Tag Archives: Islam

L’espansione del Dio Unico nella Storia

16 Feb

Le mappe – come tutte le rappresentazioni pittografiche –  parlano da sole.

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Un mondo convertito con la fame, la morte e la paura ieri come oggi.

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I diritti umani secondo l’Islam e non solo

25 Gen

Pochi sanno che i paesi di tradizione islamica sottoscrivono una Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo ‘leggermente’ diversa dalla nostra.

Ad esempio, il “diritto alla giustizia” (art. 4) per il quale “ogni individuo ha diritto di essere giudicato in conformità alla Legge islamica e che nessun’altra legge gli venga applicata” , che “nessuno ha il diritto di costringere un musulmano ad obbedire ad una legge che sia contraria alla Legge islamica” e che (art. 5) “nessuna accusa potrà essere rivolta se il reato ascritto non è previsto in un testo della Legge islamica”.

Peggio ancora l’art. 12, che tutela il “diritto alla libertà di pensiero, di fede e di parola” che nei paesi islamici prevede che “ogni persona ha il diritto di pensare e di credere, e di esprimere quello che pensa e crede, senza intromissione alcuna da parte di chicchessia, fino a che rimane nel quadro dei limiti generali che la Legge islamica prevede a questo proposito”.
La Dichiarazione Islamica dei Diritti dell’Uomo segue precisando che “nessuno infatti ha il diritto di propagandare la menzogna o di diffondere ciò che potrebbe incoraggiare la turpitudine o offendere la Comunità islamica”

Infine, il “diritto di famiglia” prevede (art. 19) che “ognuno degli sposi ha dei diritti e dei doveri nei confronti dell’altro che la legge islamica ha definito con esattezza” e precisamente che «le donne hanno dei diritti pari ai loro obblighi, secondo le buone convenienze. E gli uomini hanno tuttavia una certa supremazia su di loro» (Cor., II:228).

I diritti universali, insomma, non sono proprio così ‘universali, se 1/3 della popolazione mondiale vive in stati dove i ‘diritti’ sono solo ‘islamici’.
Ma almeno li hanno firmati e, tra l’altro, la versione islamica dei diritti umani prevede regole ‘migliori’ per lo sfruttamento del lavoro e per l’usura: c’è anche chi non li ha firmati o l’ha fatto solo in parte ed in modo ‘sterile’.

Infatti, saranno probabilmente pochi quelli che si sono accorti che Israele non ha firmato i trattati ONU per il traffico di migranti, le tutele del lavoro, la tortura, la protezione dei civili, la pena di morte eccetera e, soprattutto, che … la Santa Sede non ha firmato nemmeno quelli sulle donne, sulla schiavitù, sul lavoro forzato o quanti relativi ai diritti umani e le libertà fondamentali dell’individuo in Europa.

Demata

L’Islam schiavista, i Mondiali di Qatar 2022 e Biram Abeid, il nuovo Mandela

20 Lug

Vale la pena di sapere che ufficialmente la schiavitù è ancora legale in Mauritania e Sudan, mentre è apparentemente vietata ma, in realtà, tollerata e legalizzata nella penisola arabica.

Nel 2003 un giurista saudita di alto livello , lo sceicco Saleh Al – Fawzan , ha emesso una fatwa affermando che “la schiavitù è una parte dell’Islam. La schiavitù è parte della jihad e rimarrà finché esisterà l’Islam.
In Nigeria Abubakar Shekau, il leader di Boko Haram, ha fatto rapire e mettere in schiavitù migliaia di persone, si appella al Corano: “quello che stiamo facendo è un ordine da parte di Allah, e tutto quello che stiamo facendo è nel libro di Allah, che mi ha incaricato di vendere loro”.

somalia child in chains

Fadhlalla Haeri, Shaykh di Karbala in Iraq, ha confermato la legittimità coranica della schiavitù, ma ‘solo’ per coloro che siano nati da schiavi ed i prigionieri di guerra.
Anche Abdul- Latif Mushtahari, il supervisore generale dell’Università Azhar del Cairo, conferma: “L’Islam non proibisce la schiavitù , ma la mantiene per due motivi. Il primo motivo è la guerra … a condizione che la guerra non è tra i musulmani. … Solo prigionieri non-musulmani possono essere ridotti in schiavitù o uccisi. La seconda ragione (ndr. che legittima la schiavitù) è la propagazione sessuale di schiavi che genera più schiavi per il loro proprietario” …

Lo Stato islamico dell’Iraq e il Levante (ISIS) ha sostenuto una giustificazione religiosa (setta eretica) per schiavizzare le donne yazidi, asservite secondo la vecchia pratica shariah di bottino di guerra.
Sempre in Saudi Arabia un religioso di primo piano, Shaikh Saad Al – Buraik, ha recentemente esortato i palestinesi a fare esattamente questo con gli ebrei: “Le loro donne sono la vostra preda di guerra legittima. Allah li ha fatti vostri. Perché non asservire le loro donne?”

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Muhammad Qutb, teologo dei Fratelli Musulmani, ritiene che “l’Islam ha reso lecito che un padrone abbia un certo numero di schiave catturate in guerre e ingiunge che solo lui può avere rapporti sessuali con loro … l’Europa aborrisce questa legge, ma allo stesso permette volentieri quella forma più odiosa di animalità secondo a cui un uomo può avere relazioni illecite con qualsiasi ragazza possa imbattersi solo per appagare le sue passioni animali”.

