il piacere di farlo.
    Prima di dire che quelli della Lega “sono bravi”, verifica da quanti mesi il Ministro dell’Agricoltura Zaia non va a Bruxelles, oppure quanti debiti abbiamo ulteriormente accumulato nelle scuole o nelle ASL, se per caso si son fatte infrastrutture o se si rilanciano le aziende in crisi oppure, ancora, se le leggi sono più semplici o, viceversa, sono aumentate.
    Sono tutti settori dove la Lega, parte del Governo Berlusconi, governa l’Italia da Roma.

  2. dbfgg marzo 3, 2010 a 12:41 PM #

    Quelli della lega sono tutta gente che ha studiato e viene dal mondo del lavoro.
    Non come voi.
    E loro non criticano mai gli altri, ma sono propositivi, fanno poche chiacchiere e lavorano.
    Piacciono alla gente perchè sono bravi e nn perchè la gente a forza di guardare santoro e floris viene convinta a votare lega

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