Ieri, 14 aprile 2008, è finita la Seconda Guerra Mondiale. Fatto salvo per qualche “quisquilia” relativa ai Giapponesi, finalmente, è finita per tutti: trattato firmato.
Ieri è toccata a noi, dove i Patti di Yalta non avevano diviso i territori, come in Germania, ma le coscienze, divise tra “comunisti-mangiabambini”
e “non comunisti-nemici del popolo”.
E’ finito l’equivoco di Togliatti, che 1953 creava quasi dal nulla un Partito Comunista Italiano, ben sapendo che in nome del Comunismo Stalin
massacrava il popolo russo.
Alle elezioni del 1948 il PCI non era presente, alle successive era al 22%. … una “curvatura” della Storia.
Da ieri, nessun comunista è in Parlamento, anche se gli ex sono tanti.
E’ finito il mito di un ’68 “di sinistra e barricadiero”, tanto invidiato ai Francesi (che lo fecero davvero), e la Storia può incominciare a riportare che si trattava di un più profano “sex, drugs & rock’n roll” in epoca di baby boom.
Adesso anche da noi la Storia, forse, inizierà a scrivere che gli Anni ’80 non furono “l’insostenibile leggerezza dell’essere”, ma viceversa che “i duri iniziarono a giocare quando il gioco si fece duro”, che “non c’erano sogni e non c’era futuro”, che “non vogliamo pace senza giustizia”.
E’ finita con l’antifascismo che vede solo a destra e mai a sinistra.
Quando potremo intitolare una piazza del centro di Roma al Commissario Calabresi, servitore dello Stato? E quando un monumento a Monte Mario a 5 poliziotti della scorta di Aldo Moro?
Vedremo le statue di Falcone e Borsellino all’entrata del Palazzo di Giustizia?
Arriverà, prima o poi, quella di Giovanni Gentile al Ministero dell’istruzione?
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