Il nuovo report 2015 di Amnesty International sulle continue violazioni dei diritti umani della manodopera migrante impegnata nella costruzione degli stadi e delle infrastrutture per i Mondiali di Qatar 2022 denuncia oltre 4.000 morti tra le maestranze e gravissime violazione che vanno dalle condizioni di vita alla sicurezza sul lavoro, dal sequestro dei documenti all’impossibilità di denunciare le vessazioni subite.
Lo stesso in tutta l’area arabica per effetto della legge Kafala: un sistema “neo-feudale”, che riduce il migrante a schiavo del suo datore di lavoro, che entra addirittura in possesso dei suoi documenti e quindi della sua vita.

islam saudi slavery

Quanto alla Mauritania, ieri è stato arrestato YACOUB DIARRA, attivista per i diritti civili, dalla locale Polizia di Dar-Naim a Nouakchott. Non sono state rese note le ragioni dell’arresto di Diarra, sposato con una donna italiana e da anni residente ed integrato nel nostro paese, ma aveva appena visitato il Mandela dell’Islam, Biram Abeid, da molti mesi imprigionato nel carcere di Aleg.

Biram Dah AbeidLa missione che si è dato Biram Dah Abeid è quella di abolire lo schiavismo, ancora presente in alcuni stati di religione mussulmana con gli schiavi che  – per loro condizione isolati da analfabetismo, la povertà e mancanza di assistenza – restano inconsapevoli della possibilità di una vita libera dalla servitù.

Ira Mauritania (Initiative de Resurgence du mouvement Abolitionniste de Mauritanie) ritiene che gli schiavi restano legati ai loro padroni, non solo dalla tradizione, dall’ignoranza e dalle necessità economiche, ma anche da “una errata interpretazione dell’Islam”, che insegna che la schiavitù non è illegale, ma un diritto religioso: una sorta di “informale coalizione” – i Beydanes [la casta schiavista], lo Stato, la polizia, i giudici e gli imam – che impedisce agli schiavi di lasciare i loro padroni: «Ogni volta che uno schiavo si libera e l’IRA non è a conoscenza o non è presente, agenti di polizia e giudici aiutano gli arabo-berberi ad intimidire lo schiavo fino al suo ritorno alla sottomissione».

Libertà per Abeid e Diarrà. Libertà e giustizia per tutti gli schiavi.

A proposito di calcio, Amnesty stima in 1,5 milioni i migranti attualmente impiegati come schiavi per Qatar 2022, pronti a salire fino a 2,5 milioni con l’avvicinarsi del Mondiale di calcio … ma sembra che Blatter & co. siano del tutto disinteressati alla questione.

Demata

Post Scriptum: 21/07 Yacoub Diarrà è stato scarcerato.

Brittany Maynard: suicidio o eutanasia?

31 Ott

santa muerte Nell’aprile scorso a Brittany Maynard,  29 anni, dopo un intervento chirurgico e una serie di chemioterapie, erano stati diagnosticati sei mesi di vita per un tumore al cervello scoperto pochi mesi prima.

Così Britanny decide di trasferirsi da San Francisco, dove viveva, a Portland in Oregon, che  è – con Vermont, Montana, New Mexico e Washington State – uno degli stati che offrono protezione legale (Death With Dignity Act ) ai malati terminali che vogliano l’eutanasia.

E domani tutto questo avverrà, mentre i media già diffondono le foto della sua gita in famiglia al Gran Canyon, dato che Britanny ha deciso di usare la propria morte come una campagna mediatica pro eutanasia.

“Non sono una suicida e se lo fossi stata l’avrei già fatto, ma sto morendo e voglio farlo. Il mio tumore è così grande che servirebbero delle potenti radiazioni al cervello solo per rallentarne l’avanzata ma con effetti collaterali spaventosi, tra cui le ustioni. Con la mia famiglia abbiamo ragionato e verificato che non esiste un trattamento. Le cure palliative inoltre non riducono comunque il dolore devastante e la possibilità che possa perdere a breve le capacità cognitiva e di movimento, ho deciso quindi per una morte dignitosa”.

E che sia in fin di vita, lo conferma il fatto che, all’indomani della gita al Canyon, la ragazza è stata ricoverata in ospedale con il più grave attacco epilettico nella breve storia della sua malattia che l’ha lasciata per ore incapace di parlare.

Diversi i commenti dei media, che comunque tutti stanno dando ampio risalto alla vicenda: una ‘che ha deciso di andarsene alle sue condizioni’ (La Stampa), che “ha deciso che avrebbe giocato d’anticipo con la Nera Signora. Avrebbe scelto lei quando darle appuntamento e non viceversa” (Panorama), “volersi confessare davanti alle telecamere, per molti una scelta nobile, per altri si annuncia come un suicidio tramutato in spettacolo” (RaiNews).
Secondo Famiglia Cristiana, nel video registrato il 13 ottobre e diffuso ieri dalla Cnn, “Brittany Maynard ritratta la scelta di porre fine alla sua vita il primo di novembre. O quanto meno la mette in stand by.

Il solito coro, insomma.
I modernisti e i laici invocano la libertà di aborto e/o eutanasia, le religioni che si sono affermate negli ultimi 2000 anni (Ebraismo, Cristianesimo e Islam) non sanno bene come metterla, tutti gli altri culti arricciano il naso per la faciloneria con cui si affronta la questione.

Infatti, ad applicare un bel po’ di religioni ‘ancora vigenti’ ce ne sarebbero cose da dire.

Innanzitutto, nessun’altra religione – diversa da quelle che accettano la Bibbia come libro sacro – considera il suicidio un ‘peccato di per se’ e tutte – nei modi che vedremo – trovano applicazione al triste caso di Britanny.

02115_bastone_aesculapioIl mondo antico fondava i propri principi riguardo l’eutanasia nel Giuramento di Ippocrate (circa 420 a.C.): “somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo” e simili indicazioni erano già nel primo corpus legislativo della storia, il Codice di Hammurabi ( 1792 al 1750 a.C.).

Il suicidio e l’assistenza allo stesso – se da parte di una persona diversa da un medico o da uno schiavo – erano considerati con rispetto.

E andando dall’Olimpo al Walhalla, alla religione dei suoi antenati – quella di Thyr, di Odino e del Ragnarok – c’è una sola scelta ‘perfetta’ ad eccezione del suicidio: rifiutare le cure e affrontare la ‘propria morte’ in un luogo isolato e senza assistenza per attacco epilettico, collasso o ictus che fosse.
Atteggiamento simile sarebbe stato consigliato dalle religioni precolombiane indo-mesoamericane, da confuciani, buddisti e animisti vari.

Allontanarsi in mare, nei boschi o nel deserto … cercando nella solitudine il proprio ultimo ‘Se’, amando la Vita fino all’ultimo istante, prima che la malattia arrivi a deturpare tutto.

Il problema di Britanny, il problema di tutti noi è che il culto dell’onnipotenza – divina o umana la medaglia è una sola –  ha ormai attecchito nella nostra società sotto tutte le latitudini.
Per rendersene conto basta ascoltare i discorsi di tanti nostri  settantenni od ottantenni che – sopravvissuti ad altri di loro prematuramente scomparsi – si lamentano dell’amaro destino riservatogli – da Dio o dalla sorte – per prevedibili malanni e dolori che li accompagneranno alla Morte, invidiando la sorte di chi giovane o sessantenne abbia perso la vita in un attimo o nel sangue …

Britanny ha tutto il diritto di decidere di morire, per lasciar corso alla malattia o per metallo o veleno che fosse. E è quello che ha fatto: è andata dopo le potevano prescrivere un veleno e l’ha acquistato.

Ma non si tratta di eutanasia: è un suicidio.

La questione ‘morale’ riguarda solo il fatto se avesse il diritto di comprare quel veleno dal droghiere o in farmacia: l’eutanasia è un problema dei medici, l’accesso a determinati veleni per i malati terminali (o il possesso di un’arma da fuoco) è un altro.
Se la propria morte non è una questione del tutto privata, cosa può esserlo mai?

A proposito, nel ‘ringraziare’ chi ha strumentalizzato Britanny e tutti i malati come lei, prendiamo atto che – grazie a lei – la ‘morte privata’ è divenuta show business: a quando il prossimo pre mortem a reti unificate?

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Decapitazioni: perchè? Cosa prescrive il Corano? Perchè Obama non attacca via terra?

7 Ott

“Quando, sul campo di battaglia, incontrerai i miscredenti, taglia loro via la testa fino a quando non li avrai completamente annientati. Dopo di che lega (i sopravvissuti) strettamente. In seguito liberateli graziosamente o in cambio di un riscatto, finché la guerra non abbia fine”. (Corano – Sura 47)

Questo è il versetto del Corano al quale si ispirano i combattenti islamici che – finora – hanno decapitato nemici, prigionieri e ostaggi.

Una norma che fa inorridire oggi gli occidentali, ma che all’epoca costituiva una ordinaria regola bellica:

  1. il nemico resistente veniva giustiziato
  2. il nemico in resa veniva imprigionato fino a fine della guerra
  3. il nemico con compiti di comando veniva liberato in cambio di un riscatto.

Una regola ‘integralista’ e ‘barbara’ che anche noi occidentali abbiamo osservato fino 150 anni fa nella Guerra di Secessione o Guerre Indiane, come fino a duecento anni fa se parliamo delle esecuzioni di piazza.

Il punto – in termini di interpetazione coranica – è che gli jihadisti stanno decapitando non solo i ‘soldati irakeni’ o le ‘spie del Mossad’. Perchè? Su cosa fondano tale ‘legittimità’ di esecuzione capitale contro civili inermi?

La risposta è semplice: ritengono che almeno una parte del nostro sistema culturale e di ‘diritti’ sia in realtà un’arma psichica di massa volta a manipolare le coscienze. Per loro – ma non per noi – le organizzazioni umanitarie, le agenzie d’informazione, alcuni diritti civili e, persino, le onlus di soccorso sanitario non sono altro che elementi di propaganda e di infiltrazione.

“I miscredenti seguono il falso, mentre i credenti seguono la verità [proveniente] dal loro Signore. Così Allah propone il loro esempio agli uomini“. (Corano – Sura 47)

Un reporter ‘pacifista’ o la testata che sbatte in prima pagina le condizioni in cui sono tenute le donne è un nemico, come lo è il volontario che si afferma come elemento carismatico di esempio laico o cristiano: lupi vestiti da agnelli, secondo l’Islam integrale.
Un punto di vista che – senza decapitazioni e spesso senza violenza alcuna – vediamo condiviso anche da una parte degli antagonisti o dei neonazisti se i reporter descrivono lo squadrismo o se i volontari predicanoo contro l’odio.

Ma non è solo questo il motivo di queste incalzanti decapitazioni.

Ve ne è uno ben peggiore: sgozzano per superare con l’orrore il silenzio cui erano stati finora relegati per nascondere gli errori di Obama in Medio Oriente oggi alla luce del sole e, anche, nel timore che potessero far proseliti o innescare le azioni di terrorismo.

L’intento del ‘sangue e orrore in prima pagina’ è chiaro: costringere gli USA ad accettare il ‘guanto di sfida’, inviando un enorme contingente di terra (non meno di 3-400.000 uomini) a combattere una guerra che si prevede sanguinosa e brutale come e più di tante precedenti.
Tanti ne serviranno, solo per parte statunitense, di soldati se nel 2004 gli USA – che potevano contare sull’appoggio della popolazione contro Saddam – inviarono un contingente di poco superiore ai 130.000 fanti in Irak e circa 60.000 ‘mercenari’ contractors che si rivelò dell tutto insufficiente: al 15 febbraio 2010 i morti in combatttimento erano oltre 5.000, circa 50.000 i feriti, almeno diecimila i suicidi.
Non è un caso che gli unici a combattere sul terreno contro IS siano i Peshmerga curdi, parola che indica letteralmente un combattente guerrigliero che intende battersi fino alla morte.

IS tutto questo lo sa bene e pian piano alza il tiro, mentre le sue milizie cercano di arrivare alle autostrade dell’oro nero che partono dall’Arabia e dal Mar Caspio e arrivano al Mediterraneo, ma questa è un’altra storia.

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Stato Islamico: perché gli USA di nuovo impreparati?

11 Set

La gestione di Obama delle politiche verso i paesi islamici e Israele trova origine in una chiara incapacità nell’interpretare  motivazioni, strategie e fenomeni. Molto più che durante la gestione di G.W. Bush.

L’elenco è lungo: la fuga dall’Iraq, il congedo dall’Afghanistan e dall’Asia centrale, le rivolte “secolari” (Day of Rage) in Nord Africa, il uprise islamica in Egitto e Libia (mentre nelle ‘francesi’ Algeria e Tunisia le cose andarono diversamente), la sconfitta della ambasciata a Bengasi, l’indebolimento di Assad in Siria con i cattivi risultati che conosciamo, l’ostracismo ingiustificato verso l’Iran (che come al solito si comporta in modo responsabile), la mano libera di Israele nei Territori palestinesi, la tardiva e insufficiente decisione di utilizzare i droni solo quando è stato alle porte di Baghdad e dopo aver lasciato loro di saccheggiare arsenali e le riserve auree delle banche, così come prendere il controllo delle miniere e pozzi di petrolio e oleodotti.
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Oil fields into action area of ISIS

Oil fields into action area of ISIS

Non è possibile che una tale serie di errori non sia dovuta solo all’incompetenza (affermata persino da Bill Clinton e Gore Vidal) e dobbiamo capire quale sia la fonte di tale ostinazione a ‘non fare nulla’, o quello che potrebbe essere il punto di vista di Barak Obama sulla religione e più in generale sul comportamento umano.

La formazione religiosa di Barack Obama è variegata: sua madre viene da una famiglia di cristiani non praticanti; suo padre era un musulmano, ma era ateo al momento della sua nascita, il suo patrigno era musulmano, ma animista aperto e le credenze indù.

Da bambino, Obama studiò per due anni in una scuola musulmana e poi altri due in una scuola cattolica.
Come scrive nel suo libro ‘The Audacity of Hope’: “Per mia madre, la religione organizzata troppo spesso nasconde una chiusura mentale nelle vesti di pietà, crudeltà e oppressione sotto il mantello della giustizia. Tuttavia, nella sua mente, una conoscenza pratica delle grandi religioni del mondo era una parte necessaria di qualsiasi formazione. Nella nostra famiglia la Bibbia, il Corano e la Bhagavad Gita stavano sullo scaffale accanto a libri di mitologia greca, nordica e africana.
Insomma, mia madre vedeva la religione attraverso gli occhi dell’antropologo: era un fenomeno da trattare con un rispetto adeguato, ma anche con un certo distacco. “

Secondo Barack Obama, la fede religiosa deve essere utilizzata per “affrontare i problemi morali”, ma non deve “dividere la nazione” e troppo spesso i leader religiosi usano la fede per “sfruttare ciò che ci divide”, dicendo che le uniche questioni che contano sono l’aborto, il matrimonio gay , le scuole di preghiera e il ‘disegno intelligente’.
Ma – aggiungerebbe qualcuno – di cosa mai le religioni dovrebbero occuparsi se non del matrimonio, della preghiera, dell’educazione e degli stili di vita?

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Così, quando Barack Obama ha abbandonato questo scetticismo per essere battezzato da adulto, ha preferito la Trinity United Church of Christ, una piccola organizzazione religiosa che come i Battisti enfatizza la libertà della coscienza individuale rispetto all’autorità gerarchica e il libero rapporto personale con il testo biblico.
Questa “libertà individuale” sull’ adesione a dottrina e teologia – per Barak Obama – è ben chiarita in un discorso del 2007 per le United Church of Iowa: “…  i cosiddetti leader della destra cristiana sono fin troppo ansiosi di sfruttare ciò che ci divide. Io … non so che Bibbia che stanno leggendo. Ma non coincide con la mia versione. ”
Obama ha creato una sua versione della Bibbia? Esiste una parte che gli piace ed un’altra no? E come superare le divisioni, come lui chiede e afferma, se non si è disposti a confrontare diverse versioni?

La questione non è (solo) religiosa, ma politica: è molto difficile capire il contesto del Medio Oriente e in Europa, se si è stati educati a credere che la religione ‘troppo spesso rappresenta una chiusura mentale’ e si segue un Gesù personale.

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Non è un approccio – un metodo di interpretazione della realtà – esclusivo di Barak Obama e il Partito Democratico: lo troviamo anche in Europa sulla riva sinistra della Senna a Parigi o del Tevere a Roma.

L’idea (sbagliata) che l’evoluzione umana e il progresso possano essere sinonimi o che le guerre di liberazione sono sempre ‘sante’ o che una fase di caos sociale deve inevitabilmente portare ad un ordine ‘migliore’ di quella precedente. Oppure che il motore delle relazioni umane è il profitto ed i consumi e non gli affetti personali / privati, come anche che possiamo proteggere i bambini senza prima proteggere la famiglia e la genitorialità ed intervenire sui nostri media.

Purtroppo, il Progresso non ha nulla a che vedere con altro che l’aumento della propaganda e dei consumi, del lavoro quotidiano, dell’inquinamento ambientale e … dell’aspettativa in vita e conseguente crescita demografica incontrollata, che a sua volta comporta inevitabilmente tensioni sociali, epidemie, guerre.

Progress

Negli Stati Uniti d’America, due anni fa, Eastwood ha criticato Obama (“un corpo con un sorriso dietro”) per la sua gestione del conflitto in Iraq, la guerra in Afghanistan, la chiusura del carcere militare di Guantanamo Bay.
Mitt Romney  – durante la Campagn presidenziale nel 2012 – ha ricordato agli americani che: “Barack Obama aveva promesso di salvare il pianeta, io prometto di aiutare voi e le vostre famiglie?”
Aiutare voi e le vostre famiglie, come partiti di destra europei come l’Islam … e come un corretto rapporto tra istituzioni e cittadini dovrebbe implicare ab origine.

E anche in questo – oggi possiamo dire – Obama ha fallito: niente nuovi posti di lavoro e, se non fosse stato per la Fiat a Detroit, neanche quelli che di oggi. Lo spionaggio domestico dei cittadini è aumentato, così come lo sono le tasse imposte sulla classe media. Nel frattempo, Californa e Nevada sono quasi a maggioranza ispanica, mentre i cittadini degli Stati del Middle West e del Sud – che è la ‘vera’ America – hanno quasi nessuna influenza sulla elezione del Presidente e sulle politiche federali.

Oggi, a due mesi dalle mid term del Senato – che andranno prevedibilmente ai Repubblicani come lo fu il Congresso già 4 anni fa – Barak Obama decide di inviare un battaglione di consiglieri militari in Irak e annucia una campagna intensiva di bombardamenti su un territorio dove ribelli e popolazione civile si integrano ..  come Kennedy in Vietnam.

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Obama e l’ultima Guerra Mondiale

11 Set

Molti credono, in Italia, che Barak Obama sia stato l’artefice del ritiro USA dall’Irak, che abbia lavorato per la pace e che sia amato dai suoi elettori. In realtà,  il ritiro e i tempi furono fissati da George W. Bush, l’islamismo integrale si è notevolmente rafforzato militarmente e territorialmente, gli statunitensi hanno ormai voltato le spalle a Mr. President e le prossime mid-term al Senato si preannunciano una debacle, come quelle della Camera dove i Repubblicani sono in maggioranza già da quattro anni.

Un vero e proprio disastro che adesso prende forma tra Irak e Siria, dove l’Islamic State ha radunato una vera e propria armata d’altri tempi – dai venti ai trenta battaglioni almeno con oltre 50.000 effettivi, armamento Nato e difesa antiaerea – che è già pervenuta al controllo dei campi minerari e petroliferi di Mosul, Kirkuk e Samarra e che da due mesi sta tentando di occupare stabilmente la diga di Haditha e di lì controllare l’oleodotto che va dal Golfo Persico al Mediterraneo.

Qualcosa che si sarebbe potuto evitare se, ad esempio, Obama non avesse messo in libertà centinaia di terroristi detenuti a Gauntanamo che hanno operato da reclutatori e strateghi per la nuova Jihad. Oppure il ritiro  inopportuno della ‘forza di transizione’ USA nel 2011 (40.000 effettivi) mentre corruzione e nepotismi estromettevano dall’esercito irakeno i migliori ufficiali, oggi operativi con Islamic State.

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Sempre ad Obama fanno ascritti i black out, i tentennamenti e la manifesta incapacità che portarono all’odissea egiziana (dove i movimenti laici sono stati facilmente sopraffatti da quelli islamisti) o quella libica, dove ancora oggi si combatte asparamente e dove non è affatto chiaro quale sia la presenza integralista, certamente forte. O Boko Haram in Nigeria che può permettersi di rapire migliaia di ragazze senza che accada praticamente nulla.

Per non parlare del maldestro tentativo di sostituire in Siria il presidente Assad – filorusso – con un ‘moderato’, filoamericano e vicino alla potente famiglia Hazzim, che ha creato il vuoto necessario ai Jihadisti irakeni e arabi di creare una prima retrovia.
O dell’agghiacciante silenzio USA quando Israele ha scatenando l’inferno a Gaza, paralizzando e rinviando di almeno due mesi qualsiasi ipotesi di intervento internazionale in Irak, di cui si è approfittato Islamic State con l’offensiva di Mossul.

Oppure la buffa idea di Mr. President di una crociata internazionale in Siria – lo scorso anno – per aiutare i ‘ribelli’ contro il ‘criminale di guerra’ Assad – con tanto di prove false – che diede avvio alle tensioni con Putin (i russi hanno una base navale in Siria) e da cui fu dissuaso solo dopo un appello del Papa.
Le disastrose ingerenze in Ucraina che hanno fatto da pretesto per un utilitaristico embargo antirusso e da scintilla per l’apertura di un fronte bellico in Europa, oltre a causare la frattura di un fronte occidentale contro l’espansione jihadista sulle rive del Mar Caspio e del Mediterraneo.

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Tanti anni fa, era la Gran Bretagna – con il suo esercito e il suo Commonwealth – a dominare il mondo e fu un indeciso e incapace Lord Chamberlain a consentire l’ascesa di Hitler e di Stalin, che cosparsero l’Europa di odio, tombe e macerie.  All’epoca gli USA erano isolazionisti come oggi la Cina Popolare e, accumulate sufficienti risorse, intervennero quando i vari contendenti erano sfiniti, riarmarono i russi trasformandoli in una potenza militare per evitare troppi morti americani, cancellarono intere città tedesche con bombardamenti a tappeto e assunsero il controllo del mondo.

Oggi, ingenuamente, Mr. President vuole annientare una vera e propria armata di terra con bombardamenti intensivi persino in Siria, senza considerare che domani o dopodomani, inevitabilmente, le bombe colpiranno donne e bambini, portando acqua al mulino della Jihad ed aggravando la frattura con Putin, mentre gli unici avalli arrivano dai burned Cameron e Hollande.

E, come tutti sanno, la Storia spesso si ripete.

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Religions and territories in Europe, Africa and Middle East – Maps

25 Ago

Le mappe – come tutte le rappresentazioni pittografiche –  parlano da sole. These maps – as any pictographic representation – speak for themselves.

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Islamic State: why USA were (again) caught unprepared?

25 Ago

Obama’s management of policies towards the Islamic countries and Israel – if might seem like a new American isolationism, until last year – could be affected by a very clear inability to understand the motivations, strategies and phenomena. Much more than during the management of G. W. Bush.

The list is long: the Escape from Iraq, the leave from Afghanistan and Central Asia, the ‘secular’ uprisings  (Day of Rage) in North Africa, the Islamic uprise in Egypt and Libya (as in ‘French’ Algeria and Tunisia things are different), the defeat of the embassy in Benghazi, the weakening of Assad in Syria with the bad results that we know, the unjustified ostracism toward Iran (which as usual is behaving responsibly), the free hand of Israel in the Palestinian Territories and, today, the decision to use drones only when IS was at the gates of Baghdad and after having left them to pillage arsenals and gold reserves of the banks, as well as take control of mines and oil wells or pipelines.

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It is not possible that such a series of errors is due to incompetence, we have to understand what the source of that stubbornness to ‘do nothing’, or what could be the point of view of Barak Obama on religion and more generally what do our decision maker study and /or mind on human behaviour.

We all remeber that Barack Obama’s religious background is variegated: his mother was raised by non-practicing Christians; his father was raised a Muslim but was an atheist at the time he was born, his step-father was also Muslim, but open animist and Hindu beliefs.

As a child, Obama studied for two years at one Muslim school and then two years at a Catholic school.
As he writes in his book ‘The Audacity of Hope’: “For my mother, organized religion too often dressed up closed-mindedness in the garb of piety, cruelty and oppression in the cloak of righteousness. However, in her mind, a working knowledge of the world’s great religions was a necessary part of any well-rounded education. In our household the Bible, the Koran, and the Bhagavad Gita sat on the shelf alongside books of Greek and Norse and African mythology.
In sum, my mother viewed religion through the eyes of the anthropologist; it was a phenomenon to be treated with a suitable respect, but with a suitable detachment as well.”

According to Barack Obama, religious faith must be used to “tackle moral problems” but not “divide the nation” and too often religious leaders use faith to “exploit what divides us” by saying that the only issues that matter are abortion, gay marriage, school prayer, and intelligent design.
Of what religions should deal if not with marriage, prayer, education and lifestyles?

So, when Barack Obama abandoned this skepticism to be baptized as an adult, he preferred the Trinity United Church of Christ, a little ‘like Baptist’ religious organization that emphasizes the freedom of the individual conscience over adherence to creeds of hierarchical authority.
Where this “individual freedom” over adherence to creeds of theologists – for Barak Obama – is well cleared in a 2007 speech to United Church of Christ’s Iowa conference: “...somehow, somewhere along the way, faith stopped being used to bring us together and started being used to drive us apart. It got hijacked. Part of it is because the so-called leaders of the Christian right are all too eager to exploit what divides us. … I don’t know what Bible they’re reading. But it didn’t jibe with my version.”
Has Obama created an his own version of the Bible, according to what agrees with what is written there?  Have a true believer to trust in the whole ‘Book of God’ (Bible, Gospel, Qur’an, Sutras, Bagavagita etc) or just in the part that he likes? And how to overcome divisions if you are not willing to jibe and to compare different versions?

The question is not (only) religious, but politic (that is more general than the one Mr. President): it is very difficult to understand the context of the Middle East and Europe, if you’ve been brought up to believe that organized religion ‘too often dressed up closed-mindedness’ and you follow a personal Jesus, without even being available to jibe your (own) version.
It is not an approach – a method of interpretation of reality – exclusive of Barak Obama and the Democratic Party: we find it also in Europe on the left bank of the Seine in Paris or of the Tiber in Rome.

The idea (wrong) that evolution and progress can be synonyms or that the wars of liberation are ‘holy’ or that a phase of social chaos must inevitably lead to an order ‘better’ than the previous one, or that the engine of human relations is profit and not the personal /private affections. That we can protect children without first protecting the family and the parenting.

Progress

What is wrong?

Certainly not the idea that men can join into a unique human project, regardless of the religion or the moral and social ideas that they have.
What does not work is – as mentioned – is the very nineteenth century approach to ‘what is the Man’ and how it can be managed at best.

As example, the idea that a peaceful and ‘wealthy’ society can put in place a “natural selection” of a progressive human race, as any organisms interacting with their environment.

This, in a nutshell, the ‘analogic’ idea that came to life in the many last century theories about the social causes of crime trends. Today, even for years, we know that – in reality – a part of us have genes that make them intolerant of the rhythms and lifestyles of our industrial-commercial society, as we know that our media – saturated with sex and violence – and the ‘education in the family – often distracted or inadequate – are the primary causes far more the social /economic status of individuals.

Disappointing hypothesis  – that have raged for nearly two centuries – if we can not pay pensions without imperialism, and if at least two generations Muslims give birth three times as many children as we ‘Caucasians’ do. Islam developes a social system more adaptive than ours, if we have to stay on those last century theories

What to do, then, if you believe that the ‘equal opportunities’ are the key requirement to create a social habitat that allows the best men (peaceful, syncretic and collaborative) to evolve preferentially on the ‘worst’ (violent, integralist and macho)?
Isolate the ‘infected’ area and wait for each other’s throats … is an old political practice.
It was – for example – the choice of Reagan, not shared by George Bush senior, to prefer the demagogue Yeltsin to the political Gorbachev , when the USSR fell apart. Well lucky for a decade, embarrassing – having regard to expolit mafia-business – for another ten, and, today, here again the fearsome Russian fleet and here again the ancestral relationship between the people and the soldiers.

Same story for Obama in Irak or Lybia or Afghanistan … and we can see the results: the heads of so many innocent people sent through social networks to our decision-makers look like too much at the head of pig or horse mobsters everywhere left on the doorstep of those who wish to intimidate.

Oil fields into action area of ISIS

Oil fields into action area of ISIS

About the primary causes of crime trends, what is the role of religion and where are ‘civilization and education’, if USA and Europe fail to ensure to their families a society where children are not exposed to violence, sex and familiar abuses as in ours?
Who of us can mind the seeds of a citizen coming from a state where family, old people and children are preserved? Or about movidas, just a river of alcool and – not infrequently – public sex … or corruption, which we exported before and now returns to us magnified by revolving doors and narco-mafia-terror recycled funds. Or  the maze of enormous public agencies created to ‘facilitate’ the democratic participation  and … not rarely do not facilitate anything than corruption and expenses.

In Europe, where these ideas were born and applyed, many citizens are going to vote extreme right parties, in name of the ‘people’ (volk) and of the ‘territory’ (sippe) … as the Indoeuropeans did until a pair of hundred years, maybe minus …   in name of some ‘equal opportunities’ and of an ‘inner but cooperative’ system.

In USA, it is not much time from the success of Clin Eastwood film ‘Gran Torino’ and the debats on the desirability of  ‘old school’ education for our young people. As, two years ago, when Eastwood criticized Obama (“a body with a grin behind”) for his handling of the conflict in Iraq, the war in Afghanistan, the closure of the military prison at Guantanamo Bay, from which a lot of tenacious Jihadist punctually re-come in fight as  in Syria-Irak.
A very ironic speech, in which Eastwood for about a quarter of an hour has “exchanged” words with an empty chair, pretending that there was a sitting President Obama. A return response to Obama via Twitter: “This seat’s taken” …
But can a seat be considered taken if the person who is sitting is also reluctant to make decisions? Or  withdraws its troops and leave prisoners then allows its allies to arm them?

Was just demagogy if Mitt Romney said – during the Presidential Campagn in 2012: “Barack Obama had promised to save the planet, I promise to help you and your families‘? Or is this the real need of the common people in a ‘equal opportunities machine’ where richs become richest and middle class poorest?
I promise to help you and your families‘, as European Right Parties as Islam … as a correct relationship between institutions and citizens
should be.

And in this – today we can say – Obama has failed: nothing new jobs and, if it was not for Fiat in Detroit, not even those. The domestic spying of citizens has increased, as are the taxes imposed on the middle class. Meanwhile, the Californa and Nevada are almost a Hispanic majority, while the citizens of the states of the Middle West and South – that is the ‘real’ Americans – have almost no influence on the election of the President and federal policies. Last years he started a collision route with Putin, because the White House was firmly oriented to support rebels against the Syrian government …

Not only welfare, entertainment and subsidies or renevues: people needs to have education and job opportunities in the place where they were born and according to own talent. Stay home and make yourself useful to your people, what better?

A weak military strategy and absent (or fool) foreign policy now will force the United States to put in place more men and resources, while the relationships with Saudi e Israel have to change because of what is happening in Syria and Iraq.
By the way Obama is due not necessarily intervene until IS was about to take possession of the dam that feeds Baghdad and … in the vicinity of the pipeline that starts from Saudi Arabia and to the Mediterranean.

ISIS Area activity Syria Irak

If, after years of low-profile foreign, was just the first African-American president and the pacifist to trigger World War III – as Pope Francis announced in Korea days ago – not merely a historical nemesis, like Arthur Neville Chamberlain, the British prime minister known for the so-called strategy of appeasement towards Hitler and the intervent in France with a crushing defeat in 1940.

Meanwhile, the stock market rises and the dollar too, Germany talks with Putin, Britain is tired of the mess done by the United States in ‘her own’ Commonwealth, France and Italy – in tow to Obama’s party –  fail again to recover, within a few years there will be elections for Obama, Hollande or Renzi and … I would go very well with the Barak’s mom ideas, but international politics can not afford prejudices or amnesias.

Originally posted on Demata

Obama e la Siria: ultima corvée per i Democratici?

2 Set

Obama dovrà attendere il voto parlamentare per attaccare la Siria, dopo aver baldanzosamente annunciato: «ho deciso che gli Stati Uniti conducano un’azione militare contro il regime siriano», «ho il potere di ordinare l’attacco senza il via libera di Camera e Senato»

Una catastrofica figuraccia, perchè l’iter si concluderà intorno alla metà di settembre e, in caso di rinuncia all’attacco, con grande spreco di carburante che si è reso necessario per trasferire un’intera flotta di fornite le coste libanesi a carico dei contribuenti statunintensi.

La defaillance presidenziale era stata ampiamente annunciata da questo blog, in due post: Egitto, un nuovo flop per la Casa Bianca, dove si riportava la notizia che anche Bill Clinton, in un suo libro in uscita, si è aggiunto a Gove Vidal e Rupert Murdoch nella considerazione che Barack Obama è un incompetente, e Guerra in Siria, tutto quello che c’è da sapere, dove si raccontava del’interferenza saudita, della sua capacità di pressione su Wall Street e Londra e dell’antico vezzo dei presidenti statunitensi di far guerra altrove quando in homeland le cose non vanno bene per la fazione d’appartenenza.

Così, infatti, sono andate a finire le cose, con la Gran Bretagna che ha congelato le velleità belliche di Cameron e con la Francia di Hollande unica e sola nell’appoggiare Mr. President.

Le ricadute globali di questo disastro politico obamiano sono e saranno pesantissime, forse epocali, anche se dovesse riuscire a lanciare i suoi ‘attacchi mirati’ senza subire ripercussioni dalla reazione siriana, senza i ‘danni collaterali’ causati in Iraq, Libia e Afganistan e senza scatenare l’Armageddon in Medio Oriente.

Infatti, quello che viene drammaticamente a cadere è tutto il modello politico democratico e progressista di cui Obama (e Hollande) erano gli ultimi alfieri.

Un approccio internazionale ‘orientato al confronto’ che non ha saputo risolvere la questione Guantanamo, nè quella afgana o quella israelo-palestinese. Che ha visto esplodere drammatiche rivoluzioni nordafricane e mediorientali contro dittatori appoggiati dai poteri mondiali, a tutt’oggi non stabilizzate. Che non ha avviato una politica ‘atlantica’ di superamento della crisi mondiale, con tutte le conseguenze date da una Germania egemone e prepotente. Che ha permesso una notevole crescita dell’instabilità nell’Oceano Indiano e nell’America Meridionale.

Cartoon da Cagle.com

Cartoon da Cagle.com

Una esibizione di muscoli – in Libia come in Siria – decisamente pletorica e controproducente. Questo è uno dei verdetti relativi al presidente Barack Obama, ma non è tutta colpa sua.

Infatti, quale futuro può esserci per l’ideale ‘democratico’ (o meglio progressista), se il mito del Progresso è stato infranto già dalla fine degli Anni ’70? O, peggio, se gli stessi Progressisti hanno provveduto – venti e passa anni fa – a sdoganare la Cina Popolare, la Russia di Eltsin e Putin, il Venezuela di Chavez, la strana federazione indiana della famiglia Gandhi, un tot di regimi islamici e qualche residuale dittatura fascista o socialista?

Che farne del costo del lavoro e dei salari minimi, della sanità pubblica, delle pensioni, del welfare, se il sistema globale necessita, per alimentarsi e fluidificarsi, di ignorare l’elemento fondante una società organizzata, ovvero la solidarietà umana?

Come offrire ‘progresso’ in cambio di ‘tradizione’ e ‘pace’ in vece di ‘cambiamento’, se l’effetto conseguente è ‘meno solidarietà’, ‘meno uguaglianza’?

E come esprimere qualcosa di ‘progressivo’, in una società dove non è il lavoro l’elemento alienante delle nostre esistenze, bensì lo sono i consumi e l’iperconnessione?

Dopo un quinquennio di pessime mosse in politica estera e di tagli continui al Welfare, la figuraccia di Obama – nel suo quasi solitario tentativo di inaugurare una nuova guerra mondiale, sulla base dei soliti e sacrosanti doveri morali – è la ciliegina sulla torta per chi cercasse una riprova che o si ritorna ad uno stato etico e liberale oppure progresso, democrazia e welfare diventeranno sempre più una chimera.

Una questione che coinvolgerà tutti i partiti progressisti nel mondo, già vessati da oscene storie di corruttela o di sliding doors in cui tanti dei suoi leader sono stati coinvolti. Ed, infatti, Hollande si è ben guardato da intaccare l’autorevolezza delle istituzioni francesi e l’accessibilità dei servizi ai cittadini, mentre i ceti popolari metropolitani slittano sempre più a destra in Francia, dopo che alcuni leader socialisti sono transitati con non chalance dall epoltrone di partito a quelle degli organi di garanzia per pervenire, sistemate le cose a modo loro, ai vertici di alcune maggiori holding francesi.

Andando all’italia, dove la sola e solitaria Emma Bonino ha avuto il coraggio di ricordare il ‘rischio di una guerra mondiale’, ci troviamo con l’Obama di casa nostra, Matteo Renzi che si propone insistentemente per la guida del Partito Democratico.

Non è che storicamente il Partito avesse brillato per la presenza di leader nati e cresciuti in una qualche metropoli, ma c’è davvero da chiedersi cosa mai potrà permettergli di chiamarsi ‘progressisti’, se il leader è un uomo, che arriva ‘fresco fresco’ da una piccola città di provincia in un mondo miliardario e globale, che deve la sua sopravvivenza alle vestigia – mai rinverdite o rinnovate – del suo lontano Rinascimento e delle speculazioni finanziarie dei loro antenati?

 originale postato su demata